Autore Topic: certificato eurostat  (Letto 2590 volte)

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certificato eurostat
« il: Febbraio 26, 2012, 18:33:00 pm »
innanzitutto il dato :

Una buona notizia per l’Italia, invece, arriva dalle differenze di retribuzioni tra uomini e donne, quello che Eurostat chiama “unadjusted gender pay gap”, l’indice utilizzato in Europa per rilevare le disuguaglianze tra le remunerazioni (definito come la differenza relativa, espressa in percentuale, tra la media del salario grezzo orario di lavoratori e lavoratrici). Ma è solo un’illusione. La Penisola, infatti, con un gap che supera di poco il 5% (con riferimento al 2009) si colloca ampiamente sotto la media europea, pari al 17%, risultando il paese con la forbice più stretta alle spalle della sola Slovenia; ma, appunto, non è tutto oro quel che luccica. Perchè a ridurre le differenze di stipendio in Italia contribuiscono fenomeni di cui non si può andare fieri, come il basso tasso di occupazione femminile e lo scarso ricorso (a confronto con il resto d’Europa) al part time. Non a caso tra i Paesi che vantano una minor divario ci sono anche Polonia, Romania, Portogallo, Bulgaria, Malta, ovvero tutti stati con una bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro.


fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/26/retribuzioni-litalia-ultimi-posti-europa-industria-servizi-meno-pagati/193960/


cioè in italia una donna lavora come un uomo prende lo stesso stipendio di un uomo.

faccio notare  la "logica" del giornalista:   in altri paesi lo stipendio femminile  è più basso perchè le donne utilizzano il part-time.
ecco allora se utilizzano il part time... si vorrebbe che avessero lo stesso stipendio lavorando meno?
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
http://maschileindividuale.wordpress.com/

Online KasparHauser

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Re: certificato eurostat
« Risposta #1 il: Febbraio 26, 2012, 18:56:43 pm »
A parte che il part-time nel contesto di un discorso sull'occupazione femminile , qui in Italia è sempre stato visto come una riduzione delle capacità lavorative femminili, qualcosa da evitare, che non nobilita, non fa fare carriera. Ora pare che all'estero ne facciano più uso e questa sembra cosa buona.
A parte ciò se il confronto è fatto sui salari orari degli uomini e delle donne, che c'entra il part-time e la minor occupazione?

Offline TheDarkSider

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Re: certificato eurostat
« Risposta #2 il: Febbraio 26, 2012, 19:49:53 pm »
Se il gap tra il monte salari di uomini è donne è ampio ( perché gli uomini lavorano di più e più a lungo e in lavori più pericolosi e quindi più pagati ) la società discrimina le donne, se il gap è ridotto idem perché la società non concede il part-time e altre forme contrattuali che vanno incontro alle esigenze femminili.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole: una cosa, ma anche il suo contrario, sono sempre la prova che la donna è la povera vittima discriminata :(
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline COSMOS1

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Re: certificato eurostat
« Risposta #3 il: Febbraio 26, 2012, 20:03:03 pm »
 :D



se guadagnano di meno non va bene, sono sfruttate
se guadagnano uguale non va bene, non hanno il part time

 :D
Dio cè
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Rilassati

Offline Guit

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Re: certificato eurostat
« Risposta #4 il: Febbraio 27, 2012, 00:22:09 am »
...
faccio notare  la "logica" del giornalista:   in altri paesi lo stipendio femminile  è più basso perchè le donne utilizzano il part-time.
ecco allora se utilizzano il part time... si vorrebbe che avessero lo stesso stipendio lavorando meno?

Esatto. Le solite cortocircuitazioni logiche della stampa pro-female. La retribuzione a parità di mansione (e a parità di ore erogate) è completamente diversa dalla disoccupazione. Introdurre nella retribuzione una componente compensativa della disoccupazione consegue in prassi discriminanti e inaccettabili.


Take the red pill

Offline Cad.

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Re: certificato eurostat
« Risposta #5 il: Maggio 23, 2012, 16:58:19 pm »
http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1047010/stesso-stipendio-a-uomini-e-donne-entro-il-2016.shtml
23/05/2012
Stesso stipendio a uomini e donne entro il 2016
Accolto l'ordine del giorno dell'Idv nell'ambito dell'esame del ddl lavoro
foto Ansa13:06 - A parità di ruolo, stesso stipendio, entro il 2016, per uomini e donne. E' l'impegno assunto dal governo in commissione Lavoro del Senato, accogliendo un ordine del giorno dell'Idv (prima firma Giuliana Carlino), nell'ambito dell'esame del ddl lavoro. L'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità.
Nell'odg si ricordano anche i dati diffusi questa settimana in occasione della Giornata europea per la parità retributiva nell'Unione europea, secondo i quali le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini. "Il fenomeno - è sottolineato - rispecchia le difficoltà che incontrano le lavoratrici a conciliare lavoro e vita privata: molte donne si vedono infatti costrette a prendere congedi di maternità o a lavorare part-time". Il problema è accentuato in Italia dalla bassa spesa sociale a favore della famiglie e la disabilità, che carica sulle donne il peso del lavoro di cura: "Più di 2 miliardi di ore in un anno, in un ruolo fondamentale per l'economia e la società".

Insomma "rispetto alle lavoratrici degli altri Paesi dell'Unione europea, per le italiane le condizioni di lavoro sono meno favorevoli sia per la qualità dell'attività, sia per il salario medio (inferiore del 20 per cento, in media, rispetto agli uomini), sia per la possibilità di coniugare i tempi di vita con quelli di lavoro".

