(per i link ai dati sul mio blog o se qualcuno vuole riportarli qui)
gni volta che si va sui giornali di Sinistra e quelli mainstream è tutto un pianto su quanto stiamo male le donne in Italia, poi vai a leggere l’articolo e ti ritrovi i numeri reali:
In Italia il pay gender gap, il divario negli stipendi fra uomo e donna, sarebbe ancora elevato — pari al 7,3%, ma non quanto mediamente lo è nella Ue, dove si assesta a un livello più che doppio, al 16,3%.
i papà, infatti, dedicherebbero sempre più tempo alla cura dei figli più piccoli. Si diffonde anche in Italia, infatti, la figura del padre in «congedo parentale» per accudire i neonati, dopo il periodo di maternità obbligatoria a favore della madre. I padri che hanno beneficiato del permesso sono stati oltre 200 mila in 7 anni, coinvolgendo una coppia ogni otto. La quota è salita dal 7% delle coppie nel 2008 al 12,2% del 2014.
Infine, sempre secondo l’indagine dei manager lombardi, l’Italia sarebbe ancora indietro rispetto alla Ue per la presenza di donne ai vertici delle aziende. Le dirigenti, in tutti i settori, hanno superato il 29% rispetto al 26% di cinque anni fa. A fine settembre 2015, le donne manager erano 115.400 (29,3%) su un totale di 393.700. La quota maschile è scesa al 70,7%, con 278.300 unità. La media Ue è intorno al 33%. A settembre 2010 le donne dirigenti erano il 25,9% e gli uomini il 74,1%.
cioè le donne italiane sono grosso modo come le donne europee.
con la differenza che in italia, le donne si sono immesse in massa nel mercato del lavoro più tardi rispetto alle europee e ovviamente quindi sono in misura minore nelle alte sfere (dove, in italia, bisogna avere una certà età per esserci).
se a questo si aggiungono le seguenti considerazioni:
la crisi economica ha pesato soprattutto sull’occupazione maschile in italia e in europa
i contratti di lavoro sono quasi sempre collettivi, riguardano cioè uomini e donne. Essi vengono pagati nella stessa misura per ore svolte.
i finanziamenti statali di genere sono rivolti alle sole donne: ci sono agevolazioni all’imprenditoria femminile e non all’imprenditoria maschile. Si paga cioè qualcuno solo perchè è di un sesso.
Credo ci sia poco da riempire le pagine dei giornali con continue lagne.
Piuttosto bisognerebbe pensare a come affrontare INSIEME (uomini e donne) i vecchi problemi della società patriarcale in sfaldamento e i nuovi della società capitalistica a terziario e iper-tecnologica.
in questa continua guerra tra poveri (uomini e donne comuni), alimentati dal mainstream in possesso della grande finanza, di accademici parassitari e fancazzisti, di personaggi da star system che diventano opinion leader
io ci vedo più un fottere qualche gruppo povero (che sia il maschio adulto, bianco, disoccupato o la giovane lavoratrice precaria o chi altro..)
piuttosto che un reale impulso a risolvere i problemi.
ricordo che in tutto questo in italia:
la droga e la prostituzione sono ancora affare per la criminalità organizzata
il vaticano ci spenna ancora un sacco di soldi
finanziamo industrie inquinanti ed energivore
siamo pieni di dirigenti statali iper-pagati e fancazzisti
abbiamo ancora le pensioni d’oro