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Maschicidi

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Warlordmaniac:
Due al prezzo di uno.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/01/24/news/ferrara_uccide_il_marito_con_un_colpo_di_pistola_alla_nuca-51218841/?ref=HREC1-4

Ferrara, uccide il marito
con un colpo di pistola alla nuca
Donatella Zucchi, ex vigilessa, avrebbe sparato al marito, il 49enne Vincenzo Brunaldi, probabilmente mentre erano a letto. La polizia ha trovato la donna vicina al corpo già in un sacco. Ha confessato l'omicidio
Lo leggo dopo
Ha ucciso il marito tossicologo con un colpo di pistola alla nuca, cercando successivamente di disfarsi del corpo: il fatto, accaduto in un appartamento di Ferrara, potrebbe risalire a mercoledì mattina, ma è stato scoperto solo oggi, in seguito all'intervento della polizia. La vittima è Vincenzo Brunaldi, 49 anni, responsabile di medicina legale, la moglie si chiama Donatella Zucchi, ex vigilessa e attualmente dipendente comunale. L'uomo da due giorni era assente dal lavoro. La morte  sarebbe avvenuta nella notte tra martedì e mercoledì, o nelle prime ore del mattino di ieri, 36/48 ore prima del ritrovamento, hanno riferito i medici legali.

Grazie a una segnalazione giunta alla squadra mobile, gli agenti sono arrivati in via Favero, entrando  nell'appartamento, dove hanno trovato la donna, che non ha opposto resistenza, vicina al letto e al corpo del marito, già all'interno di un sacco di plastica nero, pronto per essere trasportato via: nell'auto della donna, sono state trovate anche delle lattine di liquido infiammabile.

I fatti sono stati ricostruiti dal questore di Ferrara, Luigi Mauriello. Sono in corso accertamenti della scientifica per ricostruire l'esatta dinamica del delitto: il corpo risulta spostato, mentre nel materasso sporco di sangue è stato individuato il foro del proiettile, il che fa ipotizzare che l'omicidio sia avvenuto a letto. S'indaga per capire se la donna avesse o meno cercato l'aiuto di qualcuno per disfarsi del corpo.

In casa gli agenti hanno trovato
il materasso del letto - che la Zucchi aveva buttato in un cassonetto - ancora sporco di sangue e con al centro un buco provocato dal proiettile della calibro 9 che la donna deteneva legalmente per uso sportivo. La donna aveva posto anche un telone nell'auto, una piccola utilitaria per portare via il corpo, e questa mattina ha telefonato a un'amica dicendo che aveva ucciso il marito. Questa ha chiamato subito la polizia facendo scattare l'allarme e le prime indagini.

La donna era stata per alcuni anni agente della polizia municipale per poi passare ad un incarico amministrativo nel comune, ma in Comune a Ferrara non la si vedeva tanto per i problemi di salute. E' escluso che l'ex vigilessa avesse problemi psichici. Quanto al rapporto tra i coniugi sembra fossero in procinto di separarsi. Non avevano figli.

La presunta assassina, 22 anni fa aveva vissuto una tragedia familiare: nel marzo del 1991 il padre, Nedo Zucchi, morì per un colpo di fucile partito accidentalmente durante un litigio con la moglie, Antonietta Crisante. La responsabilità della donna nella morte del marito venne esclusa dalle indagini che seguirono la tragedia.

Red-:
Altri maschicidi

Soldati caduti in Afghanistan, a rappresentare l'Italia, formata da uomini e donne.
I caduti, però, sono tutti maschi e non perchè più inetti, ma perchè solo loro sono in prima linea.

2004

1 –  Giovanni Bruno
caporal maggiore, distretto di Surobi, incidente col suo mezzo, 3 ottobre

2005

2 – Bruno Vianini
capitano di fregata, disastro aereo, 3 febbraio

3 – Michele Sanfilippo
caporal maggiore, per ferite riportate in addestramento, 11 ottobre

2006

4 – Manuel Fiorito
tenente, 2º Reggimento alpini, 5 maggio

5 – Luca Polsinelli
maresciallo, 9º Reggimento alpini, 5 maggio
per lo scoppio di un ordigno al passaggio del loro convoglio nella Musay Valley

6 – Carlo Liguori
tenente colonnello, Herat, attacco cardiaco durante una missione, 2 luglio

7 – Giuseppe Orlando
caporal maggiore, 2º Reggimento alpini, Kabul, incidente stradale, 20 settembre