Il documento impegna quindi il governo "a definire e programmare, d'intesa e in stretta collaborazione con le parti sociali, entro un anno dalla data di approvazione del disegno di legge in esame, misure concrete volte a conseguire entro il 31 dicembre 2016 il definitivo superamento per ciascun settore lavorativo del divario retributivo tra uomini e donne".


Visto che nei contratti collettivi è già vietata una minore retribuzione a parità di mansione in ragione del sesso e che la eventuale maggiore retribuzione rispetto ai C.C.L. concessa dal datore di lavoro in ragione sola del sesso è vietata perchè sarebbe discriminazione
( http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_8042.asp ) (fino a 50.000 euro di ammenda e anche l'arresto), cosa si intenderà con questo?
Vietano ciò che è già vietato?

Oppure non saranno pagati gli straordinari se fatti solo dagli uomini?
O per lo stesso motivo se faranno delle trasferte?
Intenderanno aumentare lo stipendio delle donne a part-time fino a concorrenza dello stipendio di un uomo che fa 8 ore? Oppure diminueranno quello degli uomini?
Non saranno ammessi premi o incentivi economici a chi produce maggiormente, se uomini?
Prevederanno che nei contratti sia stabilito, in via generale e per tutti, che gli uomini percepiranno una retribuzione del 15-20% in meno rispetto alle donne?

Vorranno che mai un operaio che lavora a 40° sotto il sole o a 20 metri di altezza si permetta di guadagnare di più di una impiegata neo assunta?

Voglio proprio vedere cosa si inventeranno.

Offline Guit

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Re: certificato eurostat
« Risposta #6 il: Maggio 23, 2012, 17:31:57 pm »
"a definire e programmare, d'intesa e in stretta collaborazione con le parti sociali, entro un anno dalla data di approvazione del disegno di legge in esame, misure concrete volte a conseguire entro il 31 dicembre 2016 il definitivo superamento per ciascun settore lavorativo del divario retributivo tra uomini e donne".

Tradotto: il governo s'impegna a studiare nuove discriminazioni ai danni di cittadini maschi sul lavoro.

Io mi impegnerò perché nella mia azienda nessun uomo sposti più un peso, un tavolo, o che svolga alcuna mansione speciale e non prevista dal contratto, solo per galanteria.


Take the red pill

Offline ilmarmocchio

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Re: certificato eurostat
« Risposta #7 il: Maggio 23, 2012, 21:27:00 pm »
http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1047010/stesso-stipendio-a-uomini-e-donne-entro-il-2016.shtml
23/05/2012
Stesso stipendio a uomini e donne entro il 2016
Accolto l'ordine del giorno dell'Idv nell'ambito dell'esame del ddl lavoro
foto Ansa13:06 - A parità di ruolo, stesso stipendio, entro il 2016, per uomini e donne. E' l'impegno assunto dal governo in commissione Lavoro del Senato, accogliendo un ordine del giorno dell'Idv (prima firma Giuliana Carlino), nell'ambito dell'esame del ddl lavoro. L'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità.
Nell'odg si ricordano anche i dati diffusi questa settimana in occasione della Giornata europea per la parità retributiva nell'Unione europea, secondo i quali le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini. "Il fenomeno - è sottolineato - rispecchia le difficoltà che incontrano le lavoratrici a conciliare lavoro e vita privata: molte donne si vedono infatti costrette a prendere congedi di maternità o a lavorare part-time". Il problema è accentuato in Italia dalla bassa spesa sociale a favore della famiglie e la disabilità, che carica sulle donne il peso del lavoro di cura: "Più di 2 miliardi di ore in un anno, in un ruolo fondamentale per l'economia e la società".

Insomma "rispetto alle lavoratrici degli altri Paesi dell'Unione europea, per le italiane le condizioni di lavoro sono meno favorevoli sia per la qualità dell'attività, sia per il salario medio (inferiore del 20 per cento, in media, rispetto agli uomini), sia per la possibilità di coniugare i tempi di vita con quelli di lavoro".

Il documento impegna quindi il governo "a definire e programmare, d'intesa e in stretta collaborazione con le parti sociali, entro un anno dalla data di approvazione del disegno di legge in esame, misure concrete volte a conseguire entro il 31 dicembre 2016 il definitivo superamento per ciascun settore lavorativo del divario retributivo tra uomini e donne".


Visto che nei contratti collettivi è già vietata una minore retribuzione a parità di mansione in ragione del sesso e che la eventuale maggiore retribuzione rispetto ai C.C.L. concessa dal datore di lavoro in ragione sola del sesso è vietata perchè sarebbe discriminazione
( http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_8042.asp ) (fino a 50.000 euro di ammenda e anche l'arresto), cosa si intenderà con questo?
Vietano ciò che è già vietato?

Oppure non saranno pagati gli straordinari se fatti solo dagli uomini?
O per lo stesso motivo se faranno delle trasferte?
Intenderanno aumentare lo stipendio delle donne a part-time fino a concorrenza dello stipendio di un uomo che fa 8 ore? Oppure diminueranno quello degli uomini?
Non saranno ammessi premi o incentivi economici a chi produce maggiormente, se uomini?
Prevederanno che nei contratti sia stabilito, in via generale e per tutti, che gli uomini percepiranno una retribuzione del 15-20% in meno rispetto alle donne?

Vorranno che mai un operaio che lavora a 40° sotto il sole o a 20 metri di altezza si permetta di guadagnare di più di una impiegata neo assunta?

Voglio proprio vedere cosa si inventeranno.

bravo, chissà che non ci hai azzeccato.
parificazione al ribasso.
già, c'è da aspettarsi anche questo :sick: