Autore Topic: Donne di guerra  (Letto 2670 volte)

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Offline yamamax

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Donne di guerra
« il: Luglio 17, 2012, 20:28:58 pm »

http://www.giornalettismo.com/?p=419477

ESSERE DONNA AL FRONTE - La sua attenzione ora si è posata sul significato e i problemi posti dal servizio militare alle americane che scelgono l’arruolamento. Gli studi finora dedicati al tema si sono concentrati principalmente sulla questione delle molestie sessuali da parte dei commilitoni e su quella più filosofica del loro impiego in combattimento. In particolare c’è un vuoto che aleggia intorno alle recenti esperienze in Iraq e Afghanistan, meno “coperte” di altre in passato.
 ALTRI PROBLEMI - Secondo la dottoressa Ritchie tuttavia i problemi delle donne sotto le armi e in particolare quando sono impegnate nei periodi d’addestramento o dispiegate in zone di guerra, hanno natura diversa e non si esauriscono nelle due questioni. Problemi dettati da fisiologia e ruoli sociali diversi, si pensi solo alla maternità o alla più banale differente facilità nell’urinare. Differenza  che spesso spinge le soldatesse a non bere durante le missioni nelle quali, a differenza dei colleghi, non possono liberarsi urinando ovunque. Un problema che s’estende alle latrine da campo, quasi sempre in numero inferiore a quello dettato dalle esigenze del personale femminile.
 LA VOCE DELLE PROTAGONISTE - Mancano all’appello le voci delle soldatesse quando non sono coinvolte in incidenti o vittime di malattia mentale, mancano i resoconti quotidiani di esperienze che non possono essere le stesse declinate al maschile. Ci sono invece donne che raccontano e che alla dottoressa Ritchie hanno trasmesso esperienze e impressioni non banali: ”La mia esperienza in Afghanistan è che le donne incinta erano più frequentemente vittima di punizioni da parte di politiche di segregazione sessuale. Ci sono molti aneddoti di uso improvvisato di sostanze per abortire. Non esiste un piano B per queste donne perché c’è una gran resistenza e i farmaci necessari non sono disponibili, così come c’è grande resistenza a curare malattie a trasmissione sessuale e il military sexual trauma. La nostra sezione di medicina preventiva fu criticata per aver distribuito dei condom. Era tutto abbastanza vittoriano e molto scoraggiante”
 NIENTE GUERRA CON I FIGLI - Quasi tutte le donne infatti terminano la loro carriera militare all’insorgere della maternità, l’esercito americano lascia appena sei mesi per l’allattamento ed è facile che le madri siano schierate a migliaia di chilometri di distanza dai neonati, in situazioni che spesso le richiamano a casa per la contemporanea presenza di anziani da assistere. Argomenti e questioni che andrebbero indagate e che la dottoressa invita a sollevare per rendere più facile la vita alle patriote sotto le armi, nonostante la sua stessa esperienza le insegni che la guerra è un’esperienza disumanizzante e che buona parte di quante si arruoleranno, lo faranno per partecipare a imprese di guerra che non possono certo essere umanizzate mettendo a disposizione qualche toilette in più.


Insomma anche in guerra sono discriminate devono accudire i figli e gli anziani ..... e quindi non possono rischiare di farsi riempire di piombo come i colleghi uomini ! Poi sicuramente guadagneranno di meno ( mi porto avanti per la prossima statistica  :lol: ). Se solo sapessero fare pipì in piedi ! Ma questo è un privilegio che solo a noi la natura a permesso.... è per questo che siamo eroi

Offline vnd

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Re: Donne di guerra
« Risposta #1 il: Luglio 17, 2012, 21:42:15 pm »
L'unico studio sull'impiego delle donne al fronte condotto in modo serio e senza deliri isterici che io abbia mai letto  è quello del prof. Kingsley Browne.
Ne regalo una copia ad ogni nuovo Ministro della Difesa.
(inutilmente)
http://www.amazon.com/Co-ed-Combat-Evidence-Shouldnt-Nations/dp/1595230432/ref=la_B001HMMA9O_1_1?ie=UTF8&qid=1342554080&sr=1-1

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Offline Fazer

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Re: Donne di guerra
« Risposta #2 il: Luglio 17, 2012, 21:50:40 pm »
...Se solo sapessero fare pipì in piedi...

