Autore Topic: La Cassazione sdogana la convivenza: via l'assegno all'ex che si rifà una vita!  (Letto 1104 volte)

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http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/famiglia-successioni/news/articolo/lstp/421618/

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La Cassazione sdogana la convivenza: via l'assegno all'ex che si rifà una vita

Dai giudici l'invito rivolto al Parlamento di mettersi al passo con i tempi
CARLO RIMINI*

milano
In Cassazione si respira un' aria nuova(sarebbe ora). È stata infatti depositata nei giorni scorsi una sentenza (relatore Massimo Dogliotti - segnamocelo-) con cui la suprema Corte fa il punto sulla rilevanza nel nostro ordinamento della convivenza fra persone non unite in matrimonio, giungendo ad affermare che la Costituzione garantisce e tutela la famiglia di fatto, quale formazione sociale in cui si svolge la personalità dell'individuo.

La vicenda concreta di cui la Cassazione si è occupata riguardava due coniugi. Si tratta di un caso piuttosto frequente(direi una prassi di Lor Signore): la moglie, dopo il divorzio, ha chiesto un assegno per continuare a godere del medesimo tenore di vita che il marito le garantiva durante il matrimonio(te pareva: ti mando a quel paese ma mi tengo tutti i soldi che mi davi prima); il marito si è opposto affermando che la moglie vive stabilmente con un altro uomo. Perché devo continuare a mantenere chi vive con un'altra persona? (Perchè il nazi-femminismo e tutti i Giudici che lo applicano vogliono così caro..) La questione è semplice, eppure la nostra legge non risponde (non vuole rispondere, che è diverso): la convivenza è irrilevante sino a che non vi è un nuovo matrimonio. L'ex moglie perde dunque il diritto a ricevere un assegno per il proprio mantenimento dal marito solo se si risposa (e quella è così scema da risposarsi? Hai vinto un winforlife!).
Su questo punto interviene la Cassazione affermando che la legge va interpretata in modo ampio negando l'assegno anche all'ex moglie che ha creato una nuova famiglia, ancorché di fatto (Azz..  Si sono svelgliati i Parrucconi).

La parte più interessante della sentenza è la motivazione. I giudici ripercorrono con attenzione l'evoluzione della convivenza nella nostra società e nel nostro diritto: mentre un tempo la si considerava in modo certamente negativo (i conviventi, ricorda la Cassazione, venivano detti concubini), oggi è diffusa nel costume sociale ed è non solo tollerata, ma anzi «positivamente connotata». L'analisi della storia del diritto e del costume sociale, inusuale in una sentenza della Cassazione, porta ad una conclusione: la nostra legge non può che recepire «un diverso modello familiare, aperto e comunitario, una sicura valutazione dell'elemento affettivo, rispetto ai vincoli formali e coercitivi». Il lessico è giuridico, ma la sostanza coincide con quanto dicono le coppie che oggi convivono senza sposarsi: «Siamo una famiglia perché ci svegliamo assieme tutte le mattine; non perché lo dice la legge, ma perché lo vogliamo noi giorno dopo giorno».

L'affermazione da parte della Cassazione che anche la famiglia di fatto è oggi tutelata dalla Costituzione contiene un monito al Parlamento: il legislatore non può continuare a coprire con il proprio silenzio alcune evidenti discriminazioni a danno dei conviventi (Danno dei conviventi????????  O danno dei poveracci mandati sul lastrico a vita ??? Fatemi capire !! ). A questo proposito una lezione viene dall'Inghilterra: una signora di 65 anni, che aveva vissuto assieme al proprio compagno per 40 anni fino alla sua morte, ha ottenuto dalla società multinazionale per cui il convivente lavorava il pagamento della pensione di reversibilità. In Italia aspettiamo la prossima sentenza della Cassazione. (In Italia aspettiamo che arrivino altri Omar Bianchera!!)

*ordinario di diritto privato nell'Università di Milano



Presentata come una Sentenza che accoglie le coppie di fatto dalla Stampa, la vedrei invece come un taglio alle sanguisughe che continuano vita natural durante a tenere i piedi (anzi le carte di credito) in due paia di scarpe... Signore datevi una regolata, e, Giudici, cominciate a dargliela se da sole non ce la fanno.  P.S: Giornalisti, ditela com'è una volta per tutte per favore. Qui non c'entrano le coppie di fatto; qui ormai persino i dormienti Parrucconi si sono resi conto dell'indecenza permessa a queste schifide sanguisughe.

Offline ilmarmocchio

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hanno cercato di stravolgere la sentenza della Cassazione che, per una volta, si èattenuta anche al buon senso.
se la convivenza è famiglia, e la donna convive, che bisogno ha della famiglia che non c'è più ( ossia dell'ex marito pagatore ?

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hanno cercato di stravolgere la sentenza della Cassazione che, per una volta, si èattenuta anche al buon senso.
se la convivenza è famiglia, e la donna convive, che bisogno ha della famiglia che non c'è più ( ossia dell'ex marito pagatore ?

Sarebbe una cosa così lapalissiana che nemmeno dovrebbe arrivare in Cassazione.

Offline ilmarmocchio

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Sarebbe una cosa così lapalissiana che nemmeno dovrebbe arrivare in Cassazione.

già. se la giustizia fosse giusta

Offline Cad.

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La sentenza diciamo che è giusta però.....però...

..è la base su cui si decide l'assegno di mantenimento sbagliata, ossia a monte sta l'ingiustizia; prevedere il mantenimento della ex affinchè mantenga lo stesso tenore di vita in costanza di matrimonio è, amio avviso, una assurdità.
L'obiettivo del mantenimento con tale fine non dovrebbe proprio esserci indipendentemente che la ex conviva o no.

...Inoltre io rimango convinto che la convivenza non debba essere regolamentata e sentenze come queste spingono invece il legislatore alla regolamentazione.
In primo luogo se una  coppia decide di convivere senza sposarsi è proprio per evitare quella serie di vincoli imposti dal matrimonio; molti dei rapporti giuridici dei conviventi possono essere regolamentati dalla norme del codice civile. In tema di saute si critica il fatto che il convivente non può sapere delle condizioni di salute dell'altra, o viceversa, visto che non è un parente (es. in caso di ricovero ospedaliero); basterebbe il consenso rilasciato precedentremente in tema di privacy.
Diciamo che con le norme attuali, volendo, sono ostacoli superabili.

Se si arriva a regolamentare la convivenza sappiamo già dove vogliono arrivare; cosa rimane da riservare ai conviventi che già non possono fare attualmente?
Ovvio, l'assegno di mantenimento a favore della ex convivente.

Se la ex moglie non ha più diritto al mantenimento causa convivenza, il passo successivo non è forse prevedere l'assegno in caso di cessazione della convivenza?