CALTANISETTA: UOMO SI UCCIDE DANDOSI FUOCO IN AUTO NON RIUSCENDO PIU' A MANTENERE MOGLIE E FIGLIAAveva una piccola pensione di invalidità Giovanni Vancheri, l’uomo che stamani si è suicidato dandosi fuoco incendiandosi all’interno della sua auto. Il vitalizio gli era stato concesso perché Vancheri era cardiopatico, ma era troppo poco per sbarcare il lunario e mantenere dignitosamente la sua famiglia.
Così cercava di arrotondare le sue magre entrate svolgendo qualche lavoro di idraulica, dato che diversi anni fa aveva un laboratorio artigianale che poi ha dovuto chiudere quando le sue condizioni di salute sono peggiorate. Vancheri, però, soffriva per la carenza di lavoro e ciò gli aveva procurato un lieve stato depressivo, secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri.
Inoltre incombevano le bollette e doveva anche mantenere la moglie e la figlia di 14 anni, studentessa al primo anno delle scuole superiori. Una situazione che non è riuscito più a sostenere, da qui la decisione stamani di recarsi nella casa di campagna che possedeva assieme ai due fratelli in contrada Portella Bifuto, nella parte alta di San Cataldo. Non ha lasciato neanche un biglietto per spiegare i motivi del suicidio, ma solo i documenti della sua Punto e qualche banconota. Poi si è diretto in giardino, si è chiuso dentro l’utilitaria e si è cosparso di benzina appiccando il fuoco.
A ritrovarlo sono stati i vigili del fuoco e gli stessi fratelli che erano stati avvertiti da alcuni vicini di casa allarmati per la colonna di fumo che si stava alzando dal cortile dell’abitazione dei Vancheri. Difficile il riconoscimento del cadavere anche se i familiari non hanno avuto dubbi sul fatto che si trattasse proprio del loro congiunto.
Fonte: http://www.canicattiweb.com/2012/05/11/san-cataldo-sommerso-dalle-cartelle-esattoriali-giovanni-vancheri-disoccupato-si-toglie-la-vita-in-auto/SARDEGNA: TENTA DI DARSI FUOCO PERCHE' DISOCCUPATO L'uomo, 50 anni, con moglie e tre figli da mantenere, ha tentato di darsi fuoco dopo essersi legato con una catena a un'auto del comune. Con un accendino in mano stava per cospargersi di liquido infiammabile quando un passante ha chiamato il 113. Sul luogo Vigili del fuoco e gli agenti della polizia che hanno evitato il peggio.
Gli agenti sono riusciti a portare via all'uomo, che ha tentato di darsi fuoco davanti al municipio di Porto Torres, un bidone con il liquido infiammabile e l'accendino. Il clamoroso gesto in mattinata, davanti a molte persone, con la volontà di non desistere: si è anche incatenato all'auto del sindaco per evitare di esser portato via. Il disoccupato ha spiegato il suo gesto con le difficoltà ad avere un lavoro per poter mantenere la famiglia. Ha quindi detto di aver avuto rassicurazioni per un posto che, però, non è mai arrivato. Sul luogo è giunto poco dopo anche il sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa, che ha parlato con l'uomo cercando di tranquillizzarlo sino a quando le forze dell'ordine gli hanno tolto gli strumenti con i quali avrebbe voluto compiere il gesto autolesionistico.
Fonte: http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/272554TORINO: MORTO L'IMPRENDITORE CHE SI E' SPARATO UN COLPO DI PISTOLA ALLA TESTANon ce l'ha fatta Mario Trombone, l'imprenditore torinese di 73 anni che ieri si è sparato un colpo di pistola alla testa nel suo ufficio nel centro di Torino. Ricoverato all'ospedale Cto in condizioni disperate, è morto in serata. In un biglietto indirizzato alla famiglia aveva spiegato di essere oppresso dalla crisi e di non sapere più come andare avanti con la sua azienda di facchinaggio.
Donati gli organi. I parenti hanno dato il consenso all'espianto degli organi: a ricevere il fegato sara' un uomo di 48 anni di Milano. L'intervento verra' eseguito nella notte all'ospedale Molinette di Torino dall'équipe del professor Salizzoni. I reni dovrebbero invece essere trapiantati domani in giornata mentre le cornee sono state donate alla banca delle cornee.
Le due lettere. Mario Trombone ha lasciato due lettere. Una indirizzata alla sua famiglia, in cui chiedeva scusa per il proprio gesto giustificandolo appunto con le eccessive imposte e la crisi economica, e l'altra alla magistratura.
"Mai stato depresso". A raccontare qualche dettaglio in più ieri è stato il figlio, Mario Trombone: "Non è mai stato depresso, solo negli ultimi giorni era ossessionato dal lavoro e dalle tasse. Aveva paura di dover chiudere un'attività che portava avanti da ormai 50 anni".
La preoccupazione di Fassino. Il sindaco di Torino dal Salone del Libro aveva commentato l'episodio: "Non è la prima crisi, ma ci sono più suicidi perché troppo spessi le persone vengono lasciate sole e senza speranza".
L'allarme degli artigiani. "Siamo sconcertati", commenta il presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis. E aggiunge: "In questi ultimi mesi sono decine e decine i casi di piccoli imprenditori che decidono di abbassare la saracinesca della loro vita perché sconfitti dalla crisi e dalla mancanza di speranze. I problemi che da troppo tempo attanagliano artigiani e piccole imprese hanno assunto dimensioni sempre più preoccupanti a causa di un contesto economico che non fa intravedere alcuna luce in fondo al tunnel".
Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/05/12/news/morto_l_imprenditore_che_si_sparato_perch_la_sua_azienda_andava_male-35016358/SENZA LAVORO PASSANO LA NOTTE SUL VESUVIOERCOLANO (NAPOLI), 12 MAG - Hanno trascorso la notte sullo spuntone di roccia del Cratere i sei lavoratori della ex cooperativa 'Vesuvio, Natura e Lavoro', da ieri di nuovo in protesta. Cibo e bevande sono stati forniti dai loro soci che, in queste ore, presidiano l'area intorno al Cratere. Sta raggiungendo la cima del Vesuvio anche un gruppo di ex lavoratori. ''L'intenzione e' di rimanere in protesta fino a quando non ci sara' una convocazione ufficiale sulla vertenza'' fa sapere uno degli ex lavoratori.
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/05/12/Senza-lavoro-passano-notte-Vesuvio_6858066.html