Non ne hanno affatto bisogno. Da tempo i piloti donna (le pilote?  :lol:) non potendo ovviamente usare il sistema "Hose and drogue"  :lol: dei colleghi uomini ricorrono a dei "pannoloni" che pare svolgano egregiamente il loro compito. Il problema non sussiste.
Anzi, ti dirò che il problema si pone per gli uomini delle forze speciali "addetti" ad appostamenti e cecchinaggio, costretti ad urinare e defecare in appositi sacchetti da portare via per non lasciare tracce (si vedano le agghiaccianti testimonianze di Andy McNab in merito). Le donne non avrebbero questi problemi, peccato che col piffero se ne vedrà mai qualcuna "boots on the ground" a fare servizi del genere... :mad:
Per il resto, ci parlano delle solite minchiate. Ma io vorrei, in nome della parità, leggere un "Pattuglia Bravo Two-Zero" scritto da una donna...
O magari un "Il pilota Di Ferro" (Hans Ulrich Rudel). Invece, condom, aborti, maternità, "segregazione sessuale"... :sick:

Offline vnd

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Re: Donne di guerra
« Risposta #3 il: Luglio 18, 2012, 06:34:28 am »

Per il resto, ci parlano delle solite minchiate. Ma io vorrei, in nome della parità, leggere un "Pattuglia Bravo Two-Zero" scritto da una donna...
O magari un "Il pilota Di Ferro" (Hans Ulrich Rudel). Invece, condom, aborti, maternità, "segregazione sessuale"... :sick:


Di fesserie autoincensanti scritte da donne il mercato è saturo.
Il problema è che nei fatti il numero delle vittime maschili non è proporzionato al numero di presenze in teatro.
Questo non certo perché gli uomini sarebbero più distratti.
Quanto perché a servire nella birreria del campo non si può certo rischiare la vita.
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Offline Fazer

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Re: Donne di guerra
« Risposta #4 il: Luglio 18, 2012, 08:19:49 am »
Di fesserie autoincensanti scritte da donne il mercato è saturo.
Il problema è che nei fatti il numero delle vittime maschili non è proporzionato al numero di presenze in teatro.
Questo non certo perché gli uomini sarebbero più distratti.
Quanto perché a servire nella birreria del campo non si può certo rischiare la vita.

Infatti ho citato Pattuglia B T Z e Il Pilota Di Ferro proprio perchè si tratta di "diari" che descrivono l'inferno della guerra vissuta in prima persona.
E non servendo nella birreria del campo.

Offline Lucia

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Re: Donne di guerra
« Risposta #5 il: Luglio 18, 2012, 08:39:53 am »
Io nun voglio andare in guerra perché sono fifona e non vorrei portare pannolino per non lasciare tracce ma

per donne che potrebbero raccontare la guerra da certi aspetti, poi non so se l'hanno fatto di prima persona..

c'era una donna  che conosco dal libro I segreti di Londra,

la Florence Nightinghale.

Ha fondato nelle guerre di Crimeea (mi pare) degli ospedali militari, certo non per fare concorrenza ai maschi, secondo me.

E secondo me ha visto abbastanza cos'è la guerra.

Offline vnd

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Re: Donne di guerra
« Risposta #6 il: Luglio 18, 2012, 11:21:13 am »
E non servendo nella birreria del campo.

