In rilievo > Osservatorio sulla Misandria e sul Male-bashing
Misandria su Facebook
Frank:
AndOr
--- Citazione ---A livello teorico infatti nessuno è costretto di nulla se non della propria sopravvivenza, difendere l'incolumità delle persone o svolgere i lavori pesanti della società è OGETTIVAMENTE un atto di solidarietà, non mi interessa se poi sia SOGGETTIVAMENTE voluta (dalla società come tradizione) e imposta (per motivi oggettivi di efficacia) gioco forza quando nessun'altro si fa avanti e non ci sono alternative è un altro discorso nonchè un altro lato della stessa medaglia.
--- Termina citazione ---
Ecco, AndOr, hai detto le parole giuste:
"non mi interessa se poi sia SOGGETTIVAMENTE voluta (dalla società come tradizione) e imposta (per motivi oggettivi di efficacia)"
Quindi anche a me non interessa se la c.d. solidarietà di genere femminile, sia originata dall'opportunismo oppure da altro, perché quello che conta è "il risultato finale".
E quel risultato dice che oggi, anno 2016, le vincenti sono loro e non gli uomini.
E lo sono perché a differenza degli uomini sanno anche "compattarsi".
--- Citazione ---Secondo te per esempio Flacone, Borsellino solo per citare i due più famosi hanno rischiato e sacrificato la loro vita perchè glielo avevano imposto ?
Quante donne conosci disposte a correre certi rischi?
--- Termina citazione ---
AndOr, io non sono mica una femminista, eh... :cool:
Mettere in evidenza anche il lato oscuro maschile, non equivale certamente a non riconoscere i meriti di uomini coraggiosi come Falcone e Borsellino.
--- Citazione ---se noti tutto il progresso della scienza e della tecnica è semplicemente dovuto ad una quasi esclusiva efficacia di collaborazione maschile,
--- Termina citazione ---
AndOr, ne parlavano già i cosiddetti pionieri della QM.
http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616
--- Citazione ---Joker
view post Inviato il: 23/12/2003, 00:38
Si sa, sono più intelligenti, sono più questo, sono più quello... blablabla... tante chiacchere solo chiacchere. Sono contento allora di far parte del "sesso inferiore", quando in questa sponda condivido la mia inferiorità con altri esseri inferiori e abietti come Einstein, Leonardo da Vinci, Picasso, Buddha, Gesù, Abramo, Aristotele, Darwin, Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Machiavelli, Dostoevskij, Verga, Beethoven, Mozart, Dante Alighieri, E.A. Poe, Omero, Manzoni, Leopardi, Cartesio, Marco Polo, Platone, Nikola Tesla, Ghandi, Isaac Newton, Archimede, Michelangelo, Alessandro Volta, Lenin, Galileo, Van Gogh, Churchill, Confucio, Freud, Che Guevara, M.L. King, Malcolm X, Spielberg, George Lucas, Walt Disney, Tolkien, Pelè, Muhammad Alì, Michael Jordan, Bruce Lee, Andrè Agassi, Carl Lewis, Pavarotti, Sinatra, Stevie Wonder.... etc.etc.etc.etc.etc.etc....
Se questi personaggi, se questa Storia, è il prodotto dell'inferiorità maschile, allora è questo che voglio essere, inferiore, inferiore come Dante, come Einstein, come Mozart, inferiore come i 2000 anni di storia che ho alle spalle ed è storia Maestosa, passata anche attraverso il sangue e l'ingiustizia molte volte, passata attraverso gli Hitler o gli Stalin, ma anche questi combattuti solamente da Uomini, che con il loro sangue e sacrificio hanno fatto si che adesso si possa vivere liberi, certo non mi risulta che le donne siano scese in piazza a bruciare i reggiseni per sconfiggere il nazismo, come sempre, è più facile attaccare un bersaglio già ferito e a terra, nella logica della più subdola vigliaccheria...
Se tutto questo significa essere "inferiori", se il termine "inferiore" significa stare sotto a qualcosa di "superiore", allora è questo che facciamo da anni noi Uomini : stare sotto, a reggere le fondamenta del mondo, lasciando cullare nella loro beata ignoranza coloro che stanno "sopra" e si dichiarano superiori, inconsci del fatto che, in tutte le strade dove posano i loro fatati piedini, in ogni palazzo o grattacielo in cui portano i loro plastificati sederini, in ogni nave aereo o treno in cui alloggiano i loro ultra-rittoccati nasini... in ognuno di quei luoghi fisici o non fisici dove portano la loro "superiorità", da qualche parte, nascosta o ben visibile, c'è firmata con lacrime e sangue la grandezza dell'Uomo, quella grandezza attraverso cui oggi ogni essere umano dell'Occidente può dirsi libero e padrone del proprio destino.
