L'associazione Valore Donna si oppone al piano del comune di costruzione di case per padri separati. Lo fa partendo dalle evidenze del dato Istat oggetto di questa discussione.
http://www.radioluna.it/news/2011/12/aiuti-a-padri-separati-valore-donna-dice-no/LATINA – L’associazione Valore Donna giudica negativamente la posizione assunta dal Comune di Latina relativamente alla proposta di aiuto economico per i padri separati. “Constatiamo con stupore che l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Latina ha inoltrato alla Regione Lazio una domanda di finanziamento per 200mila euro, destinati proprio alla costruzione di case che ospiteranno i padri separati e figli -ha dichiarato la presidentessa dell’associazione Valore Donna, Valentina Pappacena- la richiesta dell’amministrazione appare andare nella direzione opposta di quanto avviene in campo nazionale. Innanzitutto occorre precisare che il dato fornito dalla ricerca Istat di recentissima pubblicazione, dedicata alle condizioni di vita delle persone separate, divorziate e coniugate dopo un divorzio, rileva come siano le donne a subire una involuzione economica personale e familiare dalla fine di un matrimonio. Altro aspetto che merita di essere sottolineato è la presenza ormai sempre più crescente di falsi siti di padri separati uniti contro le donne. La partecipazione mediatica ad una campagna che apre ufficialmente le ostilità tra i “generi” maschile e femminile può, a livello sociale, produrre gravi danni per la popolazione. Istat infatti rileva che il 75% dei genitori maschi non è in regola con il pagamento dell’assegno vitalizio per i figli e, considerando l’ampiezza del dato nazionale prodotto da Istat, è bene sospettare che si celi ben altro oltre alla povertà. Sussiste inoltre il rischio che da questa impietosa campagna nasca inoltre una nuova “affittopoli” di partito. Chiediamo per questo motivo che il Comune di Latina ed in particolare l’assessore Patrizia Fanti faccia un passo indietro sulla sua richiesta. Lo faccia soprattutto per il mondo femminile”.Falsificazione sociale dell'Istat -> negazione di interventi sociali mirati -> "lo faccia soprattutto per il mondo femminile" ...
Questa è la donna politica?
Nella dichiarazione c'è anche un riferimento inquietante:
<<Altro aspetto che merita di essere sottolineato è la presenza ormai sempre più crescente di
falsi siti di padri separati uniti contro le donne>>
E un delirante riferimento alla pace sociale da parte di chi alimenta la guerra:
<<La partecipazione mediatica ad una campagna che apre ufficialmente le ostilità tra i “generi” maschile e femminile può, a livello sociale, produrre gravi danni per la popolazione>>.
Il tutto, sempre, coi nostri soldi. Noi uomini dobbiamo pagare Istat e associazioni che ci fanno la guerra e ci odiano.
Del dato Eurispes ... Silenzio. Quello non fa comodo e va taciuto.
Meglio usare l'arma di una pubblicazione priva di note metodologiche, pubblicata in fretta e furia a pochi giorni dalla fiction di Fiorello, per combattere l'odiato sesso maschile.