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2/12/2009 - STUDIO SUI TOPI
Le donne vivono di più grazie ai geni dei padri
I maschi potrebbero essere meno longevi delle femmine a causa di un
gene ereditato per via paterna
LONDRA
Le donne, è risaputo, vivono più degli uomini, e la spiegazione
di questa differenza potrebbe risiedere nei geni dello sperma.
Una nuova ricerca condotta dal Department of Bioscience
della Tokyo University of Agriculture in Giappone ha infatti
identificato nei geni dello sperma la ragione di una riduzione
della longevità. Questi geni potrebbero avere degli effetti
negativi sulla durata della vita nei mammiferi, come dimostra
la nuova ricerca pubblicata sulla rivista Human Reproduction.
«In tutte le culture del mondo, ed anche nel mondo animale,
spesso le femmine vivono molto più a lungo dei maschi» ha
detto Tomohiro Kono, ricercatore a capo dello studio. «La
ragione della differenza tra la longevità tra maschi è femmine
potrebbe risiedere nel gene Rasgrf1, contenuto nel cromosoma
9, responsabile della crescita post natale. Nei maschi, questo
gene è solitamente espresso nel cromosoma ereditato per via
paterna. Non è chiaro se sia l’unico gene responsabile della longevità, ma è un possibile candidato».
Per verificare se l’azione di Rasgrf1 nei maschi potesse essere la causa di una minore durata della vita, i ricercatori
hanno manipolato dei topi di laboratorio in modo da ottenere delle cavie prive di padre, ma con due madri.
«Abbiamo estratto delle cellule uovo da un topo e le abbiamo riprogrammate in modo che i geni contenuti al loro
interno si comportassero come geni maschili» ha spiegato Kono. «In seguito, abbiamo trapiantato questo materiale
genetico manipolato in cellule uovo mature e non fertilizzate che erano prive di nucleo. Queste uova sono maturate
un embrione trapiantato in un altra madre». Come risultato i topi nati avevano materiale genetico derivante da due
madri e nessun padre.
«Abbiamo quindi verificato che la durata della vita di questi topi era sensibilmente più lunga. I topi modificati hanno
vissuto fino a 1045 giorni, a differenza dei 996 dei topi non modificati» ha detto Kono. «Complessivamente, i topi
modificati hanno vissuto in media 800 giorni, a differenza dei 655 dei topi di controllo. Inoltre, a 20 mesi dalla
nascita, i topi con due madri erano più piccoli e leggeri degli altri, il loro sistema immunitario era più efficace e
con un maggior numero di eusinofili».
Per i ricercatori, questa ricerca permette di comprendere come la longevità nei mammiferi sia controllata
principalmente dall’azione del genoma. «I geni contenuti nello sperma dei padri potrebbero avere un effetto
negativo sulla durata di vita nei maschi stessi. Questo effetto non si verifica nelle femmine: il gene responsabile di
questa riduzione, Rasgrf1, viene represso e si vive una vita più lunga» conclude Kono.
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