Dialoghi > Media: notizie, links, articoli, siti, video, libri e manifesti
Incorruttibilità femminile: donne truffatrici
Alberto86:
come dimenticare queste 2 ovviamente
Vanna Marchi e figlia
tra l'altro c'è un'aggiornamento di qualche mese fà
La Cassazione ha ridotto la condanna per bancarotta nei confronti di Vanna Marchi e della figlia Stefania Nobile. La quinta sezione penale, riformando la condanna della Corte d'appello di Milano del 22 aprile 2010 (in quell'occasione la Marchi era stata condannata a 14 anni e la figlia a 12), ha condannato la teleimbonitrice a nove anni e sei mesi e la figlia Stefania Nobile a otto anni e un mese. La vicenda riguarda la bancarotta della Ascè, la ditta attraverso la quale Vanna Marchi svolgeva la sua attività commerciale. La teleimbonitrice aveva già ottenuto la semilibertà lo scorso ottobre.
"Si avvicina il fine pena e quindi a breve chiederò l'affidamento in prova ai servizi sociali e la loro liberazione", ha spiegato l'avvocato Liborio Cataliotti, difensore della Marchi e della figlia Stefania. La ex teleimbonitrice è in semilibertà dal 7 ottobre scorso e lavora in un bar del genero a Milano. Sua figlia è invece in detenzione domiciliare. In particolare la Cassazione ha accolto la richiesta della Procura della Suprema corte, avanzata dal sostituto procuratore generale Gioacchino Izzo, di rideterminare le condanne considerando come un unicum i vari comportamenti penalmente illeciti tenuti dalle due donne.
E' stato così rimodulato il verdetto emesso dalla Corte d'appello di Milano il 22 aprile del 2010 nel processo per la bancarotta della società Asce, la ditta attraverso la quale l'imbonitrice televisiva svolgeva la sua attività commerciale truffando la buona fede degli spettatori. Già in appello i giudici avevano applicato la continuazione. ma evidentemente non in maniera complessiva.
Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/12/14/news/wanna_marchi_pena_ridotta_9_anni_e_6_mesi_in_cassazione-26617246/
poisonmind:
fonte: http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/daniela-paponetti-arrestata-castel-san-pietro-romano-1132799/
Daniela Paponetti arrestata in Svizzera: aveva “rubato” 2 milioni di euro
ROMA, 24 FEB – In 15 anni di lavoro come direttrice ed unica impiegata dell'ufficio postale in un borgo di Castel San Pietro Romano, comune a pochi chilometri da Palestrina, aveva truffato pensionati e risparmiatori accantonando oltre 2 milioni di euro attraverso manovre contabili e piccoli trucchi.
A nove mesi dalla sua fuga, Daniela Paponetti, 57 anni, e' stata catturata in Svizzera dove si era rifugiata con il bottino messo da parte, sperperato per lo piu' al gioco. A giorni sara' estradata per essere portata nel carcere di Rebibbia
24th feb 12.
poisonmind:
fonte: http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/lavoro/news/articolo/lstp/443220/
Problemi economici per l’azienda, condannata l'imprenditrice che riduce il salario effettivo, lasciando invariato quello indicato nelle buste paga
Se il datore di lavoro "minaccia" la perdita del posto di lavoro se il lavoratore non accetta un trattamento economico inferiore a quello risultante dalle buste paga integra il reato di estorsione.
Il caso
Problemi economici per l’azienda, difficoltà occupazionali per i lavoratori. Come uscirne? L’idea ‘magica’ di un’imprenditrice è semplice: ridurre il salario effettivo, lasciando invariato quello indicato nelle ‘buste paga’. Con due conseguenze: dare respiro all’azienda e consentire ai dipendenti di conservare il posto di lavoro. Ma l’idea – peraltro non nuova – non è delle migliori. L’imprenditrice viene infatti condannata, in primo e in secondo grado, per il reato di estorsione continuata in danno di alcune dipendenti. L’imprenditrice però, contesta la condanna a oltre tre anni di reclusione e a 400 euro di multa. Presenta ricorso in Cassazione e critica la ricostruzione degli avvenimenti delineata in Appello. Secondo la ricorrente, difatti, mancano in concreto «gli elementi della costrizione e dell’approfittamento, nonché del danno e dell’ingiusto profitto». Molto più semplicemente, a suo dire, l’imputata avrebbe offerto «le condizioni di lavoro praticate nella zona, accettate liberamente dalle dipendenti». Tutto ciò, peraltro, «in assenza di un reale profitto» per l’imprenditrice, che, successivamente, «ha dovuto liquidare l’attività per mancanza di commesse e per i debiti contratti».
