Autore Topic: Zombie gay,al posto di submission al festival di Locarno,è polemica  (Letto 1195 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Quelli di Ticino libero hanno polemizzato con la scelta del festival di Locarno di proiettare
L.A. zombie,film horror-porno-gay-splatter,al posto di submission,di Theo Van Gogh.
Io invece sono d'accordo con gli organizzatori del festival,non per motivazioni di correttezza politica,ma perchè il corpo della donna,non è il corpo di Cristo,e mi ha sfasciato i maroni.
E poi,anche se questo susciterà dei dubbi su di me,sapete cosa vi dico?
Ho visto il trailer  e mi è piaciuto.
http://www.youtube.com/watch?v=XqcMb71zeL4
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re: Zombie gay,al posto di submission al festival di Locarno,è polemica
« Risposta #1 il: Gennaio 28, 2012, 12:19:46 pm »
Da Ticino libero
http://www.ticinolibero.ch/?p=47572

Festival del film: sì agli zombie gay, no a SubmissionI fotogrammi tratti dal film L.A. Zombie che Armando Dadò ha allegato alla Rivista di Locarno sono decisamente rivelatori di come non ci sia limite al peggio.

La pellicola in questione è stata proiettata nell’ambito del Festival di Locarno su brillante decisione del neo direttore Olivier Père. Trattasi di film splatter-porno-gay, anche se nella sua illimitata cultura il direttore parla di “capolavoro artistico”. Ma ciò che mostrano i fotogrammi divulgati dalla Rivista di Locarno, a noi che non sappiamo né leggere né scrivere, non sembra certo un capolavoro, ma al massimo la fedele trasposizione cinematografica della triviale canzoncina che fa: “all’osteria del cimitero, parapunzi punzi pa” con tutto quel che segue.

Qui non si tratta di bacchettonismo, ma di un minimo senso della decenza nell’utilizzo del denaro pubblico. Se al signor Père piacciono i film splatter-porno-gay, se ne può visionare anche dieci al giorno: sono affari suoi. Se poi vuole proiettarli per la gioia di altri fans di questo genere di prodotti, liberissimo di farlo. Ma operazioni di questo tipo le finanzia con i soldi suoi o di sponsor privati che, bontà loro, sono anch’essi convinti di trovarsi davanti a dei “capolavori artistici”: il che è più meno come affermare che le rime della sopra citata “Osteria del cimitero” sono al livello del Canzoniere di Petrarca, ma l’importante e crederci… .

Non si può invece accettare in silenzio che i soldi del contribuente vengano utilizzati per proiettare simili “capolavori”. Ricordiamo infatti che il festival del Film si cuccherà, per il quadriennio 2011-2015, 2.75 milioni di Fr all’anno dal Cantone: infatti nei mesi scorsi il Gran Consiglio ha approvato l’aumento del credito quadro del quadriennio precedente (2.5 mio all’anno) di ulteriori 250mila Fr.

Ma non solo: il festival di Locarno costa 11.3 milioni di Fr; di questi, la metà vengono da fondi pubblici. Sono dunque soldi del contribuente, che vengono impiegati per proiettare film splatter-porno-gay. Il contribuente deve esserne consapevole.

Ricordiamo inoltre che nel 2005 un gruppo di deputati tra cui il sottoscritto, propose che al Festival del Film venisse proiettato il film Submission di Theo Van Gogh: ossia, un documentario di denuncia sul ruolo della donna nell’Islam. Un filmato di una decina di minuti. Dieci minuti che sono costati la vita al suo regista e la fatwa alla sceneggiatrice, l’ex deputata olandese di origine somala Ayaan Hirsi Ali. Proiettare il film Submission sarebbe stato un gesto coraggioso a difesa dei diritti civili: a difesa della libertà della donna e della libertà di espressione. Un doveroso omaggio ad un uomo di cinema che non si è lasciato azzittire né dalle minaccie degli integralisti islamici né dai diktat del politicamente corretto e, per aver voluto affermare – in Olanda! – dei sacrosanti principi di libertà, è stato ammazzato in mezzo ad una strada.

Alla proposta di proiettare Submission al Festival di Locarno, rassegna che si gloria del proprio impegno a difesa dei diritti civili, l’allora direttrice Irene Bignardi oppose un isterico rifiuto.
Al Festival di Locarno, dunque, non c’è posto per un documentario di denuncia costato la vita al suo regista. C’è posto, invece, per degli zombie gay che copulano a tutto spiano (più del Viagra potè il rigor mortis). E il contribuente ticinese paga.

Lorenzo Quadri, Lega dei Ticinesi
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Re: Zombie gay,al posto di submission al festival di Locarno,è polemica
« Risposta #2 il: Gennaio 30, 2012, 22:49:19 pm »
L.A. ZombieDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.Vai a: navigazione, cerca
L.A. Zombie
Titolo originale L.A. Zombie
 

L.A. Zombie è un film del 2010, appartenente al filone New Queer Cinema, scritto e diretto da Bruce LaBruce. Il protagonista del film è l'attore pornografico francese François Sagat.

Indice [nascondi]
1 Trama
2 Produzione
3 Distribuzione
4 Note
5 Collegamenti esterni
 

 Trama  [modifica]Un senzatetto schizofrenico e mentalmente disturbato (François Sagat), pensa di essere uno zombie alieno mandato sulla terra. Vaga per le strade di Los Angeles in cerca di cadaveri, con l'intento di avere prestazioni omosessuali e infine cibarsene. Attraverso questo atto, egli è in grado di riportare i morti alla vita.

 Produzione  [modifica]La produzione del film è iniziata nel 2009, con riprese esterne avvenute a Los Angeles. Una delle scene è stata girata al L.A. River, luogo esatto della famosa scena di gara d'auto nel musical Grease. Il film prende spunto dal precedente film di LaBruce Otto; or Up with Dead People, sempre incentrato sulla figura dello zombie con scene esplicite di sesso gay.

 Distribuzione  [modifica]Il 30 gennaio 2010 il film ha avuto un'anteprima al Peres Project Exhibit di Berlino, come parte dello spettacolo L.A. Zombie: The Movie That Would Not Die. Sono stati mostrati una serie di ritratti serigrafate realizzati da Bruce LaBruce, tratte dal film con protagonista Sagat nei panni di uno zombie.

Dopo essere stato bandito da vari festival australiani con l'accusa di oscenità ed inneggiamento alla necrofilia,[1] il film viene presentato in concorso al 63° Festival del cinema di Locarno.[1]

Il film sarà distribuito in Italia da Atlantide Entertainment, nella sezione a tematica LGBT "Queer Frame", in un cofanetto comprendente anche Otto; or Up with Dead People ed un libro sulla vita e le opere di LaBruce.

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