Ho lasciato questo commento, che attualmente è in attesa di moderazione:
Purtroppo non ho visto il film e neanche avrò la possibilità di vederlo.
Secondo il suo parere i personaggi maschili sono persone che si cercano i guai da sole. Già il fatto di sposarsi, per un uomo, è già una fonte di guai, mentre per le donne, tra cui le mogli di questi “cialtroni” rappresentati nel film, rappresenta una assicurazione sulla vita. Tra l’altro se sono “cialtroni” chissa di che forza sono le loro ex mogli (Dio li fa e poi li accoppia), ma non si parla da nessuna parte di questi personaggi, che sono forse l’origine di tutto quell’odio che Lei ha visto verso (quasi) tutte le donne, dato che misogini non si nasce, e forse odiano “solo” le loro ex mogli.
La recessione colpisce tutti, colpisce in particolare i padri separati oberati dal contributo al mantenimento per i figli (non gli alimenti, che sono il minimo necessario alla sopravvivenza), dal mantenimento alla ex moglie. Mentre in una famiglia “normale” ad una diminuzione delle entrate corrisponde una diminuzione delle spese, nel caso dei padri separati ad una diminuzione delle entrate non corrisponde una automatica riduzione di questi mantenimenti, essendo recepita nella legislatura, per il calcolo del contributo al mantenimento dei figli e il mantenimento della ex la “capacità di produrre reddito” da qui Lei nota come i personaggi “chiedono prestiti, e vivono di espedienti”.
Se Lei cerca la sentenza 28892/11 della Cassazione trova la storia interessante di una separazione in cui la madre non versa alcun contributo per il mantenimento dei figli “affidati ad entrambi i genitori ma collocati presso il padre” ma richiede 2000 euro di manteniemnto per se.
Da quando è emerso il fenomeno della povertà dei padri separati, da un documento della Caritas della Diocesi di Milano di qualche anno fa, sono uscite statistiche sulla povertà delle madri separate, che essendo le donne tutto più degli uomini, più belle, più buone, più intelligenti, più brave, sono più povere. Questo è strano, essendo il mondo rosa sviscerato in ogni aspetto, queste sistuazioni di povertà avrebbero scatenato un movimento tipo SNOQ molto tempo fa, molto prima della (falsa) denuncia delle morti violente per mano maschile, prima causa di morte per le donne.
Forse la chiave per capire il film è il personaggio interpretato da Verdone, ma per capire il problema dei padri separati bisogna ritrovarsi da un giorno all’altro senza casa, senza figli, senza affetti e senza soldi.
Ma pur avendo subito tutto questo, tutti i padri separati si presentano ai loro figli con il sorriso sulle labbra, mentre le madri avendo chiesto ed ottenuto l’affidamento/collocazione dei figli nella casa famigliare di proprietà del marito a lei assegnata, ricevendo un contributo al mantenimento di almeno 400 euro per figlio più almeno altri 200 euro per lei come mantenimento, piangono miseria davanti a tutta la società ed, in particolare, davanti ai loro figli.