Autore Topic: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani  (Letto 1720 volte)

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Offline jorek

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Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« il: Gennaio 17, 2012, 19:12:34 pm »
Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
di Andrea Fais - 17/01/2012

Fonte: statopotenza

 

Ricordiamo tutti il Popolo Viola: questa creatura politicamente informe, che per oltre un anno ha riempito le piazze italiane, gridando alle dimissioni di Berlusconi. Una creatura colorata, di cui ho in passato trattato personalmente all’interno del sito “Conflitti e Strategie”, individuando attendibili collegamenti tra la macchina dell’antiberlusconismo di piazza e quella dell’antiberlusconismo dei poteri forti. Del resto, i meeting viola organizzati dalla London School of Economics, prestigioso tempio “liberal” del capitalismo anglosassone, lasciavano poco spazio alla fantasia. Travaglio ebbe, proprio a ricordare come in Italia ci trovassimo in un condizione di totale anomalia rispetto al resto dell’Occidente, confortandosi con gli autorevolissimi dati forniti da Freedom House, struttura di ingerenza e soft-power legata a doppio filo con il governo degli Stati Uniti: una garanzia insomma. In quel caso, il numero fece la forza: tutto questo gruppuscolo di sigle e di associazioni no-profit cominciò a smuovere milioni di persone, con adesioni all’interno di quella “minoranza rumorosa” che vedeva in Berlusconi il solo ed unico male dell’Italia. Le forze della sinistra radicale, che ancora presumono di richiamarsi al comunismo storico, cercarono così di cavalcare – fallendo per evidente sproporzione di forze in campo – l’ondata, dialogando con quelle realtà e prestandosi alla linea del “Berlusconi first”. Molti esponenti politici parlarono, difatti, proprio della necessità di costituire una sorta di nuovo CLN esclusivamente pensato per cacciare Berlusconi, attraverso azioni dimostrative di strada o pressioni pubbliche.
Abbiamo visto cosa è accaduto: le immagini del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011 hanno fatto il giro del mondo, regalando al pianeta un’immagine dell’Italia assolutamente devastata e manipolata, grazie alla distorsione mediatica operata da qualche migliaio di esagitati. Pareva che il governo Berlusconi fosse in uno stato del tipo “centoventi giornate di Sodoma”, perso tra festini orgiastici e vizi borghesi, mentre l’Italia stesse affondando, preda di uno spread senza freni. Non si sapeva cosa significasse precisamente questo oscuro vocabolo finanziaro, ma fu abbastanza per allineare le richieste di Di Pietro o di Vendola a quelle del Sole24Ore: “Fate presto!”. Il resto lo sappiamo.
Il governo tecnico si impone con un colpo di coda gestito dal Quirinale, senza alcuna interpellanza elettorale, si stabilisce in pianta stabile con l’intenzione solida di restare sino alla fine del mandato naturale della legislatura (2013) e di apportare pesantissime manovre economiche e fiscali, per giustificare provvedimenti da macelleria sociale. I bicchieri di champagne stappati dalle sinistre diventano improvvisamente indigesti, restano sullo stomaco: le facce terrorizzate e sbiancate di chi fino al giorno prima aveva fatto di tutto perché si creassero le condizioni per le dimissioni di Berlusconi, erano già allora evidenti. Cosa raccontare al proprio elettorato? Di aver appoggiato un golpe bianco e poi di essersi accorti della gran debacle? Un po’ strano come meccanismo. Dunque, meglio inventarsi una fantomatica continuità tra Berlusconi e Monti, prolungando per inerzia la farsa del teatrino antiberlusconista degli ultimi dieci anni: “Berlusconi è andato via, ma il berlusconismo è rimasto e rivive in Monti, dunque contestiamolo”.
La bufala è andata. Qualcuno – quasi tutti – ci ha creduto. D’altronde se hanno creduto per dieci o quindici anni ad uno come Bertinotti, ormai potrebbero bersi anche l’acqua del mare pensando che sia oligominerale. Chiaramente, la maggioranza più silenziosa e più produttiva del Paese, quella dei piccoli commercianti, degli operai non sindacalizzati (cioè, non disposti a farsi prendere per i fondelli dai sindacati gialli italiani), dei piccoli agricoltori, delle piccole imprese, dei piccoli esercenti e così via, non può stare a guardare lo spettacolino mediatico di una situazione al tracollo, malgrado l’abitudine di queste persone all’umiltà e al lavoro senza tante pretese, la loro dignità e la loro (virtuosa) incapacità a scadere nella ridicola boutade circense cgiellina del pubblico impiegato con un campanaccio al collo e un fischietto in bocca.
Così, in silenzio, e fuori dai profeti del dissenso e dai sindacati di potere, è sorto in Sicilia uno sciopero spontaneo ed autonomo degli autotrasportatori che si è esteso a macchia d’olio anche al mondo dell’agricoltura. Ufficialmente non vi sono collegamenti con alcuna forza politica, anche se a Catania pare sia stata avvistata qualche bandiera di estrema destra durante un comizio. In generale, insomma, il cosiddetto Movimento dei Forconi, pare essere al di fuori di qualunque sospetto: senz’altro ci sarà del qualunquismo e non mancherà la demagogia tipica del contesto di piazza e di contestazione pubblica, tuttavia la piattaforma sociale di lotta di persone che lavorano ogni giorno come muli è senz’altro trecento spanne superiore a quella di beceri indignados fuffaroli (apprezzati pure da Soros e Draghi… che è tutto dire…) o popoli “viola”, composti da ultrà del no-globalismo negriano o da esaltati lettori dei libelli pubblicati dal gruppo editoriale di De Benedetti.
Eppure la sinistra radicale italiana non ha perso tempo a lanciare strali e sospetti, boicottando in modo anche verbalmente violento lo sciopero. Siamo al colmo. Che abbiano ricevuto l’appoggio di qualche insignificante sigla di estrema destra o meno, queste persone lavorano ogni santo giorno e vivono sopra un camion per paghe non certo soddisfacenti, così come non certo bene se la passano i tanti braccianti e piccoli produttori della filiera agricola regionale. Pensare che movimenti politici minoritari ed assolutamente irrilevanti, come quelli di estrema destra, possano organizzare di colpo un movimento di protesta che blocca un’intera regione dello Stato, tra le più popolate, è letteralmente ridicolo. Dopo aver partecipato al coro alzato da Washington e dai suoi alleati contro la repubblica socialista di Gheddafi, schierandosi – con una silenziosa complicità – dalla parte dell’imperialismo, questi personaggi politici sembrano ancora non sufficientemente paghi di dare sfoggio della loro intima natura reazionaria e anti-sociale.
C’era un tempo in cui il Partito Comunista Italiano faceva il giro delle campagne e delle fabbriche, per conoscere le condizioni sociali in modo dettagliato e capillare cascina per cascina, stabile per stabile, raccogliendo pareri e consensi dal mondo del lavoro, spiegando poi loro, alla sera o durante i comizi alla domenica, i collegamenti tra quei loro problemi quotidiani di operai e contadini della provincia italiana, ed un sistema internazionale denso di contraddizioni e strategie di conflitto ardue e complicate. Parliamo di anni in cui era ancora l’emblema di Lenin a campeggiare nelle pareti delle sedi del partito, anni in cui era la Russia bolscevica il riferimento politico principale, anni in cui personaggi come Vendola, De Magistris o Bertinotti non avrebbero mai messo piede in un circolo politico comunista: roba in bianco e nero, confinata ormai alle sole figure del neo-realismo, come quella di Giuseppe Bottazzi. Son passati cinquanta anni, eppure sembra passata un’intera era geologica.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=41997

