Il marmocchio
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Sei veramente sicura di essere stata stuprata da Y ?, perche sai, se non risulta vero, ci sono per te tot anni di carcere .
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Ilmarmocchio parte dal presupposto – privo di fondamento - che oggi la violenza sessuale venga valutata su basi oggettive, come un tempo, dove venivano chiamati in causa e considerati rilevanti i comportamenti, i gesti e le parole precedenti e/o contestuali all’atto. Ma tutto questo oggi non ha la minima importanza, ciò che conta è solo ed esclusivamente il “vissuto” della donna. Quello che è veramente accaduto, lo svolgimento reale dei fatti, oggi non c’entra assolutamente nulla. Non viene nemmeno preso in considerazione. Non esiste. Quello che conta è solo il ricordo femminile, quale è ricostruito a posteriori. Questo lo abbiamo denunciato in mille modi fin dagli albori del Momas. E’ questo il punto centrale. Lo davo per scontato.
Siamo giunti al punto che la domanda, che a tutti sembra ovvia, spontanea: “In che modo mi avevi segnalato la tua contrarietà?” non è neanche possibile porla, anzi, ormai non viene neppure più pensata dal malcapitato. Tu forse credi che F. R. di Milano (che si è fatto 4 anni di prigione*) abbia potuto chiedere a sua moglie: “In che modo mi hai mai segnalato la tua contrarietà nelle centinaia di incontri (=stupri) di cui mi accusi?”. Non ha potuto porla perché è irrilevante che essa avesse o meno segnalato la sua contrarietà. E’ irrilevante che il maschio sia a conoscenza o meno della volontà femminile. La donna non è tenuta a manifestare – prima e durante - la sua opposizione. Questo è di capitale importanza. Lo decide dopo, ed è stupro comunque, qualsiasi cosa sia avvenuta tra i due. Che sia violenza o meno lo decide lei autonomamente, quando vuole, a prescindere in maniera assoluta da quel che accadde. Lo stiamo dicendo da sempre.
Questa è la situazione nella quale diventa razionale la mia proposta di impunità per le false denunce. La prospettiva dalla quale parti tu appartiene al passato (e forse al futuro) ma non al presente. Oggi la domanda che tu poni alla pre-denunciante: “Sei veramente sicura di essere stata stuprata?” è assurda. Infatti la risposta è: “Si capisce che ne sono sicura: lo decido io in questo momento!”.
Le considerazioni maschili del tipo “Lei deve provare che andò come dice!” o quest’altra: “Proverò la mia innocenza!” ovvero: “Beh, in fondo è la sua parola contro la mia!” sono assolutamente fuori della realtà. Lei non deve provare nulla e tu non puoi controprovare alcunché. Lei decide quando vuole (anche anni dopo) se fu violenza o meno. Insindacabilmente. I fatti non contano niente**. Precisamente come è per le molestie,dove la sola cosa che conta è il "gradimento" o meno. Quello che tu hai detto, fatto, le tue intenzioni, il suo comportamento etc. non hanno la minima rilevanza. Ma non lo sapevamo?
Questo è lo stato delle cose e su questo si basavano le mie considerazioni. Lo davo per scontato, assolutamente. Perciò la tua osservazione mi lascia basito, ma almeno rende chiaro uno dei motivi per cui alcuni non mi hanno capito (altri non concordano cmq, ma questo va da sé).
Per analogo motivo mi lasciano stupefatto le considerazioni di Jason: ”Né sposati, né conviventi!”. Ma questo non c’entra assolutamente nulla. Quello che oggi davvero un uomo deve fare, se vuole dormire sonni tranquilli, è non fare sesso con nessuna, giacché qualsiasi donna con cui sia stato, può denunciarlo (anche anni dopo). Ma questo lo sappiamo da sempre, è una acquisizione elementare, basilare in ambito Momas. Non lo si sa? Sono basito.
Quando M.N. di Brescia (2,5 anni di prigione + 2 ai domiciliari*) si vide recapitare la querela e la lesse, si mise a ridere (me lo disse egli stesso). “A chi mai ho fatto violenza? Quando mai qualcuna mostrò opposizione? E perché avrei dovuto forzarne una visto che ne ho quante ne voglio?” (E’ un uomo ricchissimo). E chi poteva essere la denunciante? Una qualsiasi con cui era stato. La prima moglie, una delle fidanzate intermedie, la moglie attuale. Un’amante. Che differenza fa?
Questo è lo stato delle cose e solo alla luce di questo ha senso quel che ho detto. Se fosse possibile “provare” che non vi fu reato, allora tutto cambierebbe. Ma non è possibile perché è la parola della donna ciò che decide e conta. Perciò non resta che lasciare impunita la sua auspicata resipiscenza. Se invece prevede sanzioni o fastidi, non ha che da confermare quel che denunciò e il gioco è fatto, perché nessuno la può smentire. La rovina del malcapitato è garantita. Torino: come siamo venuti a sapere che non vi fu stupro? Perché la ragazza si è pentita. I fatti non contano più nulla.
Davo tutto questo per ovvio. Assolutamente. Un errore clamoroso, il mio.
Alle altre osservazioni risponderò a giorni.
(*è ovvio che queste “deboli” condanne sono dovute al fatto che i due furono giudicati con le leggi precedenti la “Maroni” la quale – tra l’altro - ha abolito la Gozzini.)
(**se i fatti contano ancora, e in qualche sentenza succede, è perché si tratta di scorie del passato, di trascinamenti dell’epoca "maschilista" e perciò destinati a sparire).