dal sito delle fikesekke:
Da Marco: un antispecista, padre e separato che non vuole diventare un “padre separato”. Grazie a lui e buona lettura a voi!
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Vorrei dare una testimonianza, come padre separato, sulla strumentalizzazione in funzione anti-femminile dei problemi legati alle separazioni.
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Sono separato (non sposato) e ho una figlia. Pur con qualche difficoltà e attrito iniziale, io e la mia ex-compagna abbiamo optato fin da subito per l’affido condiviso, “informalmente” per oltre un anno, poi formalizzato con richiesta congiunta al tribunale minorile: la bambina passa grosso modo lo stesso tempo con ciascuno dei genitori, e la potestà è condivisa.
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Nonostante questo, mi è capito spesso che altri padri separati (o altri uomini, semplicemente), scoprendo che faccio parte di questa “categoria”, mi attribuissero quasi automaticamente il ruolo di padre-perseguitato-dalla-ex, o che più o meno esplicitamente sollecitassero la mia “solidarietà maschile” nei loro confronti. In alcuni casi, costoro trovano addirittura normale inveire contro le donne o le “femministe”, sentendosi liberi di farlo di fronte ad un “separato”, cioè una vittima delle vessazioni femminili, dei giudici che stanno dalla parte delle donne, delle madri che “spillano soldi”, e così via…
Ora, pur in un mondo in cui la principale forma di violenza è verso le donne, esistono senz’altro episodi di ricatto, violenze psicologiche, ecc. commesse dalle donne. Può darsi che alcuni di questi padri di cui sopra siano davvero delle vittime. Quello che è quantomeno fastidioso, però, è che si dia per scontata la solidarietà di genere (maschile).
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Mi sembra che queste persone – che talvolta mi segnalano siti ed associazioni come quelle dei padri separati – cerchino di usare le mie difficoltà per attaccare tutto il genere femminile. Queste difficoltà, però, non hanno a che fare necessariamente con la discriminazione dei padri, ed anche quando questo si verificasse non potrebbe essere generalizzato così facilmente. Al contrario, se analizzassimo seriamente il problema, potrebbe anche costituire la base per un’analisi di fenomeni che costituiscono un riflesso del patriarcato che genera sofferenza anche ai maschi. Può succedere che alcuni aspetti degli orientamenti giuridici “favoriscano” le madri: nel caso in cui la mia ex-compagna usasse tali orientamenti per “ricattarmi”, questo non costituirebbe comunque una base per un’ambigua solidarietà con altri padri, che spesso sono soltanto preoccupati di non pagare gli alimenti, di riaffermare il proprio potere di pater familias, o che si scoprono genitori “presenti” solo dopo la separazione. Anzi, costituirebbe più facilmente una base per una solidarietà con tutti i genitori (soprattutto madri) posti in situazione di sudditanza o di ricatto durante il processo di separazione.
Mentre strumentalizzano i miei, probabilmente strumentalizzano i loro stessi problemi. Perché non credo che il punto sia quello di negare i problemi, e neppure di negare dei torti subiti. Io per esempio ho delle cose da rimproverare alla madre di mia figlia, posso anche pensare di avere subito dei torti e me ne lamento. Il punto è proprio che voglio lamentarmene liberamente, senza che questo significhi attaccare “le donne”, o portare acqua al mulino di chi poi potrà persino usare tutto ciò, magari, per “difendere il diritto” di un padre violento a vedere i figli, come accaduto spesso in casi di separazioni dopo le violenze. Questo clima, in ultima analisi, lede il mio stesso diritto di criticare liberamente gli atteggiamenti della persona da cui mi sono separato.
Marco
se provate un po' a leggere questo post pubblicato dalle fikesekke (il link lo trovate da voi facilmente) perdete davvero fiducia nel genere umano!
Marco non vuole
diventare un padre separato??? lo è già, a meno che non vogliate negare logica e ontologia in una volta sola
Marco al momento è fortunato. Bene, stia contento e se la goda, ma:
1 non creda che durerà per sempre
2 non si creda superiore ad altri perché a lui è andata bene
C'è gente che dà per scontata la solidarietà di Marco, ma lui la nega, e se ne vanta pure
assurdo! va bene, sarei tanto contento mi passasse sotto le mani in un momento di bisogno: lo guarderei affogare nella melma, o agonizzare per una emorragia, o crepare di freddo e gli chiederei: ma chè, dai forse per scontata la solidarietà umana? io no!
C'è chi "cerca di usare le difficoltà di Marco"
ma allora non è tutto così liscio! bene, aspettiamo!
Se la sua compagna lo ricattasse è una ipotesi che Marco si fa, quindi vuol dire che potrebbe succedere e non dipende da lui. Quindi se può succedere, perchè non essere solidali con coloro ai quali è successo e cercare delle soluzioni? No, il deficiente è in cerca di compiacenti incoraggiamenti di fikesekke!
La solidarietà con altri padri è ambigua? Quindi è in parte positiva in parte negativa. Una persona sana di mente fa ciò che è positivo e tralascia il negativo. I deficienti fanno il contrario!
Marco vuole essere libero di lamentarsi senza attaccare il genere femminile? ma va? e tutto il Movimento Maschile, tutta la QM, i Padri Separati eccetera, che fanno? C'è qualcuno di noi che non sogna un rapporto positivo con l'altro sesso? C'è qualcuno che non combatte il femminismo proprio perché ha reso questo rapporto impossibile? bisogna proprio essere deficienti per non fraintendere!