Autore Topic: Lei Mente - Loro Devastano: a Torino lo stupro inventato scatena la caccia allo zingaro  (Letto 20247 volte)

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Offline Ethans

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mmm....non è proprio così...se avessero pestato un ragazzino, o rapinato un vecchio, il pogrom se lo sarebbero beccati lo stesso

Vero, ma c'è un ma. Guarda caso la "simpatica e innocente ragazzina" ha tirato fuori l'innocua parolina: STUPRO. Chiaro che questa innocua parolina risulta molto più efficace per convincere una massa di ignoranti a fare un raid violento contro un gruppo etnico già di per sè alquanto vessato per motivi di ordine razziale. Un pò come far piovere sul bagnato, ecco.

Il punto qual'è: già in giovane età si sa bene quali corde toccare per innescare la violenza maschile (a proprio uso e consumo e protezione).

Una cosa semplicemente agghiacciante.

Offline Giuseppe83

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Soprattutto un uomo non si sarebbe inventato di essere stato picchiato/rapinato. Le solite menzogne femminili. (Edit. Giuseppe per favore evitiamo queste cose? Grazie. Guit)
« Ultima modifica: Dicembre 14, 2011, 16:38:57 pm da Guit »

Offline yamamax

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A me torna tutto tranne una cosa, ma la ragazzina quando si è presentata a sporgere denuncia non aveva neanche un graffio ?! Voglio dire un atto di questa gravità è stato commesso senza neanche toccare un bottone; non ha avuto ricoveri per accertartare le sue condizioni fisiche e una certificazione medica dell' accaduto ? Ma si può mettere in piedi tutto questo casino .... sulla parola di una minorenne. Sarebbe il caso di regolamentare questi episodi diversamente e con più cura,  altrimenti una qualsiasi cretina, mitomane o altro può far succedere questo o peggio, tanto più in questo clima di rabbia sociale dove qualsiasi scusa è buona per sfogare violenza senza senso.

Offline Fazer

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http://www.ilgiornale.it/interni/inventare_stupro_offende_donne/12-12-2011/articolo-id=561786-page=0-comments=1

Inventare uno stupro offende le donne
I diritti conquistati in 50 anni di lotte, oggi vengono malintesi e abusati: così si svende la dignità di tutte
Le donne del «se non ora quando», invece di andare nuovamente in piazza al grido «riprendiamoci la politica», dovrebbero partire da principi più alti per raggiungere obiettivi più concreti e importanti.
Per esempio, dovrebbero lanciare un «riprendiamoci la dignità», per onorare la posizione di pari dignità giuridica e sociale, conquistata grazie al coraggio e all’impegno della precedente generazione femminile. Impegno, soprattutto politico, anche se svolto e attuato senza sedere nei luoghi di potere.
Il movimento femminista e le più raffinate e convinte menti femminili degli ultimi 50 anni, hanno infatti consentito alle donne di oggi di vedersi riconosciuti i diritti fondamentali della libertà, dell’identità e, appunto, della dignità, fino a poche decine di anni fa compressi o del tutto disconosciuti dalla società e dalla legge. Diritti, oggi, malintesi e maltrattati proprio dalle donne.
Il paradosso che si è creato è, però, quello per cui, ancora solo 30 anni fa, una donna si vergognava di denunciare la violenza sessuale dell’uomo o, se lo faceva, non veniva creduta, quanto invece addirittura dileggiata. Mentre oggi, la donna è diventata così forte e feroce, persino da poter denunciare uno stupro, riuscendo a sollevare immediatamente polveroni di difese, fiaccolate e aggressioni ai rom, presunti colpevoli della violenza. Anche se lo stupro è inventato di sana pianta.
Come nel caso della sedicenne di Torino che, per coprire le proprie miserie esistenziali, ha innescato una reazione progressiva di attacchi corali ai presunti attori dell’inesistente misfatto.
Prima di rivelare la sua menzogna, infatti, la ragazza aveva acceso gli animi dei suoi coetanei e degli abitanti del quartiere che, mossi non si sa se da spirito di giustizia, voglia di vendetta o mentalità razzista, avevano subito organizzato un raid punitivo e incendiario nel campo rom. Nella logica antigiuridica e disumana per cui a violenza si reagisce con violenza.
Salvo poi, la sedicenne in questione, dichiarare, con la stessa spensierata semplicità, che non aveva mai subito alcuno stupro e che, invece, voleva, con la menzogna, distogliere l’attenzione dai suoi rapporti sessuali con un uomo più grande di lei.
Ebbene, cosa ne sa, questa ragazza, della dignità? Mentire, accusare ingiustamente, vittimizzarsi strumentalmente significa, prima di tutto, non rispettare se stessi. E, in ogni caso, non considerare né le conseguenze dei propri comportamenti, né il prossimo. Dunque, vuol dire non avere il senso dell’onore, cioè la dignità. Il senso di sé.
Il ragionamento è identico se la menzogna, come alcuni sospettano, non è frutto della mente della ragazza, bensì dei suoi amici razzisti, che avrebbero indotto la sedicenne a simulare la sua posizione di vittima. Chi ha dignità, non strumentalizza né si lascia strumentalizzare.
Che dire allora di tutte quelle donne che organizzano cortei dichiaratamente politici, e per interessi solo politici, strumentalizzando l’essere donna, per elemosinare attenzione e poltrone? Quale sarebbe, secondo loro, il privilegio o l’handicap che avremmo noi donne per pretendere un’attenzione specifica, che non sia quella ai meriti personali dimostrati?
È impossibile non fare il parallelo fra una sedicenne che denuncia falsamente uno stupro - per interessi personali o indotta da altri, ma certa di essere creduta perché donna - e un gruppo di intellettuali che a gran voce spaccia apoditticamente il proprio genere biologico, per una qualità da apprezzare senza discutere: nell’una posizione e nell’altra non si può non vedere la sicumera di chi continua a pretendere tutela, solo perché in passato è stata debole e vittima della società.
Questa è la mancanza di dignità, di molte donne.
Che dovrebbero darsi da fare, invece, per capirla e conquistarla, prima che le nuove generazioni non sappiano più che cosa sia la dignità. «Se non ora, quando?».