Offline Giuseppe83

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Re: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« Risposta #1 il: Gennaio 18, 2012, 14:30:33 pm »
Io lo dico che l'unica risposta al disagio sociale è l'estrema destra.

 http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/08/xenofobi-disinteressati-alla-politica-leuropa-giovani-sempre-destra/169103/

D'altronde l'Europa dei giovani è sempre più a destra (lì dove per destra si intende il nazionalsocialismo). L'articolo del FQ, ferma restando la loro malafede e incapacità di interpretare la realtà, dice il vero.

 http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/08/xenofobi-disinteressati-alla-politica-leuropa-giovani-sempre-destra/169103/


Offline jorek

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Re: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« Risposta #2 il: Gennaio 18, 2012, 16:25:19 pm »
io non penso sia buona questa storia dell'estrema destra o se sia vero...so solo che è vero che la sinistra è di fronte a un fallimento quasi storico. Ormai rimangono loro i popoli viola e arcobaleno, cioè quall'ammasso di persone borghesi e perbene che fingono di essere proletarie e rivoluzionarie perchè non accettano il fatto di essere broghesi e perbene.
Basta vedere come da sinistra schifino questo movimento di protesta contro il carovita in generale. Per i comunisti 50 anni fa questi eran i legionari ddella rivoluzione, ora sono solo dei bifolchi barricaderi

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Re: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« Risposta #3 il: Gennaio 18, 2012, 22:42:49 pm »
io dico che siamo in queste condizioni perchè non vi è più una sinistra e chiedere una maggiore destra vuol dire soltanto peggiorarle(le nostre condizioni).
bisogna fondare un movimento come fu il socialismo per il 900.

questi de "conflitti e strategie" hanno talmente il dente avvelenato con le sinistre ed i comunisti in particolare che se la prendono con loro  anche quando sono ridotti al 2%   e non sono presenti in parlamento.
credetemi: sono questioni personali, non politiche le loro.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline jorek

