In rilievo > Una risata vi sommergerà

Donne in piazza: vogliamo tutto e di più perchè noi siamo le più meglio

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yamamax:
http://www.repubblica.it/politica/2011/12/11/news/manifestazione_donne_se-non-ora-quando-26445775/

Allora ricapitoliamo: ventimila (boh!) a Roma qualche migliaio nelle altre città (doppio boh!)...totale 100 mila ! Un articolo così è la dichiarazione del fallimento della manifestazione e spero anche del giornale che le pubblica.

Giuseppe83:

--- Citazione da: Fazer - Dicembre 12, 2011, 09:08:58 am ---
Alcune donne la pensano però diversamente, e si considerano «le donne». Senza se e senza ma. Per natura e per legge. In quanto colte, emancipate e di sinistra, queste donne si considerano l’aristocrazia naturale del loro genere, e di conseguenza si rappresentano come la totalità: se tutte le donne fossero illuminate - così sembrano dire - la penserebbero come noi, e dunque siamo legittimate a rappresentarle. Con questo trucco ereditato dal peggior paternalismo, in realtà, le donne emancipate e di sinistra nascondono appena un certo disprezzo per le altre, per le donne qualunque, per le donne di ogni tipo che popolano il vasto mondo.

«Se non le donne, chi?» era il titolo della manifestazione di ieri, «non contro un governo - spiegano educatamente le organizzatrici - ma per parlare al governo, per costruire insieme un paese in cui le donne possano sentirsi finalmente cittadine». Il fatto è che questa petizione di principio si traduce poi in una piattaforma rivendicativa degna del più agguerrito microsindacato corporativo: «tutela» del Welfare, no all’aumento dell’età pensionabile femminile, assegno «universale» di maternità, «quote rosa» e 50% dei posti in Parlamento e al governo. In pratica, soldi e quote garantite. Più o meno come i sudtirolesi.
 
E qui il cerchio sembra chiudersi: le donne che pretendono di rappresentare «le donne», venuto meno l’entusiasmo antiberlusconiano e ridimensionato (per fortuna) il moralismo neomedievale dei mesi scorsi, diventano uno dei tanti sindacati di cui è costellata la nostra infelice Repubblica: non più genere (né tantomeno soggetto di liberazione individuale e collettiva), «le donne» si propongono come semplice categoria protetta.
Il diritto alla libera realizzazione di sé diventa un obbligo stabilito dalla legge; il merito e la libera competizione - fra le donne e fra i sessi - sono cancellati dall’egualitarismo burocratico delle «quote rosa»; al centro delle rivendicazioni non c’è lo sviluppo delle potenzialità di ciascuna, ma la richiesta di censure preventive (sui giornali e in tv) e contributi statali a pioggia per tutte.[/i]

--- Termina citazione ---

Nemo90:
Direttamente dal mio amico romano Edison (non guardatemi, si chiama proprio così, che ne so io che passava nelle teste dei genitori): "A Piazza del Popolo non c'era il concerto di Emma Marrone?". Secondo quelli del Foglio, in effetti, la piazza era prevalentemente piena di giovanissime bimbeminkia fan di Emma. Che notoriamente non capiscono un'assoluta mazza di politica.

Credo che, con il senno di adesso, si possa tranquillamente derubricare questa manifestazione come un grande flop, sia dal punto di vista numerico che di output culturale.

Molto bello il pezzo de Il Giornale: spero vivamente che quel giornale riesca a svincolarsi dall'influsso malefico del berlusconismo.

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