Completezza d'informazione (non per contestare quello che scrivi, visto che sono d'accordo con te, ma per insistere sul fatto che di merda femminista scritta per fini propagandistici ce n'è fin troppa)
(i giudizi personali, indicati tra parentesi, sono espressi unicamente sulla base della lettura della recensione riportata. Non posso perdere il mio tempo leggendo certe sciocchezze di propaganda femminista):

http://www.amazon.com/Band-Sisters-American-Women-Iraq/dp/0811735664/ref=pd_sim_b_1
(Fesseria di propaganda)

In Iraq, the front lines are everywhere . . . and everywhere in Iraq, no matter what their job descriptions say, women in the U.S. military are fighting--more than 155,000 of them. A critical and commercial success in hardcover, Band of Sisters presents a dozen groundbreaking and often heart-wrenching stories of American women in combat in Iraq, such as the U.S.s first female pilot to be shot down and survive, the militarys first black female pilot in combat, a young turret gunner defending convoys, and a nurse struggling to save lives, including her own.


 http://www.amazon.com/The-Lonely-Soldier-Private-Serving/dp/0807061492/ref=pd_bxgy_b_img_b
(Propaganda + piagnisteo femminista)

The Lonely Soldier--the inspiration for the documentary The Invisible War--vividly tells the stories of five women who fought in Iraq between 2003 and 2006--and of the challenges they faced while fighting a war painfully alone.

More American women have fought and died in Iraq than in any war since World War Two, yet as soldiers they are still painfully alone. In Iraq, only one in ten troops is a woman, and she often serves in a unit with few other women or none at all. This isolation, along with the military's deep-seated hostility toward women, causes problems that many female soldiers find as hard to cope with as war itself: degradation, sexual persecution by their comrades, and loneliness, instead of the camaraderie that every soldier depends on for comfort and survival. As one female soldier said, "I ended up waging my own war against an enemy dressed in the same uniform as mine."

In The Lonely Soldier, Benedict tells the stories of five women who fought in Iraq between 2003 and 2006. She follows them from their childhoods to their enlistments, then takes them through their training, to war and home again, all the while setting the war's events in context.

We meet Jen, white and from a working-class town in the heartland, who still shakes from her wartime traumas; Abbie, who rebelled against a household of liberal Democrats by enlisting in the National Guard; Mickiela, a Mexican American who grew up with a family entangled in L.A. gangs; Terris, an African American mother from D.C. whose childhood was torn by violence; and Eli PaintedCrow, who joined the military to follow Native American tradition and to escape a life of Faulknerian hardship. Between these stories, Benedict weaves those of the forty other Iraq War veterans she interviewed, illuminating the complex issues of war and misogyny, class, race, homophobia, and post-traumatic stress disorder. Each of these stories is unique, yet collectively they add up to a heartbreaking picture of the sacrifices women soldiers are making for this country.

Benedict ends by showing how these women came to face the truth of war and by offering suggestions for how the military can improve conditions for female soldiers-including distributing women more evenly throughout units and rejecting male recruits with records of violence against women. Humanizing, urgent, and powerful, The Lonely Soldier is a clarion call for change.

http://www.amazon.com/The-Girls-Come-Marching-Home/dp/0811705161/ref=pd_bxgy_b_img_c
(come sopra)

Deeply personal and emotional accounts of more than a dozen American soldiers returning home from the war in Iraq; includes women from the Army, Navy, Marine Corps, Air Force, and Coast Guard
Inspiring stories of courage while recovering from both physical and psychological wounds along with the frustrations of navigating the military bureaucracy to get help
How combat affects someone's entire life, including her family and friends
In her award-winning Band of Sisters: American Women at War in Iraq, Kirsten Holmstedt described how female soldiers, sailors, airmen, and Marines are fighting on the front lines in Iraq despite the military's ban on women in combat. Now Holmstedt tells the stories of America's fighting women as they come home from Iraq. Some return with grave physical wounds, but all struggle with the psychological toll of battle while readjusting to life at home. As Holmstedt so poignantly shows, these women may have left the war, but the war will never leave them.

http://www.amazon.com/Lioness-Female-Soldiers/dp/B001N18HLO/ref=pd_sim_b_3
(Troiata femminista - recensione non disponibile, giudizio espresso dopo lettura dei commenti dei  lettori)

http://www.amazon.com/When-Janey-Comes-Marching-Home/dp/0807833800/ref=pd_sim_b_6
(piagnisteo femminista)
While women are officially barred from combat in the American armed services, in the current war, where there are no front lines, the ban on combat is virtually meaningless. More than in any previous conflict in our history, American women are engaging with the enemy, suffering injuries, and even sacrificing their lives in the line of duty.

