http://vitadastreghe.blogspot.com/2012/02/cari-uomini-assumetevi-le-vostre.htmlUn altro S.Valentino giunge alla porta portandosi appresso uno strascisco di sangue e violenza, dove l'amore è l'ultimo dei sentimenti ad essere stato celebrato.
Di fronte all'orrore dell'ennesima ragazza stuprata e alle ormai già troppe vittime di femminicidio dall'inizio dell'anno, non è per me una bella festa.
E' la tappa di un bilancio ingrato, orribile, vergognoso.
Sono arrabbiata e sono stanca di sentir dire "se l'è cercata" a chi tenta di addossare anche solo una minima parte di colpa alla vittima di uno strupro facendo riferimento al proprio abbigliamento, al suo atteggiamento o a qualsiasi altro presunto comportamento incoraggiante. Dimenticando che la violenza non si incoraggia: o si compie oppure la si subisce.
Cari uomini, con questo post mi rivolgo a voi con disperazione.
E' il momento che prendiate una posizione forte condannando la violenza sulle donne SENZA SE E SENZA MA.
Vorrei sentire, una volta tanto, un'assunzione di responsabilità corale da parte vostra in quanto uomini prima che cittadini perché la cosa vi riguarda. Vi riguarda tutti.
Il prossimo di voi che dirà "se l'è cercata", "però era in minigonna", "però è andata in discoteca" e tirerà in ballo altre presunte attenuanti ad un crimine contro una donna, lo riterrò moralmente corresponsabile e connivente con chi compie violenza.
Perché ogni volta che uno di voi fa apprezzamenti volgari o commenti sessisti su una donna e voi non dite niente, siete conniventi.
Ogni volta che un vostro amico dice di andare a puttane senza rendersi conto che potrebbe usare violenza nei confronti di una schiava sessuale e voi non dite niente, siete conniventi.
Ogni volta che uno di voi dà della troia a una donna per insultarla e voi sorridete, siete conniventi.
Ogni volta che un vostro amico dice che avrebbe voglia di scopare ma che purtroppo le donne italiane sono tutte stronze e se la tirano eccessivamente e voi annuite, siete conniventi.
Non si nasce violenti, si diventa. La violenza di genere è una catena culturale che si può spezzare solo se smettiamo di mettere la testa sotto la sabbia.
Ma c'è bisogno di tutti per cambiare consapevolmente ogni singolo gesto, immagine e parola in cui la cultura dello stupro attecchisce.
Noi che ci occupiamo di stereotipi di genere sappiamo bene che in Italia esistono un'educazione e un contesto culturale e mediatico favorevoli alla visione della donna come un oggetto sessuale a disposizione dell'uomo e dunque favorevoli ad un contesto di possibile violenza.
"Era solo un gioco". "Era solo ironia". "Non volevamo offendere nessuno". Questo ci hanno quasi sempre risposto i destinatari delle nostre critiche ogni qual volta abbiamo fatto notare il sessismo di cui erano impregnate le immagini dei media più seguiti, invasivi e influenzatori del nostro Paese.
Ma non è un gioco alimentare con il proprio comportamento una cultura razzista (perché il sessimo è, di fatto, una forma di razzismo) dunque violenta.
Non è un gioco quando uno dei due giocatori rappresenta il gioco stesso.
E' una forma di umiliazione a cui noi non vogliamo più assistere e a cui voi dovreste smettere di partecipare anche solo come spettatori, decidendo da che parte stare e assumendo il vostro impegno sia privatamente che pubblicamente.
Aiutateci, aiutiamoci.