Ho letto l'"articolo". Scritto bene, quasi convincente, insulti non ne ho trovati (espliciti) anche se si legge fra le righe un certo atteggiamento di superiorità del tipo "cerchiamo di capire le dinamiche comportamentali di questi criminali per studiarli" che è piuttosto irritante e, nella sostanza anche se non nella forma, insultante. Comunque varrebbe la pena forse di rispondere, cercare di spiegare qualcosa, perchè no. Il più è averne la voglia e la pazienza, io di discutere con le donne onestamente non ne ho più, è una mancanza e mi dispiace perchè forse con molta perseveranza si potrebbe ottenere qualche progresso (minimo), ma ho già dato nella vita a questo riguardo. Il problema è che loro, pur non essendo, spesso, affatto stupide, vedono e percepiscono il mondo e le questioni morali o di giustizia in un modo profondamente diverso dal nostro, un modo che per postulato mette la donna e il suo benessere al centro, un modo che nel metodo di ricerca della verità non prevede principi astratti e rigidi, un modo in cui tutto è flessibile, i ragionamenti si stemperano in frasi letterarie, i sillogismi si trasformano in metafore, i dati e i numeri ballano, appaiono, scompaiono tra mille suggestioni, l'onesta intellettuale è un concetto incomprensibile, se dici 2+2=4 ti dicono "vigliacco", se dici "mostratemi dove ho sbagliato" ti dicono 2+2=5, se allora insisti a rifare il conto sei un pedante molesto... ed è sempre così, non c'entra il femminismo c'entrano i geni. Sì sono un po' misogino, lo ammetto, lo sono diventato, una volta non lo ero per niente...