Aspetto ancora il giorno in cui di queste faccende se ne occupino persone super-partes.
Ovvio che le donne, come anche gli uomini, se non mossi da rigore scientifico, tendano a mettere l'accento sulle proprie sensibilità e corporativismo di genere.
Il reale problema è che nei media ha voce solo UN corporativismo e l'altro tace. Mischiare insieme in un unico calderone le varie violenze private, che possono avere le più svariate cause tra le quali, ma non solo, la sindrome d'abbandono; accostare un ceffone a quel massacro opera di veri e propri assassini psicopatici; utilizzare quel caso per rappresentare la maschilità, è un servizio privo di ogni rigore scientifico, professionalità e prudenza, che declassa l'impegno della Hunziker e della sua associazione a livello di gossip.
Ora il discorso sarebbe lungo, visto che tira in ballo il comune sentire ... Ma l'abbiamo già fatto migliaia di volte e sta in letteratura: si chiama male-bashing.
Cioè, attenzione: si tratta di un'informazione il cui unico scopo, lungi dal voler difendere le vittime di violenza, è quello di declassificare le virtù morali maschili, cioè meglio: le virtù morali dei soggetti di sesso maschile. Oltre ovviamente a quello di premere perché ogni uomo si senta in colpa e debitore verso le donne (per poi accettare provvedimenti contro sé stesso).
Un attacco diretto e sessista portato dalla donna più ridanciana d'Italia.