Queste sono le grandi giornaliste femministe le quali vengono pagate una barca di soldi per scrivere articoli sui film che hanno commosso di più gli uomini , con aggiunta di frase misandrica(la ciliegina sulla torta).
Quando si dice persone utili alla società!
Attenzione... non siate così veloci con la "barca di soldi" e le "grandi giornaliste femministe".
Lo so per conoscenza diretta, quelli che che scrivono per le redazioni online sono generalmente precari pagati una miseria, veramente spiccioli (10-15 € a pezzo) a cui i pezzi vengono commissionati dagli esperti di marketing del sito, in base al "target" del sito stesso. Nel senso, tu non scrivi un pezzo perché ti va di scriverlo su quell'argomento lì, ma te lo impongono dall'alto. Ti danno uno spunto, qualsiasi cazzata gli venga in mente, e devi tirargli fuori un articoletto con certi crismi.
Infatti non è né un Op-Ed (un pezzo d'opinione) né niente di "serio": è un riempitivo, qualcosa di leggero e poco impegnativo per attrarre lettori e far ticchettare il ranking e la pubblicità del sito.
L'autrice dell'articolo in questione, per l'appunto, si è laureata in "Innovazione e Sviluppo" (
ecchecchusè?) nel 2009, tra l'altro abbondantemente fuoricorso contando che si è immatricolata nel 2001. (Fonte LinkedIn)
Non credo sia giusto accanirsi contro chi fa questo tipo di lavoro... e non per altro ma perché potrei finire a farlo pure io quando (e se) mi becco la triennale (studio Lettere Moderne)... è pur sempre un occasione per far pratica, per chi vuol fare il giornalista come il sottoscritto.
O, cinicamente, è il desolante capolinea professionale di coloro che volevano fare i giornalisti ma non ne hanno il talento, la cultura e l'inclinazione.