http://maschiselvatici.blogsome.com/2011/12/08/violenza-sulle-donne-difesa-finta-difesa-vera/VIOLENZA SULLE DONNE: DIFESA FINTA, DIFESA VERA
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Di Daniele Sollazzi
Viviamo in un’epoca in cui si fa un gran parlare di violenza alle donne, e si ha l’illusione di avere due schieramenti: da un lato una folla di illuminati che vivono di pubblicità progresso e di grandi discorsi sulla condizione della donna, e dall’altra un maschile sempre più minaccioso e pericoloso.
Le cose non stanno così.
Vi spiego per quale motivo io sono
- diffidente verso un’idea sessista del problema;
- promotore delle soluzioni pratiche, fra cui appunto il Krav Maga.
La verità è che viviamo in un’epoca e in una cultura assolutamente poco maschilista (basti vedere come vengono trattati legalmente gli uomini e soprattutto i padri rispetto alle donne . La verità è che:
1)gli episodi di violenza non sono superiori ad altre epoche; 2) Tutto sommato nella nostra cultura c’è più condanna della violenza che in altre. 3) C’è molta informazione, quindi si ha l’impressione che ci siano ogni giorno picchi di violenza; 4) Soprattutto, non sono specialmente le donne a patire attacchi.
Esistono certamente gravi episodi contro le donne, ed è una cosa da curare, ma il problema viene presentato in maniera molto ingannevole.
Le donne subiscono purtroppo violenze così come ne subiscono altre categorie: cambia solo il fatto che oggi si addita una generica “cultura misogina”, quando non solo non c’è tutta questa misoginia in giro, ma non è nemmeno dimostrato che ci sia una correlazione fra cultura patriarcale e violenza sulle donne.
Infatti la violenza esiste anche in comunità femminili, ed esiste anche a opera di donne (non si contano i casi di donne assassine, infanticide e psicopatiche); e soprattutto, mentre esistono fior di fallocrati che “la donna non si picchia nemmeno con un fiore”, viceversa spesso stalkers, stupratori e maniaci vari non sono affatto maschilisti e virili, ma anzi, edipici, fragili, dipendenti, decisamente deboli e in alcuni casi perfino adoranti e infantili nei confronti della donna.
Si direbbe, popolarmente, gente senza palle.
Da che Mondo è Mondo, gli Uomini fanno al massimo a pugni per le donne, ma non è intrinseco alla virilità picchiare le donne!
Insomma, basta con questa identificazione di violenza con maschilità: nella virilità è incluso l’istinto a proteggere e amare la donna. Identificare il maschile con i crimini commessi da maschi è assurdo come identificare l’istinto materno con l’infanticidio solo perché a volte una matta massacra il figlio (e capita purtroppo).
Una giornalista, ad esempio, cadde in questo equivoco quando scrisse su un giornale, in merito al delitto di Avetrana: “Spiegatemi l’orrendo mistero della sessualità maschile” – frase ovviamente senza senso, perché non puoi dire che uno che uccide la nipote sia l’esempio della sessualità maschile – e peraltro non si sa nemmeno chi sia stato, forse addirittura due donne! Insomma, pregiudizi.
Piuttosto, Pensiamo alle leggi!
Sì, perché mentre i progressisti e i benpensanti moderni fanno opera di sensibilizzazione e mandano graziose psicologhe a insegnare la parità nelle scuole, gli stessi progressisti propongono amnistie, sconti di pena, leggi sempre più lassiste e nulla fanno contro la diffusione di droghe fra i giovani.
Proprio perché sono “moderni ed aperti”, da un lato ti fanno la pubblicità progresso, e dall’altro fanno di tutto per tenere in circolazione drogati, sbandati, clandestini, psicopatici, con la scusa retorica dell’aiutare il “soggetto difficile”.
Magari torturano un povero padre separato, o diffidano un banale ex rompipalle, ma scarcerano un vero molestatore.
Perché così come stanno le cose, la legge sembra abbastanza severa da rovinare un padre separato, ma non abbastanza da punire un soggetto realmente pericoloso.
Allora servirebbe meno sensibilizzazione all’acqua di rose, e più Legge chiara: così il criminale saprebbe (e anche la vittima) che a una denuncia c’è una conseguenza, e che a un reato corrisponde una pena. Punto.
Senza infiorettature e senza retorica banale. E’ inutile che mi spieghi che le donne non si picchiano: se sono sano di mente lo so, se sono un maniaco me ne frego! E’ l’acqua calda! E’ utile invece dare alla donna la sensazione che se denuncia un vero criminale, non affoga nella burocrazia, ma ha un effetto.
Allora la formula per la sicurezza della donna reale, effettiva, concreta, in cui convergono Krav Maga e Psicologia, è questo:
I – Allenamento all’Autodifesa.
Le teorie sociali sono spesso un vattelappesca filosofico, per chi vuole dibattere. Ma ciò non toglie che nei fatti può capitare di doversi difendere. Corsi di Arti Marziali per Autodifesa insegnano la gestione della paura, della situazione, delle risorse psicofisiche in condizioni di emergenza combattiva.
Tenendo conto del fisico del soggetto, del suo stile, delle reali dinamiche di una lotta, con un addestramento perfettamente adattabile a uomini, donne, e giovanissimi.
II – Interventi Psicologici utili.
La Psicologia aiuta le vittime di violenza, o chi non vuole diventarlo, sia a prevenire le aggressioni (conoscendone le dinamiche, conoscendo le tipologie di aggressore ed attuando stratagemmi ed espedienti), sia a superare i traumi dovuti all’esperienza lesiva (con un trattamento apposito che può ridare un senso alle cose e curare la Psiche).
III – Educazione al buonsenso.
Finché i libri di Moccia insegneranno che la ragazza va al rave party e incontra il Grande Amore, a poco servirà discutere sulla sicurezza della donna, sulle minigonne, o su altre fesserie secondarie. Promuovere la Sicurezza significa anche insegnare alle donne i fatti, insegnare a non confondere emancipazione con vistosa imprudenza, e a capire che la Vita non è un racconto di Moccia. Così come ai giovani torna utile sapere che a prescindere dal successo che può avere il rapper drogato e violento di turno, i fatti sono fatti, e c’è molta più merda che gloria in certi contesti.
In questa promozione ci devono aiutare anche le scuole ovviamente.
IV – Promozione di una visione positiva e salubre delle Relazioni e dell’Aggressività.
Sì, per evitare derive ideologiche su fantomatiche persecuzioni maschili contro le donne, o visioni distorte dei rapporti, o stucchevoli tabù pacifisti, e promuovere invece una società in cui la difesa della donna non può prescindere dal dare lustro alla controparte maschile, anzi andando di pari passo. E una società dove la Pace, e il senso altruistico, non fanno un tabù dell’Aggressività, ma anzi essa viene allenata e vissuta in modo sano. Per questo è necessaria non solo la collaborazione delle scuole, ma soprattutto che noi marzialisti contribuiamo attivamente a offrire l’immagine migliore della natura guerriera e Yang, direbbero gli Orientali. Insegnando la Lotta e il Valore in una società in gran parte disabituata a queste energie naturali.
Forza e Onore amici!
Daniele Solazzi
Psicologo
Membro dell’Associazione Maschi Selvatici
Allenatore Krav Maga ASI
del team del M° Dario Callarà di Roma