Il libroDa Bari a Palazzo Grazioli, le memorie della D’AddarioIn «Gradisca, presidente», la versione della «escort più famosa nel mondo»MILANO — Il mémoire della escort più famosa del mondo arriva in libreria. Patrizia D’Addario, con la vicedirettrice del Corriere del Mezzogiorno Maddalena Tulanti, scrive Gradisca, Presidente per raccontare i suoi 42 anni vissuti pericolosamente e quell’unica notte sul lettone di Putin che l’ha consacrata oggetto di attenzione perpetua. In più, assicura anche di non aver mai avuto come amanti altri politici: «Ho avuto il numero uno e mi è bastato».
Il filo rosso della sua storia è un’ossessione, con le misure di un terreno alla periferia di Bari che avrebbe dovuto trasformare un rustico in residence e lei in albergatrice. Intorno scorrono anni di burocrazia, un rapporto problematico e violento con la famiglia, l’esposizione con le banche che ha come conseguenza il suicidio del padre, le esperienze da fotomodella e prestigiatrice, l’incontro con l’uomo che la costringe a prostituirsi a suon di botte e che lei riesce a mandare in galera grazie all’ormai leggendario registratore («solo quando ho presentato le cassette sono stata creduta»), le minacce, le aggressioni e «gli strani episodi » subiti dopo la sue prime rivelazioni.
Patrizia D’Addario attraversa il portone di Palazzo Grazioli il 16 ottobre 2008, dopo l’interrogatorio a cui la sottopone l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini «perché in questo modo può presentarmi come amica». Vestito nero, trucco leggero, familiarizza con ciò che interessa al padrone di casa: «Gianpi mi dà molti ragguagli intimi sul premier, sui suoi gusti sessuali. Mi dà anche consigli, mi dice di comportarmi in un certo modo perché resti soddisfatto. Gli piacciono molto i preliminari». La serata con venti ragazze dal «sultano» passa tra champagne e focaccine, ciondoli in regalo e i filmati del Cavaliere: «Siamo le donne a sua disposizione ». Dal salone, una compagnia più ristretta si sposta in camera da letto: «Si aggiungono le due lesbiche che dal fondo gli accarezzano i piedi. 'Silvio', dicono, 'questa settimana andiamo al centro benessere? Ce lo avevi promesso'. Lui si rivolge a me e all’altra ragazza: 'Venite anche voi? Massaggi, relax, noi cinque tutti insieme, ci divertiremo un mondo'». Patrizia non si ferma e va via con due cassette registrate.
La notte dell’elezione di Obama, il 4 novembre 2008, ritorna a Palazzo Grazioli con Tarantini e altre due ragazze, rimane fino a colazione perché a un certo punto il presidente del Consiglio le dice «basta, ora mando via tutti, voglio restare solo con te» e a Gianpi fa sapere: «Penserò io al suo progetto, la sua vita cambierà, ha già sofferto tanto». Tutto, assicura lei, registrato. «Non me ne importa niente che gli uomini comprino le donne — scrive — come potrei, visto che sono stata in vendita. Il premier mi ha mentito, non mi ha pagato, non erano i soldi che doveva darmi, mi aveva promesso altro, io ho dato il mio corpo, lui niente. E questo ragionamento vale anche se — come sta spergiurando Gianpi — lui non sapeva che fossi una escort e credeva che fossi solo un’amica: conosce una ragazza in difficoltà, la illude che può aiutarla per avere sesso in cambio, ottiene quello che vuole e dopo l’abbandona. È meglio così? Decidete voi, io un’idea ce l’ho». Il registratore resta acceso anche in camera da letto. Patrizia è sicura, la promessa di Berlusconi c’è: «Ti aiuterò io, manderò due persone sul cantiere, sapranno cosa fare».
La sua opinione sul caos mediatico esploso per il caso D’Addario e quella mania di registrare è semplice: «Questo è uno strano mondo, a puttane si può andare ma bisogna nasconderlo». Chi va con una escort, sostiene, una volta che l’ha lasciata torna persona perbene, mentre le prostitute restano prostitute per sempre. Poi, «per la verità sembra che faccia più orrore il fatto che io abbia registrato che non ciò che ho registrato». L’ironia, Patrizia la riserva per commentare le risposte offerte da Berlusconi a Bruno Vespa nel libro Donne di cuori quando puntualizza che la famosa cena era in realtà una festa organizzata dai club Forza Silvio e Meno male che Silvio c’è : «Primo, questi club devono essere formati solo da donne giovani, belle e in tubino nero perché io ho visto solo questo tipo di militanti. Secondo, le affiliate si lasciano accarezzare, baciare e toccare in maniera inequivocabile dal loro capo? Se è così che si fa adesso politica, io sono molto preparata e potrei essere un buon quadro se servisse».
Elsa Muschella
24 novembre 2009http://www.corriere.it/politica/09_novembre_24/daddario-libro-escort_1ad4adc8-d8c3-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml