giulia, secondo me il tuo discorso fa acqua da tutte le parti.
non puoi paragonare le parole di giuseppe a quello che ha fatto la ragazzina. (fermo restando che sulla questione sono vicinissimo al pensiero di barnart).
quello di giuseppe sarebbe al limite "apologia di reato"
quello della ragazzina sarebbe calunnia. l'istigazione in questo caso è indiretta e invisibile (come tutto il male "al femminile"). e come sai portare alla luce il male "invisibile" è compito del racconto maschile.da sempre l'innocenza femminile si basa sull'invisibilita di questo male...male che è ora che gli uomini inizino a denunciare.
dire che le due cose sono uguali (apologia e calunnia) solo perche entrambe derivano dalle parole e non dai fatti per me significa arrampicarsi sugli specchi.
aggiungici che: da sempre gli uomini agiscono per proteggere le donne o vendicare i mali subiti dalle donne (e questo rende prevedibile la reazione maschile di fronte a una donna che dice di aver subito uno stupro). il contrario non è mai successo: è piu probabile che una donna rischi la vita per un cane che per un uomo. non solo, non cè mai stata traccia di uomini che si vendicano su una donna per il male fatto ad altri uomini. prova ad immaginare che una tassista investe il mio cane e la mia ragazza la uccide. solo se ci riesci il tuo discorso puo starci.
le due cose che sostieni essere uguali, non sono uguali.
primo perche uno è calunnia, e l'altro è apologia
secondo perche non troverai nessun uomo disposto a stuprare solo perche lo dice giuseppe (giustamente eh), mentre ne troverai milioni disposti a linciare uno stupratore, vero o finto che sia (ingiustamente).