When Janey Comes Marching Home juxtaposes forty-eight self-posed photographs by Sascha Pflaeging with oral histories collected by Laura Browder to provide a dramatic portrait of women at war. Women from all five branches of the military share their stories here--stories that are by turns moving, comic, thought-provoking, and profound. Seeing their faces in stunning color photographic portraits and reading what they have to say about loss, comradeship, conflict, and hard choices will change the ways we think about women and war.

Serving in a combat zone is an all-encompassing experience that is transformative, life-defining, and difficult to leave behind. By coming face-to-face with women veterans, we who are outside that world can begin to get a sense of how the long wars in Iraq and Afghanistan have their lives and how their stories may ripple out and influence the experiences of all American women.

Vnd [nick collettivo].

Offline Fazer

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Re: Donne di guerra
« Risposta #7 il: Luglio 18, 2012, 11:27:35 am »
Ma si Lucia, è chiaro che ci sono tantissime donne che possono a buon diritto parlarci della guerra.
E non ho bisogno di F. Nightinghale, mi bastano i racconti di mia nonna e mia madre, che fuggivano in piena notte verso le campagne non appena i bengala cominciavano ad illuminare a giorno il paese per permettere agli aerei di inquadrare la vicina fonderia. Ma è una guerra...diversa...subita, passivamente. Il corso degli avvenimenti non dipendeva affatto da loro, che altro non potevano fare se non cercare di evitare qualche bomba sul cranio. Ben diversa è la situazione di chi si ritrova a far dipendere la propria vita e quella dei propri commilitoni dalla propria abilità, lontano da casa, nelle peggiori condizioni climatiche, etc...La guerra del soldato in prima linea, altra cosa rispetto a quella del civile...Non fosse altro che per il fatto che il civile o sopravvive o muore, mentre il soldato deve, suo malgrado, uccidere il prossimo. Il quale, come insegna De Andrè, nella maggior parte dei casi è solo un povero cristo come lui che però porta "la divisa di un altro colore". E, guarda caso, è maschio come lui... :doh:

Offline Fazer

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Re: Donne di guerra
« Risposta #8 il: Luglio 18, 2012, 11:31:36 am »
...ma per insistere sul fatto che di merda femminista scritta per fini propagandistici ce n'è fin troppa...

Sono d'accordo, per questo dicevo che vorrei proprio leggere il corrispettivo femminile dei diari che ho citato.
Che però non esistono nè mai esisteranno.

Offline Peter Bark

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Re: Donne di guerra
« Risposta #9 il: Luglio 18, 2012, 17:40:00 pm »
e per fortuna che gli uomini sono inclini alla violenza e le femmine alla pace.
leggendo questa merda femminista che esalta il coraggio e le imprese delle donzelle guerriere mi devo ricredere.
dovrebbero ricredersi anche loro a dir la verità. :hmm:
sparse di qua di la in prima linea ma a lasciarci la pelle son sempre i soliti coglioni.

Offline fabriziopiludu

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Re: Donne di guerra
« Risposta #10 il: Luglio 21, 2012, 16:49:09 pm »



 
e per fortuna che gli uomini sono inclini alla violenza e le femmine alla pace.
leggendo questa merda femminista che esalta il coraggio e le imprese delle donzelle guerriere mi devo ricredere.
dovrebbero ricredersi anche loro a dir la verità. :hmm:
sparse di qua di la in prima linea ma a lasciarci la pelle son sempre i soliti coglioni.

 
:)


 

Offline fabriziopiludu

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Re: Donne di guerra
« Risposta #11 il: Luglio 30, 2012, 05:34:40 am »