Per giunta, l’imputata ricorda che alle lavoratrici è stato corrisposto «quanto concordato con i sindacati a titolo di risarcimento» e, a loro volta, le dipendenti si sono dichiarate «integralmente soddisfatte». Far balenare l’ipotesi della perdita del posto di lavoro per ottenere l’accettazione della riduzione del salario è reato. Lo scenario della crisi, però, non può rendere accettabili determinate azioni del datore di lavoro. Su questo punto, i giudici della Cassazione ribadiscono che la prospettazione, da parte del datore di lavoro, in un contesto di grave crisi occupazionale, della perdita del posto di lavoro nel caso in cui non si accetti un trattamento economico inferiore a quello risultante dalle ‘buste paga’ integra il reato di estorsione. Logica e legittima, quindi, la condanna dell’imprenditrice. Che non può neanche pretendere di vedere ‘alleggerito’ l’ammontare del risarcimento da pagare sulla base di un accordo transattivo con le operaie.
JAROD72:
--- Citazione da: Alberto86 - Febbraio 22, 2012, 17:17:40 pm ---come dimenticare queste 2 ovviamente
Vanna Marchi e figlia
tra l'altro c'è un'aggiornamento di qualche mese fà
La Cassazione ha ridotto la condanna per bancarotta nei confronti di Vanna Marchi e della figlia Stefania Nobile. La quinta sezione penale, riformando la condanna della Corte d'appello di Milano del 22 aprile 2010 (in quell'occasione la Marchi era stata condannata a 14 anni e la figlia a 12), ha condannato la teleimbonitrice a nove anni e sei mesi e la figlia Stefania Nobile a otto anni e un mese. La vicenda riguarda la bancarotta della Ascè, la ditta attraverso la quale Vanna Marchi svolgeva la sua attività commerciale. La teleimbonitrice aveva già ottenuto la semilibertà lo scorso ottobre.
"Si avvicina il fine pena e quindi a breve chiederò l'affidamento in prova ai servizi sociali e la loro liberazione", ha spiegato l'avvocato Liborio Cataliotti, difensore della Marchi e della figlia Stefania. La ex teleimbonitrice è in semilibertà dal 7 ottobre scorso e lavora in un bar del genero a Milano. Sua figlia è invece in detenzione domiciliare. In particolare la Cassazione ha accolto la richiesta della Procura della Suprema corte, avanzata dal sostituto procuratore generale Gioacchino Izzo, di rideterminare le condanne considerando come un unicum i vari comportamenti penalmente illeciti tenuti dalle due donne.
E' stato così rimodulato il verdetto emesso dalla Corte d'appello di Milano il 22 aprile del 2010 nel processo per la bancarotta della società Asce, la ditta attraverso la quale l'imbonitrice televisiva svolgeva la sua attività commerciale truffando la buona fede degli spettatori. Già in appello i giudici avevano applicato la continuazione. ma evidentemente non in maniera complessiva.
Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/12/14/news/wanna_marchi_pena_ridotta_9_anni_e_6_mesi_in_cassazione-26617246/
--- Termina citazione ---
Decisamente delle bruttissime figure.
Poi non bisogna anche dimenticare di tutti i dipendenti, tra i quali molte donne che ci lavoravano e sapevano e non denunciavano. Quindi complici anch'essi.
JAROD72:
E vallettopoli? Erano in parte donne.
Le donne di mafia che sono parti integranti nel tessuto di quella struttura mafiosa. Per donne di mafia intendo tutte le organizzazioni mafiose presenti nel mondo. Vedere le triadi, la mafia nigeriana che con l'aiuto di donne stesse operano nel traffico della prostituzione e altro.
C'è poi da dire che se le femministe dicono che le donne non hanno mai ricoperto posizioni di potere per colpa degli uomini, come si possono fare valutazioni sulla loro onestrà non essendo rappresentate? Un' ennesima contraddizione.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa