E' inutile Guit che ti spieghi cosa c'è che non va, il punto è che il nostro è un problema di diversa percezione. Ho avuto infinite discussioni con amici e conoscenti relativamente alla questione e, sono certo che tu lo saprai bene, non se ne viene a capo. La cosa che mi ha sempre rammaricato però (nella vita e in tutti i campi dello scibile) è non poter sentire con la percezione dell'altro. Quando l'altro cioè mi vuole comunicare quello che un determinato musicista gli trasmette. Mi piacerebbe sentire quello che sente lui.
Ma mi rendo conto che è impossibile, entrerei nell'onniscienza.
Capisco, è una cosa insondabile e forse è giusto così. Quello che mi stupisce è che sono cresciuto con amici appassionati come noi di chitarra: Vai e Henderson stanno sulla stessa barca, parlano la stessa lingua. Sei il primo che conosco che apprezza solo Vai senza essere affascinato da Henderson.
Per quanto riguarda invece la tecnica, Henderson, che ho visto suonare più volte a un metro di distanza, è un riferimento assoluto. Posso capire che non ti becca emotivamente, ma contratto e che usa male la leva no. Un chitarrista una cosa del genere non me la può dire.
E' l'unico che ho conosciuto a suonare per ore senza errori. Le sue mani e la sua testa lavorano in condizioni in cui l'errore, la sbavatura, l'imperfezione, in pratica non vengono nemmeno presi in considerazione.
Mi piace molto anche di testa. Una volta, quando suonava con i Tribal Tech insieme a Gary Willis, si presentò sul palco dicendo al microfono che lui era Jimmy Page (considera che era un concerto per jazzisti). <<I'm Jimmy Page>>, disse, e attaccò con il riff di Whole Lotta Love che poi andò via via trasformandosi, con armonizzazioni progressive, in un'armonia dal sapore holdsworthiano.
Tecnicamente, sia sullo strumento che come conoscenza teorica, è un mostro.