8 – Vincenzo Cardella
caporal maggiore, 2º Reggimento alpini, a Sud di Kabul, scoppio di un ordigno, azionato probabilmente a distanza, al passaggio del convoglio, 26 settembre

9 – Giorgio Langella
caporal maggiore, 2º Reggimento alpini, muore il 30 settembre all’ospedale militare del Celio di Roma per le ferite riportate nell’attentato del 26 settembre i cui è morto Cardella

2007

10 – Lorenzo D’Auria
sottufficiale del Sismi, catturato insieme a un altro agente dagli insorti, riporta gravi ferite durante il blitz per la liberazione e muore pochi giorni dopo all’ospedale militare del Celio a Roma, 4 ottobre

11 – Daniele Paladini
maresciallo capo, 2º Reggimento del genio pontieri di Piacenza, a  seguito di una strage a opera di un attentatore suicida durante la cerimonia d’inaugurazione del ponte sul fiume a Paghman, 25 km a nord-ovest di Kabul, 24 novembre

2008

12 – Giovanni Pezzulo
maresciallo del Cimic Group South Rudbar, a seguito di uno scontro a fuoco durante una distribuzione di viveri alla popolazione locale, 12 febbraio

13 – Alessandro Caroppo
caporal maggiore, per cause naturali, 21 settembre

2009

14 – Arnaldo Forcucci
maresciallo dell’Aeronautica Militare, base italiana di “Camp Arena” di Herat, per cause naturali, 15 gennaio

15 – Alessandro Di Lisio
caporal maggiore, 8º Reggimento genio guastatori paracadutisti “Folgore”, 50 km Nord-Est di Farah,  scoppio di un ordigno artigianale al passaggio del suo convoglio, 14 luglio

16 – Roberto Valente
sergente maggiore, 187º Reggimento “Folgore”

17 – Matteo Mureddu
primo caporal maggiore, 186º Reggimento “Folgore”

18 – Antonio Fortunato
tenente, 186º Reggimento “Folgore”

19 – Davide Ricchiuto
primo caporal maggiore, 186º Reggimento “Folgore”

20 – Giandomenico Pistonami
primo caporal maggiore, 186º Reggimento “Folgore”

21 – Massimiliano Randino
primo caporal maggiore, 183º Reggimento “Nembo” della “Folgore”
Kabul, 17 settembre. Un’auto carica di esplosivo (150 kg) si infila tra due mezzi Lince del 186º Reggimento della Brigata Folgore e fa strage

22 – Rosario Ponziano
caporal maggiore, 4º Reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino”, ribaltamento dell’autoblindato “Lince” in incidente stradale tra Herat e Shindad, 15 ottobre

2010

23 – Pietro Antonio Colazzo
agente dell’Aise, attentato contro un hotel nell’area di Shahr-i-Naw, 26 febbraio

24 – Massimiliano Ramadù
sergente in forza al 32º Reggimento genio guastatori “Torino”

25 – Luigi Pascazio
caporal maggiore del 32º Reggimento genio guastatori “Torino”
Entrambi morti in seguito allo scoppio di un ordigno artigianale al passaggio di un convoglio partito da Herat e diretta alla base di Bala Murghab per portare rinforzi, 17 maggio

26 – Francesco Saverio Positano
caporal maggiore scelto in forza al 32º Reggimento genio guastatori “Torino”, caduta dal proprio mezzo nei nei pressi di Shindad, 23 giugno

27 – Marco Callegaro
capitano in forza al 121º Reggimento di artiglieria contraerei “Ravenna”, operativo in un piccolo contingente italiano che supporta il comando della missione Isaf della Nato, aeroporto di Kabul, suicida, 25 luglio

28 – Mauro Gigli
primo maresciallo in forza al 32º Reggimento genio guastatori alpini “Torino”

29 – Pierdavide De Cillis
caporale maggiore capo in forza al 21º Reggimento genio guastatori Di Caserta
Entrambi morti in un attentato compiuto con un ordigno artigianale, piazzato lungo la strada che stavano dpercorrendo a seguito di una chiamata, a 8 chilometri a sud di Herat, 28 luglio

30 – Alessandro Romani
tenente in forza al 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” e operativo presso la Task Force 45, nella zona di Bakwah, nell’area a est di Farah, nella provincia di Herat, colpito a morte mentre cercava di catturare un gruppo di insorgenti che aveva appena piazzato un ordigno, 17 settembre

31 – Gianmarco Manca
primo caporal maggiore in forza al 7º Reggimento alpini

32 – Francesco Vannozzi
primo caporal maggiore in forza al 7º Reggimento alpini

33 – Sebastiano Ville
primo caporal maggiore in forza al 7º Reggimento alpini

34 – Marco Pedone
caporal maggiore in forza al 7º Reggimento alpini
Tutti e quattro muoiono in un’imboscata al loro blindato Lince. A esplodere è un ordigno improvvisato al ciglio della strada a circa 200 chilometri a est della Provincia di Farah, al confine con l’Helmand, nel sud ovest dell’Afghanistan. Erano di scorta a 70 camion civili, 9 ottobre

35 – Matteo Miotto
caporal maggiore in forza al 7º Reggimento alpini, base di Buji, nel distretto di Gulistan (provincia di Farah), colpito da un cecchino, 31 dicembre

2011

36 – Luca Sanna
caporal maggiore in forza all’8º Reggimento alpini, colpito a morte alla testa da un ribelle in uniforme dell’esercito afghano, nell’avamposto  “Highlander” nella cintura di sicurezza intorno alla base di Bala Morghab, nell’ovest dell’Afghanistan, 18 gennaio

37 – Massimo Ranzani
tenente in forza al 5º Reggimento alpini, per l’esplosione di un ordigno artigianale che esplode al passaggio del Lince sul quale viaggiava di ritorno da un’operazione di assistenza medica nella zona di Shindand, 28 febbraio

38 – Cristiano Congiu
tenente colonnello della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga dei Carabinieri, in servizio presso l’Ambasciata italiana di Kabul dal 2007, ucciso con un colpo di kalashnikov alla testa per aver difeso una donna statunitense da un’aggressione, in una località nella zona di Khinch della Valle di Mokni nella provincia del Panjshir, nell’Afghanistan nord orientale, 4 giugno

39 – Gaetano Tuccillo
caporal maggiore scelto in forza al Battaglione logistico “Ariete”, esplosione di un ordigno artigianale al passaggio del suo mezzo nel villaggio di Caghaz, 16 km ad ovest di Bakwa, 2 luglio

40 – Roberto Marchini
caporal maggiore in forza all’8º Reggimento Genio Guastatori Folgore di Legnago, esplosione di un ordigno artigianale a tre chilometri dalla base di “Camp Lavaredo” a Bakwa, 12 luglio

41 – David Tobini
primo caporal maggiore in forza al 183º Reggimento paracadutisti “Nembo” di Pistoia, ucciso durante un’operazione congiunta tra militari italiani e forze afgane nella zona a nord ovest della valle di Bala Morghab, 25 luglio

42 – Matteo De Marco
maggiore dei Carabinieri comandante dell’RC-West Training Center, Herat, per cause naturali, 16 settembre

43 – Riccardo Bucci
tenente del Reggimento Lagunari “Serenissima” di Venezia

44 – Mario Frasca
caporal maggiore del Comando Forze Operative Terrestri (Comfoter) di Verona

45 – Massimo Di Legge
caporal maggiore del Raggruppamento logistico centrale di Roma
Tutti e tre restano uccisi in un incidente stradale nei pressi di Herat

2012

46 – Giovanni Gallo
tenente colonnello del 152º Reggimento fanteria “Sassari”, a  causa di un malore, Farah, 13 gennaio

47 – Francesco Currò
caporal maggiore capo del 66º Reggimento fanteria aeromobile “Trieste” di Forlì

48 – Francesco Paolo Messineo
primo caporal maggiore del 66º Reggimento fanteria aeromobile “Trieste” di Forlì

49 – Luca Valente
primo caporal maggiore del 66º Reggimento fanteria aeromobile “Trieste” di Forlì
Tutti e tre morti in un incidente stradale nell’area di Shindad, nella parte occidentale dell’Afghanistan , 20 febbraio

50 – Michele Silvestri
sergente dei bersaglieri del 21° Genio guastatori di Caserta, attacco a colpi di mortaio degli insorgenti alla base italiana in Gulistan, 24 marzo

51 – Manuele Braj
carabiniere scelto del 13º Reggimento carabinieri "Friuli-Venezia Giulia", per un razzo da 107mm esploso vicino una garitta di osservazione installata a ridosso della linea di tiro del poligono in un campo per l’addestramento della polizia afgana, ad Adraskan, 25 giugno

52 – Tiziano Chierotti
caporale del II Reggimento Alpini di San Rocco Castagnaretta, Cuneo. Scontro a fuoco nel villaggio di Siav, distretto di Bakwa, a sud di Herat, durante le operazioni di pattuglia

Il 22 agosto 1998, prima dell’attuale missione, era morto un soldato italiano di stanza a Kabul. Faceva parte del contingente Unsma (United nations special mission to Afghanistan) e venne ucciso in un conflitto a fuoco. Era un colonnello. Si chiamava Carmine Calò

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/afghanistan-morti#ixzz2Rt05Fhtv



Tutti maschi, non c'è nemmeno una donna.


krool:
... e nessuno invoca quote rosa. :D

Angelo:
http://video.corriere.it/sacramento-agente-donna-colpisce-bastone-uomo-terra/a174cb0a-c600-11e2-91df-63d1aefa93a2

La solita merda, quel bastone dovrebbero ficcarglielo in culo fino a farla morire,così come ha fatto lei con quel tizio a terra. Ah, se fosse stato un negro... Ma purtroppo è un uomo bianco e quindi...  :sick:

maveryx:
Il Lauria è proprio in gamba.

http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG231832&idc=1

Dalla parte dei maschi

Parlare a favore delle donne è facile, scontato, ripetitivo. Le donne si sono organizzate in associazioni, club, partiti, che hanno sempre un programma per la difesa dei diritti delle donne. Scrivere qualcosa dalla parte dei maschi, non vuol dire essere contro le femmine, ma cercare di fare luce sulla personalità maschile, sui modelli comportamentali e affettivi, diversi da quelli femminili, significa vedere il mondo dal punto di vista maschile, senza la coreografia, la sceneggiatura, la drammaticità di cui le donne sono padrone. I maschi non sanno usare la parola cosi bene come le femmine quando si tratta di parlare di emozioni, non si aprono facilmente, non confidano i loro problemi, psicologici o sessuali, se li tengono, la psicoanalisi ha fatto fortuna con un pubblico al 70% di donne.

 Il maschio dinanzi ad un conflitto con una donna non regge la discussione, non sopporta l’offesa verbale da parte della donna, e finisce con il perdere il controllo, ed usare le mani.

Così anche quando ha ragione passa dalla ragione al torto. Parlare dal punto di vista maschile è difficile, perché per prima cosa bisogna liberarsi di una certa soggezione psicologica dalle donne-madri. I maschi hanno letteralmente paura di difendersi sul piano verbale, non sono buoni psicologi, preferiscono essere evitanti, sia fisicamente che emotivamente. Il maschio viene educato alle madri fin da bambino ad essere forte, nel senso di non mostrare le proprie emozioni, e forse anche per ragioni biologiche non sa difendersi sul piano verbale, soccombe ad una discussione, lascia perdere, e pur di finire una discussione, la dà vinta.

 Quello è purtroppo l’inizio di tanti guai, non sa che ha aperto una maglia pericolosissima, che senza interruzione lo porterà a nuove discussioni, nuove richieste, ed alla fine, esasperato, userà le mani, o peggio le armi, passando dalla ragione al torto. Il maschio è semplice, è diretto, spesso quello che pensa dice, non è furbo, almeno non quanto una donna, il maschio si fida, almeno più di quanto si fidi una donna. Il maschio non trama nel buio, non parla a bassa voce per non fare sentire i discorsi, in genere tende ad urlare, guarda diritto negli occhi, ma è fondamentalmente ingenuo rispetto ad una donna, nella dinamica relazionale ed emotiva, è perdente.

 L’uso della violenza spesso è l’ultima sua chance, l’ultima sua risorsa quando ormai da mesi, da anni, è esasperato, offeso e frustrato da madri, sorelle, figlie, compagne, mogli, amanti, colleghe di lavoro. Quando non ne può più, la repressione degli istinti non è il suo forte, e se la donna è provocante o provocatoria, denigratoria od offensiva, il rischio che passi alla aggressione fisica diventa realtà.

 Tutto questo per capire meglio come funziona un maschio, al solo fine di migliorare la relazione maschio-femmina, al solo fine di capire le origini della violenza fisica e poterla meglio prevenire, perché gli uomini amano le donne, e tutte le loro vite possono essere lette in relazione alle donne che hanno, o non hanno avuto.

Autore : Francesco Lauria - medico chirurgo,specialista in Psichiatria

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