Questa è una buona notizia che convalida concetti espressi molte volte nel nostro sito
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http://www.loccidentale.it)
Il flop del registro comunale
Sulle coppie di fatto Bologna dimostra che l'ideologia non
muore mai
di Giovanni Mulazzani
Nel 1999 a Bologna fu istituito il registro comunale delle coppie di fatto, che avrebbe dovuto
riconoscere un nuovo modello di famiglia alternativo a quella tradizionale, la "famiglia affettiva",
all'interno della quale sarebbero stati compresi anche coppie di fatto dello stesso sesso.
L'opposizione allora segnalò il totale disappunto e l'assoluta perplessità per questa decisione del
Sindaco, Walter Vitali (oggi Senatore PD) e della Giunta comunale di allora. Fu detto che il registro
rappresentava una scelta di libertà, rispetto e di civiltà che risponde alle esigenze di una parte
significativa della cittadinanza bolognese, mentre chi osava dichiararsi contrario all'istituzione del
registro delle coppie di fatto esprimeva una concezione medievale propria dell'integralismo
cattolico oscurantista.
A distanza di oltre dieci anni, un giovane Consigliere comunale Pdl, Valentina Castaldini si è presa
la briga di verificare quali siano stati effettivamente i risultati e quale sia stato realmente l'utilizzo di
questo strumento giuridico, il registro delle coppie di fatto. Il risultato è stato infatti
drammaticamente eloquente e rivelativo del tasso di ideologia che domina in questa città che da
oltre cinquant'anni è stata amministrata dal Pci, Pds, Ds e quindi Pd. Dal 1999, anno in cui fu
istituito il registro delle coppie di fatto, nessuno ha presentato richiesta di iscrizione, quindi zero
richieste.
Infatti, sebbene, come recita il sito web del Comune di Bologna "l’attestato serva a dimostrare che
persone non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione o tutela, co-abitanti nella
stessa unità immobiliare del Comune di Bologna, costituiscano un unico nucleo familiare in ragione
dell’esistenza di vincoli affettivi", nella realtà, nessuno è arrivato a presentare domanda per
accedere al registro. L'esito di tale decisione risulta pertanto ascrivibile ad un approccio ideologico,
che non risponde in alcun modo alle esigenze non solo dei comuni cittadini, ma nemmeno ai
destinatari del provvedimento, le coppie di fatto così come risulta dalla totale assenza di richieste.
Rimane pertanto oltre all'aspetto ideologico dell'operazione, soltanto la volonta' di accattivarsi il
consenso di alcune parti della cittadinanza bolognese in chiave di consenso elettorale, perdendo di
vista il concetto di bene comune della città nel suo complesso e di politica in onda con le richieste
dei cittadini. Il capogruppo Pd in Comune, Lo Giudice, ha rivendicato comunque il valore simbolico
del registro delle coppie di fatto in assenza di una legge nazionale che disciplina la materia,
segnalando la condizione di svantaggio fiscale cui sono sottoposte le coppie di fatto rispetto alle
famiglie.
Qualche giorno fa in una conferenza stampa il Sindaco Virginio Merola e gli assessori competenti
hanno manifestato di rivedere il sistema ISEE per l'accesso ai servizi pubblici, in quanto l'attuale
sistema risulterebbe fortemente iniquo verso la famiglia fondata sul matrimonio a vantaggio delle
coppie di fatto, le quali legalmente assumendo una residenza differente dal convivente non sono
tenuti a sommare i rispettivi redditi e quindi vengono di fatto privilegiati alla famiglia, che invece è
tenuta a sommare i redditi nell'accesso ai servizi. Attendiamo soluzioni efficaci in tempi rapidi su
questo tema che rappresenta una reale esigenza per i cittadini bolognesi, a differenza del registro
delle coppie di fatto. Il tempo, come si è visto, alla lunga penalizza chi intraprende battaglie
ideologiche per lucrare consenso elettorale.
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Il capogruppo Pd in Comune, Lo Giudice, ha rivendicato comunque il valore simbolico
del registro delle coppie di fatto in assenza di una legge nazionale che disciplina la materia,
ma no ha vergogna il Lo Giudice a negare l'evidenza ?
Il registro
ha fallito.
la gente non lo vuole
La gente, caro Lo Giudice NON ti vuole a mettere il becco nei fatti suoi.
Fattene una ragione