anche io avevo postato lo stesso riferimento al men's lib
Sì, ma, se non sbaglio, l'altro articolo era di 40 anni fa, giusto?
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,902960,00.htmlQuest'ultimo, invece, è più recente; fresco di settimana. E' interessante il confronto.
comunque femminismo x maschietti suona male (e non fa ridere)
Sono d'accordo.
io seriamente lo chiamerei neo-maschilismo (o lascerei men's lib,liberazione del maschio)
Per me la questione è: una corrente di pensiero oppure un movimento organizzato? Io, per esempio, non riesco a comprendere come la Legge attuale non contempli al pari dell'aborto, per gli stessi ragionamenti, il rifiuto alla paternità; oppure come possano essere legittimate, se non proprio incentivate, le tecniche di fecondazione assistita, che umiliano il maschio escludendolo dalla riproduzione. E moltissime altre cose per le quali non ci sarebbe alcun bisogno di un movimento o di militanti che s'incatenano alle Nazioni Unite, ma semplice buon senso e onestà intellettuale. Una campagna culturale, al più, se i nostri politici sono così tonti da non arrivarci da soli; qualche storico serio che impedisca si riscriva la Storia; così per gli scienziati la scienza, ecc. In tutta onestà io non vedo un movimento popolare. E' incredibile anche che i padri separati debbano lottare così tanto per ottenere così poco essendo pienamente nel giusto. E' incredibile che un reato, per quanto odioso, spazzi via il diritto di essere innocente - e non colpevole - fino a prova contraria. In verità, io, se venissi da Marte, non capirei perché siamo arrivati a questo punto, perché esiste una QM. Oppure mi sfugge qualcosa? Degli articoli inglesi non mi piace ancora il tono, poco solenne, e l'assenza di un filo conduttore.
Tra i commenti al blog c'è questo:
"Lei,sigra Zuncheddu,ha proprio ragione:dipende solo da noi,
la colpa è nostra"
Rai, sei film tv per vincere la violenza contro le donneLa scelta di Margarethe von Trotta, autrice di tante storie al femminile, è stata naturale per Claudia Mori. E la regista tedesca ha accettato la proposta senza esitazioni.
(...)
La proposta è quella di fare sei film-tv sul tema della violenza contro le donne: una serie che si girerà da febbraio e andrà in onda sulla Rai il prossimo autunno. Il progetto coinvolge tre registi (ognuno girerà due film) Liliana Cavani, il 43enne Marco Pontecorvo e la regista tedesca.
(...)
L'età è l'elemento che più ha colpito Marco Pontecorvo, il regista di Parada, che non a caso ha scelto di occuparsi del caso delle ragazzine che "si vendono" sul web. "L'escalation è continua, cominciano in rete fino ad entrare in certi giri molto pericolosi. Parlo di ragazzine italiane, ed è pazzesco che alcune abbiano solo 12, 13, 14 anni", dice Pontecorvo, unico maschio tra i registi. "
All'inizio ero scettico, che c'entro io con la violenza sulle donne (
). Poi l'idea di affrontare un'attualità così calda a fianco di registe che ammiro tanto come la Cavani e Margarethe, che conosco da sempre, mi ha convinto".
L'altra storia che girerà Pontecorvo è quella di una ragazzina di 14 anni violentata dal nuovo compagno della madre. "L'ho letta proprio su Repubblica, è una storia che si svolge tra l'Italia e la Germania e nella realtà il padre ha lottato per 27 anni per far processare il colpevole, superando mille ostacoli burocratici e di estradizione, finché ha fatto prelevare l'uomo da un kosovaro e l'ha incatenato davanti a un tribunale".
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/spettacoli_e_cultura/fiction/fiction-donne/fiction-donne.html