Sì, certamente la scelta più equilibrata e razionale è la seconda.
Comunque, personalmente, per quanto riguarda la storia di genere non ho molte obiezioni agli studi che vengono fatti dalle femministe. Quello che contesto sono i loro scritti "filosofici", con mille virgolette, in cui sostengono delle teorie a dir poco grottesche, e la loro interpretazione di ogni dato dell'attualità in termini di questioni di genere. Peraltro, io non sarei neppure incline a chiamare ancora "femminista" questo tipo di atteggiamento, perché ha completamente deragliato rispetto agli obiettivi del primo, vero autentico movimento femminista, ovvero quello della parità di diritti fra uomini e donne.