Dialoghi > Verso una Nuova Alleanza
certificato eurostat
Utente cancellato:
innanzitutto il dato :
Una buona notizia per l’Italia, invece, arriva dalle differenze di retribuzioni tra uomini e donne, quello che Eurostat chiama “unadjusted gender pay gap”, l’indice utilizzato in Europa per rilevare le disuguaglianze tra le remunerazioni (definito come la differenza relativa, espressa in percentuale, tra la media del salario grezzo orario di lavoratori e lavoratrici). Ma è solo un’illusione. La Penisola, infatti, con un gap che supera di poco il 5% (con riferimento al 2009) si colloca ampiamente sotto la media europea, pari al 17%, risultando il paese con la forbice più stretta alle spalle della sola Slovenia; ma, appunto, non è tutto oro quel che luccica. Perchè a ridurre le differenze di stipendio in Italia contribuiscono fenomeni di cui non si può andare fieri, come il basso tasso di occupazione femminile e lo scarso ricorso (a confronto con il resto d’Europa) al part time. Non a caso tra i Paesi che vantano una minor divario ci sono anche Polonia, Romania, Portogallo, Bulgaria, Malta, ovvero tutti stati con una bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/26/retribuzioni-litalia-ultimi-posti-europa-industria-servizi-meno-pagati/193960/
cioè in italia una donna lavora come un uomo prende lo stesso stipendio di un uomo.
faccio notare la "logica" del giornalista: in altri paesi lo stipendio femminile è più basso perchè le donne utilizzano il part-time.
ecco allora se utilizzano il part time... si vorrebbe che avessero lo stesso stipendio lavorando meno?
KasparHauser:
A parte che il part-time nel contesto di un discorso sull'occupazione femminile , qui in Italia è sempre stato visto come una riduzione delle capacità lavorative femminili, qualcosa da evitare, che non nobilita, non fa fare carriera. Ora pare che all'estero ne facciano più uso e questa sembra cosa buona.
A parte ciò se il confronto è fatto sui salari orari degli uomini e delle donne, che c'entra il part-time e la minor occupazione?
TheDarkSider:
Se il gap tra il monte salari di uomini è donne è ampio ( perché gli uomini lavorano di più e più a lungo e in lavori più pericolosi e quindi più pagati ) la società discrimina le donne, se il gap è ridotto idem perché la società non concede il part-time e altre forme contrattuali che vanno incontro alle esigenze femminili.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole: una cosa, ma anche il suo contrario, sono sempre la prova che la donna è la povera vittima discriminata :(
COSMOS1:
:D
sì
se guadagnano di meno non va bene, sono sfruttate
se guadagnano uguale non va bene, non hanno il part time
:D
Guit:
--- Citazione da: bhishma - Febbraio 26, 2012, 18:33:00 pm ---...
faccio notare la "logica" del giornalista: in altri paesi lo stipendio femminile è più basso perchè le donne utilizzano il part-time.
ecco allora se utilizzano il part time... si vorrebbe che avessero lo stesso stipendio lavorando meno?
--- Termina citazione ---
Esatto. Le solite cortocircuitazioni logiche della stampa pro-female. La retribuzione a parità di mansione (e a parità di ore erogate) è completamente diversa dalla disoccupazione. Introdurre nella retribuzione una componente compensativa della disoccupazione consegue in prassi discriminanti e inaccettabili.
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