Ovviamente, i guai potenziali del poveraccio accustato ingiustamente passano in secondo piano.
Inventare uno stupro offende le donne, mica rovina la vita agli uomini... :cry:


Offline madjakk

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A me torna tutto tranne una cosa, ma la ragazzina quando si è presentata a sporgere denuncia non aveva neanche un graffio ?! Voglio dire un atto di questa gravità è stato commesso senza neanche toccare un bottone; non ha avuto ricoveri per accertartare le sue condizioni fisiche e una certificazione medica dell' accaduto ? Ma si può mettere in piedi tutto questo casino .... sulla parola di una minorenne. Sarebbe il caso di regolamentare questi episodi diversamente e con più cura,  altrimenti una qualsiasi cretina, mitomane o altro può far succedere questo o peggio, tanto più in questo clima di rabbia sociale dove qualsiasi scusa è buona per sfogare violenza senza senso.

E' andata così sembra:

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/434004/


Rannicchiata sotto un plaid rosso a quadretti, sembra così piccola rispetto al finimondo scatenato dalla sue bugie. Sulla parete le fotografie della Prima Comunione. Uno stendino della biancheria in mezzo alla stanza. Le sorelline scorrazzano per casa mangiucchiando un ovetto di cioccolato. Lei accarezza il cagnolino. La tivù di fronte al letto è accesa. Passano le immagini dei telegiornali del mattino con i filmati del rogo, le baracche e i ruderi della Continassa fumanti. Sul suo viso da bambina scendono lacrime.

Il giorno dopo è un brutto risveglio. Hai visto cosa è successo? «Sì, mi sento distrutta, vorrei morire. Mi sento male. Tutti ce l’hanno con me. Mi dicono che farei bene a sprofondare sotto le coperte e non farmi più vedere. Non so più cosa fare...». Com’è andata? Perché hai raccontato quella bugia clamorosa? «Mi sono vista col mio ragazzo (un italiano maggiorenne, ndr). Abbiamo fatto l’amore. Per me era la prima volta. Quando ho perso il sangue mi sono spaventata. Avevo i vestiti sporchi. Anche lui era spaventato, non aveva mai visto una scena del genere prima. Non sapevo più cosa fare. Sono entrata nel panico. Avevo paura che i miei genitori scoprissero tutto e mi punissero. Temevo di prendermele. Mentre tornavo a casa ho visto mio fratello in lontananza e mi sono inventata la storia della violenza». La bomba del razzismo s’innesca in quell’istante. Nel tardo pomeriggio dell’8 dicembre. La bugia prende forma nei giorni successivi. Si sparge la voce. «Una ragazzina di 16 anni violentata da due rom della Continassa...».

Un tam tam. Il fratello, quando soccorre la ragazza, insegue due giovani che non c’entravano nulla, che si trovavano lì per caso. Coincidenza che avvalora in un primo momento la denuncia della ragazza. I carabinieri del comando provinciale di Torino indagano, mentre il quartiere Vallette, palazzi operai della periferia Nord, diventa incubatrice dell’odio. La rabbia cresce e si alimentata per giorni, fino a dare vita al corteo di protesta dell’altra sera. Prima gli slogan, poi l’incendio del campo nomadi. Neanche la verità riesce a fermare l’odio. Il fratello, portato dai carabinieri all’ingresso della cascina, urla invano. «Si è inventata tutto per paura di essere punita. Non è stata stuprata. Gli zingari non c’entrano» dice tra le fiamme. Nessuno lo ascolta. Esplodono bombe carta. La violenza è senza freni. Non si torna più indietro. La famiglia, radunata in casa, a poche centinaia di metri dai ruderi assaltati, il giorno dopo fa i conti con se stessa. «La situazione ci è scappata di mano. Mi vergogno a dirlo, ma è così. Quale genitore non avrebbe creduto alla propria figlia? Nessuno di noi ha avuto il minimo dubbio» dice il papà, appoggiato la tavolo della cucina. La mamma ascolta e piange. «Non ho più il coraggio di uscire di casa - afferma -. Chissà cosa diranno nel quartiere di noi. Meglio andare via di qui».

La ragazza è chiusa nella sua stanza. Il fratello risponde al telefono e scrive sulla sua pagina Facebook. «Scusatemi. Non volevamo che succedesse tutto sto’ casino». Mentre prepara il caffè, commenta l’assedio della notte precedente. «Quando ho detto che mia sorella si era inventata tutto, quelli mi hanno risposto che non gli importava. Ce l’avevano con il passato. Per tutte le volte che i rom hanno rubato, picchiato i vecchietti per prendergli la pensione. Mia sorella è stata solo il pretesto». Un pretesto costruito su una bugia. Per un amore adolescenziale avversato dalla famiglia. Visite dal ginecologo. L’assillo per un ragazzo sbagliato. Papà e mamma le ripetono: «Ha già rovinato altre ragazze nel quartiere, non cascarci anche tu». Ma lei non resiste. Si sono ritrovati un garage. Lui vive lì. La sua è una famiglia con problemi. «Una mia amica - dice la ragazza - sapeva che ci saremmo visti quel pomeriggio. Quando mi sono trovata sporca di sangue, mi sono inventata al momento la storia della violenza. La mia prima volta non è stata come me la sognavo». Il tuo ragazzo sapeva della bugia? «Ho fatto tutto da sola». Sicura? Non vi state coprendo a vicenda? «No, lo giuro. L’ho detto anche ai carabinieri. Il mio ragazzo non sapeva niente». Il giorno dopo si è presentato in casa. Ha abbracciato il papà. Un po’ ingenuo? «Forse, però è andata così, anche se i miei genitori non mi credono».

Una bambina. «Io lo amo» dice. E lui? «Anche lui. Me l’ha detto». Nella casa c’è un continuo via vai. Zii, parenti, amici. Sono tutti arrabbiati. Parlano di punizioni. «Hai visto cosa hai combinato? Parlano di te tutti i giornali». Lei piange, sotto la sua copertina rossa, immaginando le conseguenze giudiziarie. «Cosa posso fare? Chiedo scusa a tutti. Mi vergogno. Ci penso in continuazione, vorrei morire in questo momento. Ho passato le ultime ore a pensare come farlo. Questa storia mi ha distrutta. Anche perché i miei non fanno altro che rimproverarmi. Mi sento sola». Come prigioniera di un incubo. Adesso vorrebbe sparire, andare lontano da Torino. Chiudere il mondo fuori dai suoi pensieri. «Chiedo scusa a tutti. Alla gente del quartiere, alla comunità rom, alle mie amiche speciali. Scusatemi».

P.S. Cmq per il giornale è già scusata e perdonata, basta leggere la prima riga dell'articolo.