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Re: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« Risposta #4 il: Gennaio 18, 2012, 22:52:27 pm »
io dico che siamo in queste condizioni perchè non vi è più una sinistra e chiedere una maggiore destra vuol dire soltanto peggiorarle(le nostre condizioni).
bisogna fondare un movimento come fu il socialismo per il 900.

questi de "conflitti e strategie" hanno talmente il dente avvelenato con le sinistre ed i comunisti in particolare che se la prendono con loro  anche quando sono ridotti al 2%   e non sono presenti in parlamento.
credetemi: sono questioni personali, non politiche le loro.

si ma secondo te bhishma è attuabile questa cosa? e come? ormai roba come "lotta di classe" "sindacalismo" ecc ecc... non mi sembrano un granchè spendibili. Soprattutto cosa intendi per "socialismo"

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Re: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« Risposta #5 il: Gennaio 18, 2012, 23:20:36 pm »
si ma secondo te bhishma è attuabile questa cosa? e come? ormai roba come "lotta di classe" "sindacalismo" ecc ecc... non mi sembrano un granchè spendibili. Soprattutto cosa intendi per "socialismo"

per me il socialismo è quel fenomeno politico e culturale che intese ridiscutere il sistema economico capitalistico ed il sistema democratico liberale sulla base dei valori illuministi di libertà, eguaglianza, fraternità(solidarietà) ed in particolare fece notare come la disuguaglianza economica reali rendesse di fatto nulli i principi liberali teorici.  

sono simpatizzante socialdemocratico, cioò riconosco due cose:
1) l'impossibilità di negare la libertà altrui per propri fini politici
2) il pragmatismo nelle scelte, specie economiche(e qui mi riferisco al ruolo dello Stato) .

peranto il comunismo sovietico,  la lotta di classe, e via dicendo sono per quanto mi riguarda delle cose negative.

considerando che  la socialdemocrazia europea ha creato il più alto tenore di vita che si sia visto nel 900 e che  abbia finito il suo ciclo storico intorno al 1992,
dico che bisogna rifondare una sinistra od un socialismo adatto ai nuovi tempi storici.
(finchè ciò non sarà, il nostro tenore di vita sarà più basso di quel che avremmo potuto avere e che i nostri padri nel 900 hanno vissuto e realizzato proporzionalmente alle loro tecnologie).

per questo servono teorici politici, leader politici.
chiaramente io non lo sono .
posso supporre che in questo secolo qualcosa del genere possa essere l'ecologismo ma non ne sono sicuro.  


sulle sinistre attuali italiane,   personalmente penso che il PD ed il PdL farebbero sostanzialmente le stesse politiche, ognuno con qualche difesa in più per i propri "gruppi economici amici":   le coop per il PD ed i vari albi per il PdL.  
Questi gruppi economici hanno cose positive e cose negative.  Mi sembra comunque che entrambi gli "amici" siano superati dalla storia e quindi presto o tardi veranno troncati.  

le sinistre rosse,  tipo vendola e rifondazione, mi sembrano piuttosto piccole ed ininfluenti.
se le riforme liberiste sono dannose, queste riforme non sono state certo caldeggiate da loro.
a queste sinistre si può semmai rimproverare di difendere una società da socialdemocrazia anni 70(rifondazione comunista è comunista solo nel nome) che non è più sostenibile economicamente e che magari vede troppi impiegati pubblici.

dal mio punto di vista quindi incolpare le sinistre rosse (o magari i gruppi settari) di essere responsabili dell'attuale stato economico non ha senso.
incolpare il PD, i Radicali, il PSI ha senso però a patto di incolpare anche tutte le formazioni del centrodestra berlusconiano(e del terzo polo) quindi diventa nulla l'opzione della destra.

per quanto riguarda la QM:  dipende da come lo vuoi prendere nel culo.
nel senso che le destre ti mettono in galera e buttano la chiave se qualcuna starnazza,
le sinistre mettono le quote rosa e ti insultano in quanto maschio.
tra chi ti farà star peggio economicamente, lascio scegliere a te (molto dipende a quale categoria economica appartieni ed in quale parti d'italia risiedi)
« Ultima modifica: Gennaio 18, 2012, 23:50:07 pm da bhishma »
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Offline Giuseppe83

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Re: Il comunismo sbiadito e i forconi siciliani
« Risposta #6 il: Gennaio 19, 2012, 19:03:32 pm »
Appunto... socialismo. Ma nazionale perchè si deve distruggere tutto ciò che è sovranazionale e serve alle oligarchie di oggi. Questa è l'estrema destra.
Che, quanto alla qm, mira a riportare la femmina al suo ruolo naturale (non male direi).