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Riguardo alla storiella della rivalità maschile, ultimamente ho riflettuto molto su questo tema. Spesso sento dire che gli uomini sarebbero solidali con gli altri uomini, a differenza delle donne che invece non andrebbero mai d'accordo con le altre donne. Per come la vedo io, mi sa proprio che questo è vero solo a metà: gli uomini sono solidali con gli altri uomini, fino a quando non c'è di mezzo una donna. In questo caso, sarebbero disposti ad uccidere il fratello per la femmina in questione. Le donne non vanno mai d'accordo con le altre donne ma, per magia, quando devono attaccare un uomo o gli uomini, diventano una sola cosa. Ovviamente non è sempre così, anzi, ma ultimamente, pensandoci, qualche dubbio su questo argomento mi è venuto.
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Attenzione però: le generalizzazioni sono necessarie per capire, ma non devono essere sbagliate, altrimenti sono peggio del caso per caso.
Per esempio quello di rivalità maschile è un concetto molto vago, non è una cosa positiva o negativa in sé e oltretutto implica comportamenti e regole che si sono andati modificando nel tempo. Una discriminante utile per distinguere la rivalità sana da quella maligna è come nello sport: la lealtà.
Allora, quando ho posto la questione in termini di rivalità tra uomini, come traino della causa femminista, e la distinzione del maschio in due meta-sessualità, maschietto e uomo, non era la rivalità l'oggetto della mia polemica, bensì la slealtà con la quale il maschietto rivaleggia. L'uomo moderno cedevole e femminista, capace di smettere di fumare in un sol giorno ma incapace di dire no a una donna, è normalmente un vigliacco che finge amicizia per pugnalarti alle spalle, che continua a picchiare duro quando tu stai già a terra privo di sensi, un traditore dei propri simili, che svende il nostro portato antropologico maschile, che si forgia intorno alla nozione di lealtà, per elemosinare un po' di sesso nello sciagurato tentativo di riprodursi.
Li ho visti all'opera. Tu vai a dirgli, al grande "amico": <<Bastardo ieri sei stato a letto con la mia (ex) ragazza>>. E lui ti risponde: <<E' stata lei>>.
E sono quelli che in guerra non rispetteranno le convenzioni e fucileranno i prigionieri. Quelli che preferiscono barare pur di vincere, e poi, quando si specchiano, invece di sputarsi in faccia si autoincensano. Quelli che vogliono uccidere il valore perché non sopportano di vederlo negli altri, e predicano a tutti che rispettare le regole è da fessi, e che è assolutamente normale che due uomini siano amici solo finché non si mette tra loro una donna.
Nel caso del maschio umano c'è da sottolineare infatti che la rivalità non è solo un uno contro uno, ma, per ancestrali motivi di guerra e sopravvivenza, anche di un gruppo contro un altro gruppo. Nel lavoro, a chi gestisce progetti è ben noto come gli uomini anche se individualmente equivalenti come capacità alle donne, riescono a rendere in certi casi di più, proprio dove è richiesto un lavoro di squadra. E' lì che s'è sviluppato nei millenni il valore della lealtà, è lì che nasce e qui che muore.
Non è vero che la donna è capace di distruggere un'amicizia. Non è vero che a una bella donne non si può dire di no. Sono tutte gigantesche stronzate inventate e messe in giro dai maschietti.
Se tu sei un uomo non tradisci un amico per l'ultima arrivata. E non le dici sempre sì anche quando vedi qualcosa che non quadra.
Si potrebbe obiettare: anche il femminismo è una spettacolare dimostrazione della capacità femminile di lavorare in squadra.
Non è la stessa cosa. Gli uomini fanno squadra per le donne, non contro, e il femminismo non conosce lealtà.