Se avere libertà significa sentirsi liberi di
offendere, insultare, denigrare, attaccare,
schernire, svilire, umiliare, irridere, aggredire
chi si ritiene sia inferiore... allora significa che
la Democrazia ha fallito, significa che al
primo colpo ben assestato questa scala di valori
che sono il rispetto per il prossimo, l'umiltà, la
deferenza nei confronti di chi è morto e muore
per garantirci uno stile di vita pieno di lussi e
agiatezza, al primo colpo ben assestato tutto
crollerà come un castello di carta, e allora lì si
che saran dolori per tutti...
Allora avanti i Talebani,
avanti il Medioevo...
...se la democrazia ha fallito,
è questo il destino dell'Occidente.
E al momento non ho ragioni per credere che la democrazia
non stia fallendo. Quando vedo che, negli anni 2000, il razzismo
contro un'intera fascia della popolazione (3 miliardi di persone)
viene portata avanti dallo stato e dall'altra parte del cielo, allora
davvero mi rendo conto che la democrazia sta fallendo.
--- Termina citazione ---
@@
ps: anni fa, un paio di mie conoscenze, dicevano che solo la religione può "compattare" gli uomini e aggiungevano che l'odierna incapacità maschile di far gruppo contro le donne, è causata in primis dalla società secolarizzata in cui viviamo.
Da non credente e da non esperto in materia quale ero (e in parte ancora sono; perché c'è sempre da imparare), non credevo molto a tali affermazioni.
Ma ora, a distanza di anni, credo proprio che in quelle parole ci fosse un bel fondo di verità.
Jason:
Frank
--- Citazione ---E lo sono perché a differenza degli uomini sanno anche "compattarsi".
--- Termina citazione ---
Questo solo perchè gli uomini, eccetto noi quattro gatti e quelli che piano piano si stanno rendendo conto delle nostre tematiche, non si sanno più compattare .
Faccio un esempio pratico . Se ci sono due squadre in campo , di cui una cammina e l'altra sta ferma , è ovvio che quella che cammina sempra potente , non appena quella ferma corricchia un pò si ribalta tutto violentemente .
La loro "compatezza" è molto più labile di quanto gli uomini potrebbero fare .
Vicus:
--- Citazione da: Frank - Luglio 15, 2016, 19:14:38 pm ---ps: anni fa, un paio di mie conoscenze, dicevano che solo la religione può "compattare" gli uomini e aggiungevano che l'odierna incapacità maschile di far gruppo contro le donne, è causata in primis dalla società secolarizzata in cui viviamo.
Da non credente e da non esperto in materia quale ero (e in parte ancora sono; perché c'è sempre da imparare), non credevo molto a tali affermazioni.
Ma ora, a distanza di anni, credo proprio che in quelle parole ci fosse un bel fondo di verità.
--- Termina citazione ---
E' così, non c'è che dire. Gli uomini trasmettono la civiltà ed hanno bisogno di un quadro simbolico di riferimento. Gli uomini non si uniscono in nome di ideali deboli e astratti come Costituzione, tolleranza e fratellanza. Le culture forti e vincenti sono quelle con un solido radicamento nel sacro.
Fino ad oggi, non è mai esistita sulla terra una cultura atea, e la nostra è al capolinea. Contrariamente a quel che si crede, l'ateismo non è un fenomeno naturale né spontaneo, per sradicare i popoli europei dalle loro radici cristiane (e formattare le donne come oggi le conosciamo) sono stati necessari ingenti mezzi anche violenti, da parte di gente tutt'altro che atea (anche se aveva ed ha le credenza più strampalate).
Frank:
--- Citazione da: Jason - Luglio 15, 2016, 20:07:17 pm ---Questo solo perchè gli uomini, eccetto noi quattro gatti e quelli che piano piano si stanno rendendo conto delle nostre tematiche, non si sanno più compattare .
Faccio un esempio pratico . Se ci sono due squadre in campo , di cui una cammina e l'altra sta ferma , è ovvio che quella che cammina sempra potente , non appena quella ferma corricchia un pò si ribalta tutto violentemente .
La loro "compatezza" è molto più labile di quanto gli uomini potrebbero fare .
--- Termina citazione ---
Jason, infatti io non ho scritto che "la squadra femminile è più potente", bensì che nel nostro contesto sociale, qui e ora, e a differenza degli uomini odierni di questa parte di mondo, le suddette sanno compattarsi.
Ma è chiaro che se gli uomini facessero altrettanto, le perdenti sarebbero loro e forse ora non ci sarebbe neppure bisogno dell'esistenza di forum come questo.