Offline ilmarmocchio

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questa vicenda è una fiera della stupidità :
i parenti che , credendo ciecamente ad una adolescente , scatenano un linciaggio
la ragazza che, nell'era di internet, si spaventa per un pò di sangue dopo la deflorazione.
ma più di tutto, il tono dell'articolo che fa sembrare il tutto quasi una ragazzata e prepara la scusa per la ragazza, che , poverina, si scusa.
Ancora una volta, a costo di essere noioso: il reato di calunnia è stato abolito ?

Offline Stealth

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Mi meraviglio che non abbiano dato la colpa alla cultura maschilista e patricarcale che costringe le ragazze a nascondere la loro vita sessuale per paura di essere giudicate quando perdono la verginità...

Offline Brutale

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al tg1 hanno detto che gli inquirenti stanno valutando la possibilità di denunciarla anche per calunnia, oltre che per simulazione di reato e procurato allarme

secondo me però finirà tutto a tarallucci e vino

Offline ilmarmocchio

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al tg1 hanno detto che gli inquirenti stanno valutando la possibilità di denunciarla anche per calunnia, oltre che per simulazione di reato e procurato allarme

secondo me però finirà tutto a tarallucci e vino

temo che sarà così.

Offline Barnart

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Mi meraviglio che non abbiano dato la colpa alla cultura maschilista e patricarcale che costringe le ragazze a nascondere la loro vita sessuale per paura di essere giudicate quando perdono la verginità...

Eccoci serviti:

http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/12/12/stupro-a-torino-sessismo-e-razzismo-un-mix-di-pericolose-derive/



Offline Giulia

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Che disgraziata. Ma vi rendete conto il casino che ha provocato? Io la condannerei per "tentata strage"... e non sto scherzando.
spero che scherzi invece! se tu vieni  brutalizzato da un rom , non mi giustifica se organizzo spedizioni punitive fasciste contro un intera categoria!

Offline Giulia

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La cosa incredibile per me non sono tanto le false accuse di stupro femminile, delle quali oramai ne sono piene pure le testate giornalistiche filo-femministe, ma come la semplice parola di una femmina riesca a muovere la coglionaggine sempre vergine di tanti maschi(anche se qui c'è di mezzo soprattutto il razzismo)...
infatti è soprattutto questo, la conflittualità nelle grandi città oramai è invivibile.
quando erika de nardo denunciò degli albanesi per l'omicidio di sua madre e suo fratello, non vi sono state reazioni impulsive di questo tipo, benché lì c'erano una donna e un bambino morto, oltre alla stessa erika scampata per un pelo alla morte, stando alla sua primissima testimonianza.
c'erano sempre donne vittime e ed erano sempre bugie, ma la reazione razzista non c'è stata.

Citazione
Io sono stato sempre contrario alle società multiculturali perchè credo che ogni popolo debba vivere nella propria terra nel rispetto degli altri e delle altrui diversità
molti invece erano favorevoli, hanno cambiato idea con il tempo.

Offline jorek

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Eccoci serviti:

http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/12/12/stupro-a-torino-sessismo-e-razzismo-un-mix-di-pericolose-derive/




si queste sono imbecilli...ovviamente lo stuproc sarebbe stato perpetrato da italiani, si è tirata fuori la storia degli stranieri stupratori, ed eccoti l'assalto agli zinghi!!! TSO

Offline Giulia

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A me torna tutto tranne una cosa, ma la ragazzina quando si è presentata a sporgere denuncia non aveva neanche un graffio ?!
aveva una macchia di sangue sui jeans all'altezza del pube, ha detto questa balla per non dire che aveva perso la verginità con il suo ragazzo e ha giustificato così quel sangue.
io ci provo a mettermi nei suoi panni, beccata da mio fratello sporca di sangue a 15 anni e con la coscienza sporca...
poi mi vien da pensare subito ma sporca ma de che? per aver fatto l'amore con un ragazzo che amavo e volevo?

mahh...

però boh addirittura dire di farla violentare davvero da tutti, è la stessa solfa di chi va a dar fuoco ai rom, lei perché una merda di femmina, loro perché delle merde di zingari, sempre razzismo insomma...non se ne esce...

Online Jason

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Eccoci serviti:

http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2011/12/12/stupro-a-torino-sessismo-e-razzismo-un-mix-di-pericolose-derive/




E' di colpa delle femministe tutta questa situazione.

A qualche rom io gli farei capire che siccome viviamo in uno stato femminista dove se calunni la passi liscia , deve stare attento anche al popolo italiano notoriamente forcaiolo . Diciamo le cose come stanno.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America