http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2012/01/03/visualizza_new.html_20337201.htmlUn suicidio al giorno tra i disoccupati: una ricerca dell'Eures, istituto di ricerche economiche e sociali, relativa al 2009, già delineava un aumento record dei suicidi per motivi economici.
E che a pagare questo prezzo sono sempre più gli uomini, più fragili rispetto alla perdita di ruolo determinata dal licenziamento. Come è stato anche evidenziato dagli ultimi fatti di cronaca, che hanno visto piccoli imprenditori, ma anche un pensionato, in crisi economica decidere di togliersi la vita. Sono stati 2.986 i suicidi commessi in Italia nel corso del 2009, anno in cui non era ancora evidente la portata della crisi economica, con un aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente.
Un incremento che riguarda sia gli uomini che le donne, ma
l'incidenza della componente maschile (78,5% contro il 21,5% di quella femminile) raggiunge nel 2009 il valore più alto mai registrato negli ultimi decenni, con un indice di mascolinità pari a 364,4 suicidi compiuti da uomini ogni 100 femminili. In costante aumento l'incidenza maschile è anche nei tentati suicidi. Ciò che sembra caratterizzare il fenomeno è la sua forte interdipendenza con la crisi economico-occupazionale: sono stati infatti 357 i suicidi compiuti da disoccupati nel 2009, con una crescita del 37,3% rispetto al 2008, generalmente compiuti da persone espulse dal mercato del lavoro (76%).
Anche in termini relativi appare evidente come il lavoro costituisca un vero e proprio discrimine: nel 2009 si registrano infatti ben 18,4 suicidi ogni 100 mila disoccupati contro 4,1 suicidi tra gli occupati. Un ulteriore indicatore del rapporto diretto tra il fenomeno e la crisi è rappresentato dal numero dei suicidi per ragioni economiche, che raggiungono proprio nel 2009 il valore più alto degli ultimi decenni (198 casi, con una crescita del 32% rispetto al 2008 e del 67,8% rispetto al 2007). In termini relativi, i suicidi per motivi economici arrivano a rappresentare nel 2009 il 10,3% del fenomeno "spiegato" a fronte di appena il 2,9% rilevato per il 2000.
Ed è un fenomeno quasi esclusivamente maschile (95% dei casi nel 2009), a conferma di come questo si leghi alla acquisizione/perdita di identità e di ruolo sociale definita dal binomio lavoro/autonomia economica. A livello generale, il suicidio è più diffuso tra gli anziani, e più al Nord che nelle altre aree del Paese, anche se nel Mezzogiorno si è registrata nel 2009 la crescita più consistente.
Vabbè cose che suppergiù si sapevano già ma è da notare la questione che ne viene fatta in termini relativamente al ruolo maschile col lavoro:credo sia la prima volta che leggo un articolo della stampa generalista con considerazioni così peculiari da QM.
Si tratta di un dramma immenso ma il fatto che la questione inizi ad essere vista in questi termini mi fa un (pochino) bene sperare per il futuro della QM.