In merito basta prendere come esempio i musulmani. *
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* Non perché siano per me "un esempio" (anzi, per certi versi li detesto profondamente); è solo per rendere l'idea.
Frank:
Frank
--- Citazione ---In merito basta prendere come esempio i musulmani. *
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* Non perché siano per me "un esempio" (anzi, per certi versi li detesto profondamente); è solo per rendere l'idea.
--- Termina citazione ---
http://corrieredellumbria.corr.it/news/lapis-/227698/una-guerra-che-per-ora-ci-vede-perdenti.html
--- Citazione ---
Una guerra che per ora ci vede perdenti
di Sergio Casagrande
16/Luglio/2016 - 13:27
Qualcuno la chiama guerra tra civiltà. Qualcun altro guerra di religione. Ma non è né l’una, né l’altra.
Quella alla quale stiamo assistendo, con il rincorrersi ormai quasi quotidiano di scenari dell’orrore creati da terroristi e kamikaze (a volte improvvisati e a volte perfettamente addestrati), è una guerra di principi e di valori. Principi e valori che loro, quelli che ci attaccano, hanno ben presenti, validi, solidi e incrollabili. Principi e valori che invece noi, vittime costrette alla difesa, non abbiamo. O abbiamo troppo blandi. Sicuramente insufficienti a darci la forza per rispondere in maniera adeguata alla portata dell’attacco che stiamo ricevendo.
Questa guerra, infatti, è su principi e valori che noi non possiamo o non siamo in grado di contrapporre.
Loro, per esempio, hanno fortissimo il valore identitario di quello che fanno: lo fanno per quella che considerano la loro patria (lo Stato Islamico); lo fanno nel nome di Dio e del loro popolo che considerano composto da fratelli. Considerano il martirio la loro massima aspirazione. Hanno il disprezzo della vita e della morte al punto che molti di loro conducono la prima addestrandosi militarmente per arrivare il più rapidamente e gloriosamente possibile alla seconda.
Il sangue li esalta. Hanno un’unica bandiera per la quale sono pronti a immolarsi. Sono una comunità fortemente coesa.
Noi, invece, non solo non abbiamo questi stessi valori (se possiamo chiamarli tali) e principi. E, questo, comunque, è di certo un bene. Ma non abbiamo neppure quei principi e quei valori con i quali, quando c’è una guerra, dovremmo difenderci e combattere: il senso della patria è sbiadito; quello dell’Europa che ci accomuna è a pezzi; quello di un Occidente o di una comunità culturalmente e socialmente affine è inesistente.
La fratellanza, tra noi, è un concetto che non va al di là dei confini della nostra famiglia. E a volte non raggiunge neppure quelli.
Il senso del dovere, in molti Paesi (come l’Italia), è ormai una rarità. La responsabilità e la necessità di fare delle scelte ci paralizzano o ci inducono a temporeggiare. La morte ci fa paura anche solo pronunciandola. E dare la propria vita per servire il Paese, la comunità o difendere qualcuno o qualcosa o anche semplicemente metterla in pericolo per ragioni di umana solidarietà non ci passa neppure per la testa.
E non è tutto: la parola eroismo è qualcosa che ormai troviamo solo nei libri di storia. E i nostri militari (insieme alle nostre forze dell’ordine) li releghiamo, da qualche decennio, in un secondo piano, emarginati nei discorsi,nei pensieri e nelle considerazioni. In Italia abbiamo addirittura eliminato il servizio militare obbligatorio bollandolo con l’infamia di non essere né educativo, né formativo.
Ora il problema è che la guerra è già iniziata. E che è una guerra mondiale, che colpisce o anche più semplicemente minaccia ormai tutti gli Stati indistintamente, da quello più piccolo e indifeso al mondo (la Città del Vaticano) a quello che più grande e potente al mondo (la Russia).
Da una parte ci sono loro, gli jihadisti e i fiancheggiatori del Daesh che ci attaccano; e dall’altra ci siamo noi, che agli attacchi non riusciamo a rispondere.
Loro sanno come, dove e quando colpirci. E continueranno a farlo con tutta la violenza possibile.
Noi, invece, ancora ci ostiniamo a ripetere a noi stessi che è sufficiente intensificare i controlli sui nostri territori e, al massimo, che è necessario cambiare un minimo i nostri stili e le nostre abitudini. Con il solo risultato che ci ritroviamo puntualmente a contare altri morti e a vedere nuovi orrori.
Dove e quando torneranno a colpire non lo sappiamo. Ma è certo che lo faranno. Come è certo che saremo sicuramente costretti a vederne altri di orrori. E a contarne ancora molte di vittime.
Pensare che questa volta ci è andata bene e sperare che la prossima non sia da noi, non ci mette di sicuro al riparo.
--- Termina citazione ---
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