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L'OCCIDENTE PUÒ “ESPORTARE” I DIRITTI DEI GAY?
« il: Dicembre 21, 2011, 15:17:07 pm »
L'OCCIDENTE PUÒ “ESPORTARE” I DIRITTI DEI GAY?

DI KWEI QUARTEY
Foreign Policy in Focus

Nel corso della riunione tenuta nello scorso ottobre a Perth in Australia dei Capi del Governo del Commonwealth (CHOG), il Primo Ministro britannico David Cameron ha redarguito alcuni dirigenti africani che, se le loro nazioni dovessero bandire l’omosessualità, potrebbero rischiare di perdere gli aiuti economici del Regno Unito.

Non abbiamo sicuramente anticipato la prontezza e la rabbia della risposta africano a questa dichiarazione. Per il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, 0 Commenti and 0 Reazioni”. Il solitamente pacato Presidente ghanese Atta Mills ha detto che il Ghana si impegna nel sostenere i diritti umani come stabilito dalla costituzione, ma “da presidente di questa nazione, non avvierò né sosterrò alcun tentativo di legalizzare l’omosessualità in Ghana”. Sfidando la dichiarazione di Cameron, il senato nigeriano ha approvato una legge che vieta i matrimoni dello stesso sesso e auspica una condanna a 14 anni di prigione per le persone colpevoli di essere omosessuali. Il consigliere presidenziale dell’Uganda John Nagenda, uno dei paesi più pericolosi al mondo per i gay, ha riferito che gli ugandesi sono “stanchi di queste lezioni" e che non possono essere trattati come dei "bambini".

L’ufficio di Cameron ha tentato di chiarire la dichiarazione, riferendosi ai diritti dei gay nel contesto più largo dei diritti umani. Quando sembrava che il furore si fosse placato, il Presidente Obama ha annunciato il 6 dicembre 2011 che la sua amministrazione utilizzerà gli aiuti all’estero per promuovere i diritti dei gay e delle lesbiche, anche combattendo i tentativi dei governi stranieri di criminalizzare l’omosessualità. Quasi simultaneamente al rilascio del memorandum di Obama, il Segretario di Stato Hillary Clinton, in un discorso al Palazzo delle Nazioni per il riconoscimento dello Human Rights Day, ha parlato di “un gruppo i cui diritti umani sono ancora oggi negati in troppe parti del mondo”: le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT). Clinton ha riconosciuto che la prestazione degli Stati Uniti riguardo i diritti umani delle persone gay è lungo dall’essere perfetta.

Reagendo alle dichiarazioni di Obama-Clinton, l’ugandese John Nagenda ha affermato che “l’omosessualità qui [in Africa] è un tabù […] e io posso dire che quest’idea della Clinton, di Obama, è qualcosa che verrà considerata odiosa”. Uno sguardo a come le nazioni africane puniscono le persone gay o quelli sospettati di essere omosessuali ci dà il senso di quanto pervasiva sia diventata l’omofobia in molte di queste nazioni. Poco importa, a proposito, che molte di essere siano firmatarie dell’altisonante Statuto Africano sui Diritti Umani e dei Popoli, il cui articolo 28 afferma che “ogni individuo deve avere il dovere di rispettare e considerare le persone che gli sono vicine senza discriminazione, e di mantenere relazioni finalizzate alla promozione, alla salvaguardia e al rafforzamento del mutuo rispetto e della tolleranza.”

Politiche di aiuti
Secondo Richard Dowden della Royal African Society, quest’anno i fondi per gli aiuti del Regno Unito sono di 12 miliardi di dollari. Il Ghana, ad esempio, prende 133 milioni di dollari. Dowden dice che “i governi destinatari in Africa […] sanno che i donatori devono raggiungere i propri obbiettivi […] e che i canali di comunicazione sono molto trafficati. Quindi, molto spesso, il potere è nelle mani dei governi africani, e non dei donatori occidentali.”

Un'altra ragione che suggerisce il perché le nazioni africane hanno sorprendentemente voluto respingere le proposte di Stati Uniti e Regno Unito sui diritti umani è data dalla sempre più forte presenza cinese in Africa, che rassicura i dirigenti africani per avere una fonte di aiuti alternativa. In questo articolo di Foreign Policy In Focus, “America vs China in Africa”, Francis Njubi Nesbitt ha scritto in modo eloquente come l’Occidente non sia stato capace di rispondere alla sua imminente sostituzione come forza politica ed economica dominante nel continente.

