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Maschicidi
raniran:
Letto, ma incasinato bene
non è una realtà media, non la rappresenta!
Dispiace per Bruce, toccante mediaticamente parlando, ma a me tocca il giusto..
Non facciamoci imbrogliare dai media che ci vomitano news sensazionalistiche ad effetto apposta per essere considerati/taggati ecc..
Questa storia è triste, ma ragionando alla pari ce ne sono migliaia ogni santo giorno, magari ancor più drammatiche, in Italia
Dico in Italia, le femministe diranno che ogni minuto in Italia c'è una donna vessata fisicamente dal proprio partner Maschio e che spesso non denuncia....io dirò di più: ogni 10 secondi in Italia c'è un uomo ridotto alla disperazione e che pensa al suicidio e magari va in depressione grazie ad una femmina che conosce.
CHI VINCE?
ALe
ilmarmocchio:
ottimo articolo davvero
http://www.uominibeta.org/articoli/in-guerra-muoiono-solo-donne-e-bambini/#comment-331915
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movimento maschile
27 apr 2015 | 5 Commenti
In guerra muoiono solo donne e bambini…
di Fabrizio Napoleoni
Due anni fa Hillary Clinton, prossima presidentessa degli Stati Armati d’America, affermava che:
le donne sono state sempre le principali vittime delle guerre, perché dovevano piangere i loro mariti morti
Ora tale idiozia non va neanche commentata, ma tale affermazione ci da il tenore della statura mentale e morale di tale persona. Il punto è che se una persona ad alta visibilità pubblica può oggi fare un’affermazione del genere senza essere sprofondata nel ridicolo, significa che il terreno è “fertile” per tali fandonie di genere.
Ed in effetti in 40 anni e passa di esistenza, non mi è mai capitato di udire che “gli uomini sono le vittime principali di una guerra”, anche se è un ovvietà giacché cadono da entrambe le parti della barricata che divide civili da militari. Un’ovvietà peraltro facilmente dimostrabile con i dati, se non bastasse il buon senso.
Ed oggi, per l’ennesima volta, e per l’ennesima volta da persone “de Sinistra”, mi è capitato di ascoltare la famigerata frase:
le principali vittime delle guerre sono le donne e i bambini
… frase che ovviamente assimila all’innocenza dei bambini la posizione “morale” delle donne. E quindi, per esclusione, rimangono solo dei colpevoli; i maschi adulti, ovviamente.
Tale frase, infatti, sottace un giudizio morale; che le donne siano esenti dalle colpe di una guerra al pari dei bambini, e che gli uomini adulti, morti nelle guerre, non possano godere dello stesso status di vittima, in quanto essi sono gli artefici delle guerre. Un concetto razzista, ovviamente. Osceno, eppure l’unico plausibile. A meno che, ovviamente, non si possa dimostrare effettivamente che numericamente le donne e i bambini sono le principali vittime delle guerre.
No, non ci sono alternative. O le donne sono effettivamente una componente numericamente maggioritaria delle vittime, oppure la loro vita ha semplicemente un valore umano maggiore. Delle due, una.
Ed io… Lo dico? Non dovrei dirlo, lo so. Ed io … io mi sono rotto il cazzo di sentire questa oscenità. Ebbene sì, l’ho detto!
Non è solo un falso. E’ un falso ripetuto ossessivamente, ed istituzionalmente. Ed un falso inteso a far accettare socialmente il minore valore della vita di un maschio; un maschio profilato ormai come seme del male dal femminismo post sessantottino. Ed in virtù di ciò, un maschio non titolato ad assumere il ruolo di vittima, avendo per definizione il ruolo di carnefice. Un ruolo, peraltro, scritto a chiare lettere nella Convenzione di Istanbul. Ma non divaghiamo.
A questo punto vi starete domandando: “ma magari è vero che le donne sono numericamente le principali vittime delle guerre“. Se vi ponete questa domanda è perché il processo intimidatorio verso il maschile e parimenti di vittimizzazione del femminile, vi ha ormai pervaso, sebbene sappiate benissimo dentro di voi che è una pura follia.
Ma tant’è, vi accontento, perché anche io sono un po’ San Tommaso.
Partiamo quindi dalla II Guerra Mondiale; il tributo pagato dall’Italia è stato di circa 330,000 militari e 70,000 civili. Non ci è dato sapere quanti uomini e donne, ma sappiamo che la totalità dei militari era maschile, e di conseguenza dovremmo dedurre che il 90,5% dei morti erano dei vili maschi adulti. Qualcuno obbietterà che non dobbiamo contare i militari, come non fossero vite umane. Inoltre, escludendo i militari, dovremmo escludere dai morti della II Guerra Mondiale anche i bambini. E sì, perché qualcuno forse non lo sa, o lo ha rimosso, ma le truppe tedesche negli ultimi anni ospitavano tra le loro file anche 15enni. Questi adolescenti evidentemente erano meno innocenti delle loro madri. Ammesso e non concesso di escludere i militari, non è possibile affermare che le donne fossero una componente maggioritaria. Ma di sicuro sappiamo che abbinando civili e militari i morti furono per oltre il 90% maschi.
