La risposta delle clonatrici a sud.
Siamo noi a vergognarci di voi, naziste!
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Mi vergogno delle giornaliste (vecchie e giovani) che ammiccano ai padri separati!
E tre. Sono tre gli articoli che ho contato che dalle splendide pagine delle 27esimaora ammiccano ai padri separati. Un bel titolo in cui si rinvigorisce il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero tutte sfruttatrici che impoveriscono i miseri papà e li mandano sotto i ponti ed ecco piovere tanti commenti, a centinaia, di firme più o meno note, con stili che conosciamo bene, tutte a ribadire, a dire, a fare.
Ed è una strategia comunicativa neppure originale perché il club delle seconde spose esiste in spagna, in america, in argentina, così in italia è ovvio che si mandino avanti le donne, si contaminino luoghi precisi, perfino riviste presunte femminili, affinchè non si dica che dietro c’è una strategia misogina che sta massacrando le donne e il diritto di famiglia.
Diciamolo, sono articoli veramente ridicoli, basati su pregiudizi, per sentito dire. Arriva lei, chiunque sia, tanto per me è lo stesso, e dice che odia le donne che così e cosà. Addirittura odio. Quanto spreco di energia. Non bastava il malleus maleficarum formato maschio? Era necessario renderlo più presentabile a firma di una femmina?
E anch’io nutro una avversione particolare per certe donne che così e cosà ma l’avversione in quanto tale, non sostanziata da dati, statistiche, dettagli, roba seria, di inchiesta giornalistica, la puoi scrivere per mail ad una amica, te la puoi scambiare come pettegolezzo con le comari, ma non lo scrivi su una testata giornalistica come se fosse una verità.
Esistono donne (giovani) che chiedono il mantenimento all’ex marito? Ma davvero? Magari si, può essere, e dunque? A lei da cosa risulta esattamente? Per esperienza personale? Ha dei dati? Una statistica approssimativa? Informazioni tecnico/scientifiche?
Dunque pure io posso dire che esistono donne paracule che campano scrivendo articoli per compiacere una determinata area politica. Sarebbe corretto? Direi di no. Direi che se dico una cosa del genere devo riferirmi a nomi, fatti e cose e a circostanze precise o se mi riferisco a critiche a posizioni politiche allora direi che quantomeno dovrei argomentare un poco meglio.
Invece no, abbiamo queste riviste femminili dalle quali ogni tanto fa capolino un articolo, come è stato per Genio Donna, in cui si dice, in quel caso a firma maschile, che: ehilà, esiste la Pas, e ci sono tanti bambini che ne sono vittima. E chi l’ha detto? e dove sta scritto? putacaso tra le opinioni personali di certe persone che propugnano un’idea come fosse una religione. Bisogna seguire la questione per fede e se discuti e dici che la comunità scientifica chiama la pas “scienza spazzatura” e che gli psichiatri non vogliono saperne, e quando lo dici porti documenti, testimonianze, carte, e non sentito dire, allora ti dicono che sei un’eretica.
Allora, diciamo che io potrei dire che la giornalista del corriere 27esima ora ha preso spunto da uno dei tanti tormentoni dei misogini padri separati che chiamano le ex mogli in vari modi non gentili e sostengono che siano tutte ladre.
Potrei dire anche che ha affermato una grande sciocchezza perché la precarietà è tanta e tale per le donne oggi (come si evince dalle statistiche che denunciano una disoccupazione spaventosa per le donne di qualunque età) che bisognerebbe chiedere come mai il mercato del lavoro è orientato a rimandare a casa le donne e a offrire il poco spazio che resta agli uomini. Potrei dire che a fronte della precarietà che accomuna tutti i generi c’è una parte politica che sta sollecitando una guerra tra i generi così come l’aveva sollecitata tra etnie, culture e religioni. Perché dividi et impera e dunque a dividere si è sempre in tempo.
Ma quel titolo? Che orrore. Io non ho statistiche. Ho testimonianze di tante donne che conosco. Tutte sono precarie, anzi molte e quella che non lo è comunque si è fatta un culo così a lavorare e crescere anche i figli senza l’aiuto di nessuno. Le donne che conosco non hanno mai preso un soldo dagli ex mariti e questi ex partner non hanno mai dato soldi neppure per i figli. Fingono di non avere proprietà, intestano tutto al fratello o alla madre. Fanno di tutto pur di sfuggire alle proprie responsabilità e in generale diciamo che il problema semmai è che le donne, moltissime, dopo la separazione tornano a casa dai genitori se non ce la fanno a mantenersi.
Le donne, più o meno giovani, le trentenni, le quarantenni, vogliono lavorare, fanno manifestazioni contro la precarietà, non vogliono essere “mantenute” da nessuno, combattono in tutti i sensi e questa generalizzazione un po’ misogina è assolutamente offensiva. Un insulto al pari di ministri che noi donne precarie ci chiamano fannullone e perditempo. Come no. Siamo tutte qui a girarci i pollici e a farci mantenere dagli ex mariti.
Personalmente poi posso dire che un ex compagno ce l’ho anch’io, un’esperienza infausta che non auguro a nessuno. Accadeva moltissimi anni fa. Non ho mai voluto niente. Niente di niente. Per gentilezza e ringraziarmi lui mi ha perseguitata per un tot di anni. Perché questi ex generalmente sono un po’ così. Diciamo assai “affettuosi” ché se non li caghi affatto ti dicono che sei il male personificato.
Ma quando la smettete voi femmine di essere le kapò di maschi infami che stanno rendendo la vita impossibile a noi e la renderanno altrettanto impossibile alle nostre/vostre figlie? Avete una vaga idea di quali siano le proposte legislative che portano avanti? Di quale cultura permea tutti i contesti? Di quanto sia invasiva la loro azione da squadristi che agisce in nome e per conto di una ideologia nefasta di un pater familias di ritorno? Quali respiri reazionari siamo costrette a digerire badando a non rigurgitare nelle vicinanze per non fare un danno alle nostre simili?
Cosa significa che ti vergogni delle donne eccetera? Ma vergognati piuttosto degli uomini che massacrano le donne in relazioni tristi e che le ammorbano psicologicamente dopo che le hanno rese economicamente dipendenti. Vergognati per uno Stato che non dà alle donne in generale nessuna opportunità di lavoro. Vergognati del fatto che parli di donne con un livore tra le righe che presta il fianco alla cattiveria degli uomini. O se ti vuoi vergognare allora vergognati! Bene, brava, bis. Che colpo, eh?
Per quello che mi riguarda, senza offesa, questi ammiccamenti comunicativi si chiamano complicità. Sono forme di collusione. Ed è legittimo che ciascuna dica quello che vuole, me compresa. Però che si sappia: ci sono donne che odiano le donne. Odiano le donne e basta. E non sono sorelle, neppure per ipotesi.