Non ti seguo. Cioè?
In tutta la musica esiste il problema della *risoluzione* che vale tanto per le intere frasi musicali quanto per i singoli suoni e costituisce quello che tecnicamente si dice *dinamica*. La dinamica si costituisce di più sul tempo e sul modo di "morire" del suono, che su quello di nascere. E' più importante come una nota sfuma di come inizia, perché?
Perché quando un suono finisce l'orecchio cerca altri suoni, ed è quindi fondamentale la fine del suono per consentire ai vari strumenti o al contrappunto di formare l'insieme ritmico e armonico.
Senza la morte delle note non esiste arrangiamento. Prendi il modo commerciale di usare la voce di oggi, la voce tende sempre a coprire la musica di accompagnamento ed è quasi onnipresente, anche nei punti dove potrebbe tacere. Questo, se ci aggiungi il vizio delle cantanti di "abbellire" con note aggiunte e gorgheggi la melodia (quello che io chiamo il canto ornamentale), è una sorta di assassinio della canzone.
In quei brani non c'è musica, c'è solo un continuo rumore vocale che copre un continuo rumore di fondo.
Ora questo non va assolutamente confuso col volume. Anche in generi ipersaturi come il metal, dove non c'è traccia di silenzio, vale la stessa identica legge. Anni fa inizia a suonare con un gruppo punk ed ero convinto, forte dei miei studi, che sarebbe stata una passeggiata un po' noiosa. Te l'immagini uno abituato ai virtuosismi che si mette a fare le triadi maggiori e minori, nella migliore delle ipotesi, se non semplicemente i power chord? Bene. All'inizio feci una figuraccia. Non sapevo più suonare. Cioè sapevo suonare ma non avevo capito niente, il linguaggio e le dinamiche tipiche di quel genere mi erano sconosciute e per arrivare all'efficenza ritmica del mio collega chitarrista, che faceva "rotolare" la sua telecaster in perfetta sintonia col resto del gruppo, ci impiegai diversi mesi. Di studio, sì, esattamente di studio. E chi immaginerebbe che uno deve studiare musica punk? Perché pure lì le note dovevano finire e si doveva farle finire bene. E per imparare mi sono dovuto ascoltare dischi e dischi, altrimenti ero come un analfabeta che pretendeva di scrivere, malgrado di difficoltà tecniche (nel senso più manuale del termine) ce ne fossero pochissime.