A questo punto, per avere qualche dato più solido, non ci rimane che fare un salto nei tempi moderni, in cui la questione di genere sta tanto cara ad alcune, soprattutto all’ONU.
E proprio ai dati dell’ONU farò riferimento. In particolare farò riferimento ad “UNAMA”, costola dell’UN che si “occupa” di monitorare le morti civili negli scenari di guerra, e di promuovere azioni per salvaguardare la vita delle persone più preziose. Verificate pure quale è la componente demografica particolarmente degna di attenzione…
Ebbene, faccio riferimento al report finale sulle vittime di guerra in Afganistan (Paese in cui l’ONU ha avallato le sue missioni di Pace) del 2014, report che potete tranquillamente consultare (in inglese): “Annual Report on Protection of Civilians“. In tale report viene presentato il seguente quadro:
A pagina 14 si documentano tra il 2009 e il 2014 17,774 morti tra i civili, di cui 3,699 nel solo 2014.
Successivamente a pagina 27 UNAMA ci fa sapere che il 2014 ha registrato il maggiore numero di vittime civili tra le donne dal 2009; tale numero è di 298 donne morte.
Successivamente a pagina 30 UNAMA ci fa sapere che il 2014 ha registrato il maggiore numero di vittime tra i bambini dal 2009; tale numero è di 714 bambini morti.
Innanzi tutto una precisazione: non è una mia omissione la mancanza di un dato specifico sui maschi adulti. Non esiste proprio nel report un’analisi della problematica maschile; le uniche componenti demografiche oggetto di attenzione sono quella femminile e quella infantile, in particolare la prima. Ma non voglio annoiarvi con questi dettagli androcentrico-patriarcali…
Ritornando quindi ai dati di cui sopra sono evidenti due cose:
i bambini rappresentano il 19% delle vittime di guerra
le donne rappresentano l’8% delle vittime di guerra
Quale sara la componente demografica che riempe il restante 73%? Chi lo sa?
Il “bello” è che tra i morti i bambini sono più del doppio delle donne adulte. Sarà per questo che si cumulano sempre “donne e bambini”? Chi lo sa?
Ma c’è di più; se assumiamo che le vittime tra i bambini siano equamente divise tra maschietti e femminucce, ebbene arriviamo alla conclusione che le vittime maschili (di tutte le età) rappresentano oltre l’82% dei morti tra i civili. Se poi, per assurdo ovviamente, facessimo l’esercizio di abbinare gli uomini con i bambini arriveremmo alla quota del 92%.
Potete immaginare un titolo di giornale che tuonasse: “tra i civili, uomini e bambini rappresentano oltre il 90% dei morti!“.
E tutto ciò senza contare i militanti, i militari, insomma, la carne da macello. Quanto sopra, solo contando i “civili”.
Mi fermo qui, e vado in chiosa.
Per voi che di fronte a questi scempi nascondete il vostro buon senso e la vostra dignità, e a voi che avete fatto della manipolazione dei dati e dell’abuso della buona fede di chi vi legge ed ascolta lo strumento per plasmare l’opinione pubblica a vostro uso e consumo, non ho che tre parole: “mi fate schifo!”
ilmarmocchio:
http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2015/03/libia-le-manipolazioni-di-hilary.html
Di Salvatore Santoru
Un recente articolo del Washington Times, ha rivelato alcuni documenti segreti che svelano il ruolo avuto da Hilary Clinton(al tempo segretario di Stato) nell'orchestrare la tragica guerra in Libia del 2011.
Come scritto da Giampaolo Rossi sul "Giornale", da tali documenti sono emersi 4 livelli d’irresponsabilità e approssimazione con cui la Casa Bianca si è rapportata alla crisi libica:
" 1) il Pentagono agiva indipendentemente dal Dipartimento di Stato, per evitare una guerra che (incredibilmente) erano i militari a non volere e i politici ad imporre. 2) la Cia non aveva la minima idea di cosa stesse realmente accadendo sul terreno, all’interno della guerra civile. 3) il Dipartimento di Stato (cioè la Clinton) non aveva istituito alcun canale diretto di gestione crisi con il regime libico (che, al contrario, aveva il Pentagono), né aveva conoscenza di chi fossero realmente i “ribelli anti-Gheddafi” e di quanti jihadisti e islamisti vi erano al loro interno. 4) La Clinton manipolò le informazioni su un presunto genocidio in atto da parte del governo libico; genocidio smentito dal Pentagono e dalle organizzazioni umanitarie operanti in Libia. "
Ignorando gli avvertimenti del Pentagono,secondo cui “gli interessi degli USA non erano in gioco, mentre la stabilità regionale poteva essere minacciata” nel caso di caduta di Gheddafi, la Clinton e il suo entourage spinsero Obama e gli States a una guerra che non fece altro che dar man forte all'islamismo più radicale e a portare nel caos la Libia.
