Autore Topic: Gradisca, presidente  (Letto 1502 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

milo

  • Visitatore
Gradisca, presidente
« il: Novembre 25, 2009, 01:57:58 am »
Il libro
Da Bari a Palazzo Grazioli, le memorie della D’Addario
In «Gradisca, presidente», la versione della «escort più famosa nel mondo»


MILANO — Il mémoire della escort più famosa del mondo arriva in libre­ria. Patrizia D’Addario, con la vicedi­rettrice del Corriere del Mezzogiorno Maddalena Tulanti, scrive Gradisca, Presidente per raccontare i suoi 42 an­ni vissuti pericolosamente e quell’uni­ca notte sul lettone di Putin che l’ha consacrata oggetto di attenzione per­petua. In più, assicura anche di non aver mai avuto come amanti altri poli­tici: «Ho avuto il numero uno e mi è bastato».

Il filo rosso della sua storia è un’os­sessione, con le misure di un terreno alla periferia di Bari che avrebbe dovu­to trasformare un rustico in residence e lei in albergatrice. Intorno scorrono anni di burocrazia, un rapporto pro­blematico e violento con la famiglia, l’esposizione con le banche che ha co­me conseguenza il suicidio del padre, le esperienze da fotomodella e presti­giatrice, l’incontro con l’uomo che la costringe a prostituirsi a suon di botte e che lei riesce a mandare in galera grazie all’ormai leggendario registra­tore («solo quando ho presentato le cassette sono stata creduta»), le mi­nacce, le aggressioni e «gli strani epi­sodi » subiti dopo la sue prime rivela­zioni.

Patrizia D’Addario attraversa il por­tone di Palazzo Grazioli il 16 ottobre 2008, dopo l’interrogatorio a cui la sot­topone l’imprenditore barese Gianpa­olo Tarantini «perché in questo modo può presentarmi come amica». Vesti­to nero, trucco leggero, familiarizza con ciò che interessa al padrone di ca­sa: «Gianpi mi dà molti ragguagli inti­mi sul premier, sui suoi gusti sessuali. Mi dà anche consigli, mi dice di com­portarmi in un certo modo perché re­sti soddisfatto. Gli piaccio­no molto i preliminari». La serata con venti ragazze dal «sultano» passa tra champa­gne e focaccine, ciondoli in regalo e i filmati del Cavalie­re: «Siamo le donne a sua di­sposizione ». Dal salone, una compagnia più ristretta si sposta in camera da letto: «Si aggiungono le due lesbi­che che dal fondo gli acca­rezzano i piedi. 'Silvio', di­cono, 'questa settimana an­diamo al centro benessere? Ce lo ave­vi promesso'. Lui si rivolge a me e al­l’altra ragazza: 'Venite anche voi? Mas­saggi, relax, noi cinque tutti insieme, ci divertiremo un mondo'». Patrizia non si ferma e va via con due cassette registrate.

La notte dell’elezione di Obama, il 4 novembre 2008, ritorna a Palazzo Gra­zioli con Tarantini e altre due ragazze, rimane fino a colazione perché a un certo punto il presidente del Consi­glio le dice «basta, ora mando via tut­ti, voglio restare solo con te» e a Gianpi fa sapere: «Penserò io al suo progetto, la sua vita cambierà, ha già sofferto tanto». Tutto, assicura lei, re­gistrato. «Non me ne importa niente che gli uomini comprino le donne — scrive — come potrei, visto che sono stata in vendita. Il premier mi ha men­tito, non mi ha pagato, non erano i sol­di che doveva darmi, mi aveva pro­messo altro, io ho dato il mio corpo, lui niente. E questo ragionamento va­le anche se — come sta spergiurando Gianpi — lui non sapeva che fossi una escort e credeva che fossi solo un’amica: conosce una ragazza in diffi­coltà, la illude che può aiutarla per avere sesso in cambio, ottiene quello che vuole e dopo l’abbandona. È me­glio così? Decidete voi, io un’idea ce l’ho». Il registratore resta acceso an­che in camera da letto. Patrizia è sicu­ra, la promessa di Berlusconi c’è: «Ti aiuterò io, manderò due persone sul cantiere, sapranno cosa fare».

La sua opinione sul caos mediatico esploso per il caso D’Addario e quella mania di registrare è semplice: «Que­sto è uno strano mondo, a puttane si può andare ma bisogna nasconderlo». Chi va con una escort, sostiene, una volta che l’ha lasciata torna persona perbene, mentre le prostitute restano prostitute per sempre. Poi, «per la veri­tà sembra che faccia più orrore il fatto che io abbia registrato che non ciò che ho registrato». L’ironia, Patrizia la ri­serva per commentare le risposte offer­te da Berlusconi a Bruno Vespa nel li­bro Donne di cuori quando puntualiz­za che la famosa cena era in realtà una festa organizzata dai club Forza Silvio e Meno male che Silvio c’è : «Primo, questi club devono essere formati solo da donne giovani, belle e in tubino ne­ro perché io ho visto solo questo tipo di militanti. Secondo, le affiliate si la­sciano accarezzare, baciare e toccare in maniera inequivocabile dal loro ca­po? Se è così che si fa adesso politica, io sono molto preparata e potrei esse­re un buon quadro se servisse».

Elsa Muschella
24 novembre 2009


http://www.corriere.it/politica/09_novembre_24/daddario-libro-escort_1ad4adc8-d8c3-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml