Rispondo a Massimo. Allora questa storia del matriarcato è stata rispolverata in modo strumentale dalle ultime generazioni di donne che sono andate a vivere nelle città sarde più grandi come Cagliari, Sassari ed Olbia. Se invece vai nell'interno, come in Barbagia, ti posso garantire che l'uomo è autorevole e spesso la moglie, come dicono alcuni barbaricini doc, fa il "mestiere di moglie". Certo poi le donne si ritagliano un ruolo nella gestione di altri aspetti. Nelle grandi città come ti dicevo si sta spargendo come un virus, soprattutto nelle ultime generazioni, quel femminismo misandrico, che non disdegna l'utilizzo di una concezione del matriarcato, che non può essere applicata tout court alla Sardegna e che comunque nell'accezione antropologica storica non ha niente a che fare con la misandria o il femminismo sessuofobico. Infatti le donne barbaricine hanno un carattere spesso aspro e forte, quelle del campidano sono più dolci e femminili, quelle galluresi orgogliose e insomma non sto qui ad elencarti ma immagina. Molto dipende dall'educazione che hanno ricevuto in famiglia circa il rispetto dei ruoli di genere, della figura maschile paterna, ancora qualcosa rimane nei paesi più tradizionalisti, ma purtroppo il virus si è sparso e anche qui, a Cagliari e dintorni, gradualmente vedi sempre più donne autoreferenziali che se la tirano e si accompagnano a maschi pentiti ( Che orrore). Però quando vedo uomini forti che si fanno rispettare dalle donne e sono autorevoli come era mio padre (generazione 1928), ti garantisco che mi sento orgoglioso di essere sardo, mi ispiro a loro. Infine come sai c'è una corrente di pensiero che la famiglia vorrebbe demolirla in nome di altre mode come le chiamo io.