Risultati immagini per hillary clinton libya
Questa politica, a prima vista poco comprensibile, si può capire dal fatto che la Clinton è vicina, sia personalmente che tramite la sua Fondazione Bill, Hillary & Chelsea Foundation, ai regimi arabi, Arabia Saudita e Qatar in testa, regimi che hanno spinto per la guerra contro la Libia e che sono in prima fila nel sostenere l'islamismo internazionale.
C'è da segnalare che tramite la sua Fondazione la "democratica" Clinton ha ricevuto milioni e milioni di dollari, come recentemente è stato rivelato dai media statunitensi, e come se non bastasse dai sauditi anche gioielli da ben 500mila dollari.
"Paradossale" ma neanche tanto che la candidata del Partito Democratico alle elezioni del 2016, sia uno dei politici più guerrafondai degli States e sia finanziata nonché forte supporter di regimi sanguinari che violano sistematicamente i diritti delle donne e quelli umani, mentre nelle campagne elettorali fa demagogica leva proprio sui temi della pace, dei diritti delle donne e di quelli umani...
maveryx:
Articolo di Franco Lauria
http://www.corrieredigela.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1717:il-cristianesimo&catid=81&Itemid=623
Il cristianesimo
Il Cristo piagato, ricurvo, sotto la croce è il cavallo di Troia nel mondo delle donna-madre, Maria.
E’ il nuovo maschio, il nuovo Superstar, Jesus Christ Superstar.
E la Madre Addolorata piange ipocritamente il destino del figlio che soffre e muore. Come dire “mi dispiace che tu debba essere umile e sottomesso, che tu debba soffrire, ma non c’è altra soluzione, solo cosi io, donna-madre potrò avere quello che mi spetta , il potere definitivo”. La Chiesa (cattolica) è madre.
Le mamme fanno il loro ingresso nella storia grazie al figlio sacrificato, non più e mai più uomo, ma eternamente figlio. Il nuovo maschio d’ora in poi sarà debole e sottomesso, sarà un Cristo, solo così sarà tollerato e usato a scopo procreativo (e porterà i soldi a casa, che saranno gestiti dalla madre), come un tempo facevano i maschi con le donne in Grecia ed in Israele. I nuovi maschi ormai sconfitti, ridotti a mere ombre di quello che furono un tempo, sono grassi e mollicci, con la panza, sono bambinoni infantili, deboli e sottomessi, ma sono rassicuranti per la donna-madre che si porta dentro il ricordo di migliaia di anni di schiavitù.
Ora la donna può respirare, sollevata, il nuovo maschio cattolico sarà il Cristo, sarà figlio, eternamente figlio, piccolo, e dipendente, sarà effeminato e mite. Il residuo antico del maschio alla Achille, è messo ai margini, tutto quello che farà sarà condannato moralmente e sarà reato . La sua violenza fisica sarà deplorata, il rispetto della donna infatti nella nuova società è al primo posto, non il rispetto della persona umana, no. Se il maschio adulto dai 14 ai 65 anni subisce violenza fisica o mentale non conta nulla, non c’è condanna morale e non costituisce reato. La stessa violenza invece se perpetrata contro una donna sarà condannata moralmente e sarà reato. La diade madre-bambino fa il suo ingresso nella storia dove il figlio è sempre bambino e la madre sempre madre, sono archetipi dell’inconscio collettivo.
Il potere non è né nella donna sexy e single, né nella donna moglie, ma solo nella donna-madre di un figlio maschio sottomesso. Il figlio sarà educato alla nascita e gli verrà inculcato il senso di colpa per ogni pensiero o azione autonoma, che possa esprimere se stesso. La psicoanalisi direbbe che l’Io del bambino deve essere per tutta la vita succube del Super-Io materno. D’ora in avanti i suoi pensieri saranno quelli della madre, i suoi comportamenti saranno quelli voluti ed accettati dalla donna-madre. Tutto il resto sarà condannato moralmente ed il bambino soffrirà di sensi di colpa tremendi, e qualora volesse continuare a pensare di testa sua verrà punito dalla Legge ed incapperà negli articoli del codice penale.
La svolta dal patriarcato al matriarcato fu possibile in quella zona del mondo, Israele, area di passaggio di vari popoli, con lingue, culture e religioni diverse, preparata per centinaia di anni, ormai Zeus e Javeh sono in soffitta. Di loro nella religione cattolica rimane un misero padre uomo, S. Giuseppe che viene fatto santo solo perché rassegnato accetta di sposare una donna che fa il figlio con un altro e non con lui. E come dire “il figlio è solo mio, tu Giuseppe come padre non conti nulla, non hai potere su di lui, qua comando io, la madre.
Questo è l’essenza del cattolicesimo: il potere della madre ed il pensiero ipocrita. I contadini delle pianure hanno operato questa svolta a danno dei pastori delle montagne. Ma i pastori non si danno per vinti, e per secoli lavoreranno per la rivincita maschilista che arriverà alcuni secoli dopo con un nuovo messia chiamato Maometto ed un nuovo Dio-padre chiamato Allah.
Vicus:
Come no, il femminismo è nato dal cristianesimo... dopo duemila anni.
A nulla varrebbe dire che il femminismo coincide al secondo con la scristianizzazione.
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