Come l’autore e economista nato in Zambia Dambisa Moyo, alcuni critici ritengono che questi aiuti dai paesi ricchi stanno distruggendo l’Africa. Ma le nazioni donatrici non digeriscono facilmente l’ipotesi di togliere precipitosamente gli aiuti nelle zone critiche. Ad esempio, il governo statunitense ha speso una media di 308 milioni di dollari l’anno per i programmi anti-HIV/AIDS in Nigeria, e il Regno Unito altri 31 milioni. Anche se il ritiro di questi fondi andrà certamente a colpire i gay nigeriani, un numero ben maggiore di omosessuali, in modo particolare donne, ne patiranno le conseguenze, dato che il sesso eterosessuale è responsabile dell’80-95 per cento della trasmissione di HIV in Nigeria.

Interferenze con le consuetudini sociali
I politici africani si sono arrabbiati per quello che percepiscono come un’interferenza occidentale nelle “norme sociali africane” e un’“imposizione di valori culturali esterni”. Di tutti i diritti umani a disposizione di Cameron e Obama per le loro preoccupazioni, quelli dei gay sono tra i più infiammanti.

L’idea superficiale ma diffusa tra molti africani è che l’omosessualità è un “male” portato nel continente dagli occidentali. Come evidenziato in molti scritti, c’è una vasta evidenza del contrario. Il libro affascinante Boy-Wives and Female Husbands esplora le pratiche indigene omosessuali in quattro diverse regioni geografiche dell’Africa. L’antologia include i primi racconti degli esploratori europei come Cavazzi e Cardonega, che nel XXVII secolo descrivevano l’attività omosessuale tra gli uomini africani. Testimoniando questi comportamenti, gli europei scioccati reagirono allo stesso modo degli attuali leader africani, biasimando quelle che descrivono come “pratiche sporche”, “errata lussuria maschile” e “peccato abominevole”. Per quanto incredibile possa sembrare, le importazioni europee in Africa potrebbero riguardare non tanto l’omosessualità, quanto l’omofobia.

Considerate quanta parte del linguaggio arcaico delle leggi scritte in Africa sia basato sulla common law britannica. Ad esempio, la Sezione 104 del Codice Penale del Ghana si riferisce a una “innaturale conoscenza carnale”, definita tortuosamente come “rapporto sessuale con una persona in modo innaturale o con un animale”. Deriva da testi antichi come quello di questo pagina in A Treatise of Pleas of the Crown di William Hawkins, la cui prima edizione fu pubblicata nel 1716. non c’è una menzione specifica degli atti omosessuali, se sembra che gran parte dei ghanesi abbia fuso omosessualità con pedofilia, sodomia e criminalità. Sembra esserci poca comprensione che l’amore tra uomini e donne dello stesso sesso riguarda una vasta gamma di comportamenti, da una frequentazione ravvicinata a salire, ma che non necessariamente comporta un rapporto sessuale. Ma in un paese profondamente religioso dove molti ricavano le proprie convinzioni omofobiche dai pastori moralisti che attizzano il parossismo e sollecitano i giovani a diventare sempre più pii, c’è poca speranza per un rapido cambiamento.

Sembra un paradosso che l’omofobia sia in crescita in Ghana, dove da tempo è normale per gli uomini tenersi per mano in pubblico o avere un contatto fisico, e dove gli abbracci indolori, l’attrazione romantica e l’omoerotismo sono frequenti tra gli studenti dei collegi.

Il sostegno dei gay in Africa

Va tutto bene per Cameron, Obama e la Clinton nel rilasciare proclami da migliaia di miglia di distanza. Ma aiutano davvero i gruppi di sostegno ai gay africani nel combattere sul posto nei rispettivi paesi? In un post sul blog MyWeku.com, N. Thompson scrive, “Se il programma di Cameron fosse quello di supportare gay e lesbiche in tutta l’Africa, allora ha fatto davvero un pessimo lavoro.”

Un gruppo di attivisti africani ha inoltre dichiarato: “Anche se le intenzioni potevano essere quelle di proteggere i diritti delle persone LGBTI [lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali], la decisione di tagliare gli aiuti trascura il ruolo dei movimenti LGBTI e di giustizia sociale del continente e crea un serio rischio di una forte rivalsa contro le persone LGBTI.”

In conclusione, il triumvirato Obama-Cameron-Clinton potrebbe aver reso un disservizio a quelli che pretendono di aiutare. D’altro canto, se l’Uganda dovesse finalmente approvare dopo un tira e molla la legge sulla pena di morte per l’omosessualità, è difficile immaginarsi come il governo statunitense possa incrociare le braccia e fare niente. Dovrebbe far ricorso a tutte le sue capacità per riuscire a camminare sul ciglio tra saggezza e ingerenza.


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Fonte: Can the West "Export" Gay Rights?

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''