Bell'articolo, anche questo, dello steso autore, mi sembra interessante:
http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG195012&idc=1La violenza delle madri
Tutto ebbe inizio con la vittoria degli ateniesi sugli spartani, i filosofi vinsero sui guerrieri, le femmine sui maschi.
Ma il cattolicesimo diede il colpo di grazia, e il Figlio, alleato strettissimo della Madre, divenne il nuovo Dio, scalzando il padre Zeus o Javè dal trono. Gli spartani ebbero la peggio, gli ebrei furono rinnovati dai cattolici.
La lunga marcia delle Madri verso il potere ebbe inizio così, ed oggi ci ritroviamo tante feste in onore delle madri, le Madonne con il Bambino in braccio, e nessuna festa dedicata a Dio padre.
La Madonna con il Bambino si affiancò e sostituì la dea Artemide con la spiga in braccio, e insieme campeggiano in pubblica piazza.
Il Dio padre, sfrattato, e isolato, viene rimosso ed al suo posto, ci ritroviamo un padre putativo, S. Giuseppe, debole e vecchio , figura ombra, inconsistente, rassegnato a subire la volontà delle madri, e perfino a ingoiare un tradimento, perché opera dello Spirito Santo.
E finalmente il figlio ormai morto, il Venerdi Santo, ritorna al padre, dimodochè le madri possano vivere libere e forti, con un potere pressoché assoluto, la dittatura delle madri, che è vero, piangono il figlio morto, ma meglio un figlio morto che un figlio giovane, vivo e pericoloso per il loro potere.
Niente più figli, e niente più mariti.
La società senza padre trionfa, nelle solitudini delle case moderne, troppo grandi per una persona sola.
Il maschio adulto, forte giovane e libero, è il vero nemico, cercato amato e desiderato quando è libero e solo, respinto come pericolosissimo quando ormai è all’interno di un nucleo familiare.
Mentre prima da single il suo potere è 100, da fidanzato scema, da marito scema ancora di più, da separato, crolla, per riprendersi in parte nella condizione di uomo divorziato. In ultimo il catto-comunismo soprattutto in Italia ha avuto il suo trionfo attraverso le Leggi sul divorzio e sull’aborto, dove il maschio è stato definitivamente messo da parte, ed in ispecie con la Legge sull’aborto, messo a tacere, ormai pallida figura, senza alcun peso e valore.
La violenza sulle donne, da parte dei maschi, violenza fisica soprattutto, quotidiana fra le mura domestiche, ha origini altrettanto lontane, il maschio non ha mai accettato questa sconfitta, non la sopporta, la sua genetica, la sua biologia lo porta alla libertà ed alla infedeltà, al tradimento, mentre la donna tende a tenersi vicino il maschio sino a quando lo domina e lo gestisce, altrimenti lo butta fuori, con l’ausilio delle leggi dello Stato, tenendosi i suoi figli, ed i suoi beni materiali.
Al di la di ogni romanticismo, in effetti la donna-madre si sa fare bene i conti, e tende ad accaparrarsi sempre di più i beni materiali dell’ex coniuge, dimostrando un attaccamento alla “roba” superiore a quello del maschio.
Il maschio incapace di reggere un conflitto sul piano psicologico e verbale, terreno di elezione per la femmina, sposta il conflitto sul piano fisico ed aggredisce, sino ad uccidere la femmina. Ma la femmina è a sua volta una professionista della tortura psicologica sul maschio, di cui le donne non parlano, esibendo piuttosto vittimismo quando serve, pianti e urla, e servendosi delle Leggi quando sono a loro favore.
Non basterà incrementare le pene per i maschi violenti fisicamente, e perché non prevedere pene severissime per le madri violente psicologicamente?