Autore Topic: La colpa della crescente disuguaglianza? Il declino dei valori della famiglia  (Letto 1107 volte)

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Offline jorek

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La colpa della crescente disuguaglianza? Il declino dei valori della famiglia

di Paul KrugmanCronologia articolo18 febbraio 2012


Tutte le chiacchiere della destra intellettuale (o pseudointellettuale) sembrano concentrarsi sul libro di Charles Murray, Coming Apart: The State of White America (Lo sfascio dell'America bianca), che sostiene che il problema del proletariato bianco americano è… il declino dei valori della famiglia.

David Frum, forse l'unico conservatore onesto ancora in circolazione, ha stroncato recentemente questo libro con un micidiale articolo sul Daily Beast. Ecco cosa scrive:

«Per capire la tesi che sostiene Murray in Coming Apart immaginatevi questa analogia: un sociologo si reca in una cittadina del Golfo del Messico e nota che le case vicino alla riva sono tutte sfasciate e diroccate, e chi ci viveva prima ora dorme in tende e container.

«Il sociologo scrive un rapporto:

«'L'evidenza scientifica mostra chiaramente che vivere in una casa è preferibile, per i bambini e per le famiglie, che vivere in una tenda o in un container. Gli abitanti della costa del Golfo del Messico sono degli irresponsabili che stanno sottoponendo i loro figli a condizioni inaccettabili'.

«Quando pubblica il suo rapporto qualcuno gli fa notare che la settimana prima c'è stato un uragano. Il sociologo liquida le critiche replicando: ‘Io parlo delle condizioni abitative, mica di meteorologia'».

E Alec MacGillis, un commentatore del The New Republic, in un post online del 6 febbraio ha fatto notare che Murray stesso è cresciuto in una company town [piccoli centri sviluppatisi intorno a uno stabilimento industriale che dà lavoro alla gran parte della popolazione], dove la Maytag garantiva posti di lavoro ben retribuiti nella sua fabbrica: fino a quando l'ha chiusa e ha trasferito la produzione in Messico.

«Secondo Murray», scrive MacGillis, «i problemi dei lavoratori non sono i cambiamenti economici che hanno reso più difficile per gli appartenenti a questa classe sociale – specialmente se di sesso maschile – guadagnare un salario decente, ma un declino dei valori sociali e dell'industriosità, frutto delle rivolte degli anni 60».

E continua: «La questione, per Murray e per coloro che stanno usando le sue teorie per spiegare la disuguaglianza, può essere espressa in termini molto concreti: la comunità in cui Murray è felicemente cresciuto, a Newton, nell'Iowa, è davvero scomparsa perché i suoi vicini proletari hanno perso, per qualche misterioso motivo, il loro spirito d'iniziativa? Forse la spiegazione è più semplice».

Da un punto di vista analitico, sembra un momento molto strano per focalizzarsi sul presunto declino morale delle classi più povere. Durante gli anni 60, quantomeno, era ragionevole chiedersi perché il malessere sociale fosse in aumento nonostante un'economia in pieno boom, che produceva benefici largamente condivisi (anche se, come mette in evidenza il sociologo William Julius Wilson nel suo libro When Work Disappears: The World of the New Urban Poor, le opportunità lavorative stavano scomparendo nei quartieri popolari urbani, e questo era uno dei motivi dell'aumento dei problemi sociali fra le persone intrappolate in quei quartieri).

Ma ora abbiamo un'economia che lascia indietro i colletti blu: perché mettersi a evocare i valori sociali per spiegare le loro difficoltà?

E se il degrado sociale è una realtà fra i cittadini di razza bianca che ricadono nel terzo più povero della distribuzione del reddito, non è una conferma della validità di quello che afferma Wilson, e cioè che è la mancanza di opportunità economiche che alimenta lo scollamento sociale?

Naturalmente tutto questo trambusto improvviso sui valori è perfettamente logico dal punto di vista politico, perché distrae dal problema dell'aumento smisurato dei redditi più alti.

Una strana forma di collasso sociale
Leggendo il libro di Murray e tutti i commenti sulle origini del collasso sociale del proletariato bianco, ho una domanda scomoda da fare: la situazione è davvero tanto brutta?

Sì, i matrimoni sono in calo e il tasso di partecipazione alla forza lavoro fra i maschi in età lavorativa è diminuito (anche se non tanto quanto sembrerebbe da certi discorsi), ma generalmente si dà per scontato che queste tendenze originino malessere sociale. È davvero così?

Se c'è una cosa che stranamente manca nel libro di Murray è un qualsiasi accenno a quel tradizionale indicatore di scollamento sociale che il numero delle gravidanze fra le adolescenti. Perché manca? Semplicemente perché è in caduta libera, secondo le statistiche ufficiali.

E la criminalità? È in aumento, giusto? Sbagliato, stando ai dati del dipartimento della Giustizia.

Propongo quindi una considerazione: forse è vero che i valori sociali tradizionali si stanno erodendo fra i ceti popolari di razza bianca; ma forse questi valori sociali tradizionali non sono così fondamentali per il benessere della società come ai conservatori piace pensare.


http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-18/colpa-crescente-disuguaglianza-declino-144339.shtml?uuid=AaTlbrtE


Offline Stealth

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Re: La colpa della crescente disuguaglianza? Il declino dei valori della famiglia
« Risposta #1 il: Febbraio 19, 2012, 12:41:09 pm »
Tutte le chiacchiere della destra intellettuale (o pseudointellettuale) sembrano concentrarsi sul libro di Charles Murray, Coming Apart: The State of White America (Lo sfascio dell'America bianca), che sostiene che il problema del proletariato bianco americano è… il declino dei valori della famiglia.

Che questa posizione sia discutibile è vero, però non credo che la destra sia più pseudo e meno intellettuale della sinistra.


Citazione
David Frum, forse l'unico conservatore onesto ancora in circolazione

Almeno qualche conservatore onesto in circolazione c'è ancora. Di progressisti invece mi sa manco uno.


Citazione
Naturalmente tutto questo trambusto improvviso sui valori è perfettamente logico dal punto di vista politico, perché distrae dal problema dell'aumento smisurato dei redditi più alti.

Beh, che aumentino i redditi più alti che cacchio ce ne fotte? Invidia? :hmm:



Propongo quindi una considerazione: forse è vero che i valori sociali tradizionali si stanno erodendo fra i ceti popolari di razza bianca; ma forse questi valori sociali tradizionali non sono così fondamentali per il benessere della società come ai conservatori piace pensare.

Se per l'autore di questo articolo la denatalità non è un sintomo di malessere...

Offline Giuseppe83

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Re: La colpa della crescente disuguaglianza? Il declino dei valori della famiglia
« Risposta #2 il: Febbraio 19, 2012, 17:37:09 pm »
Quindi per Krugman "è la mancanza di opportunità economiche che alimenta lo scollamento sociale", mentre i valori sociali tradizionali (che egli ammette essere in fase di erosione) "non sono così fondamentali per il benessere della società".
A questo punto io mi domando: i valori sociali tradizionali da quali valori sociali sono stati sostituiti? E la mancanza di opportunità economiche non potrebbe spiegarsi proprio con la sostituzione di valori che danno agli uomini spirito di iniziativa con valori che glielo fanno perdere (ipotesi ritenuta ridicola dall'autore)?