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Quando il coniuge è "maschio"

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ilmarmocchio:
MAI il matrimonio. non serve a nulla ed è nocivo.
come le mosche, porta solo m..da.
Distrugge la voglia di sco..re, invecchia precocemente.
induce il sovrappeso e compromette il portafoglio.
da evitare a tutti i costi

Cad.:
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_12657.asp

Cassazione: padre separato e disoccupato? Non basta per non pagare gli alimenti.

 Vi siete separati? Il giudice vi ha appioppato l'esborso su base mensile di un bell'assegno (per l'ex, non per voi!) per mantenere la prole? Vi è capitato, causa crisi, di perdere il vostro lavoro, nonché unico mezzo di sostentamento e di pagamento dei suddetti alimenti?

Bene, anzi male, anzi malissimo. Dovrete pagare comunque. Perché, come ha stabilito la Cassazione, lo stato di disoccupazione non è sufficiente di per sé a scagionare un povero papà separato dal pagare ciò che spetta ai figli.

La Corte Suprema ha ricordato infatti che "l'allegazione della sopravvenuta condizione di disoccupazione non esime da responsabilità", in base all'art. 570 c.p. Poiché "lo stato di disoccupazione non coincide necessariamente con l'incapacità economica e incombe pur sempre sull'imputato l'onere di allegazione di idonei e convincenti elementi sintomatici della concreta impossibilità di adempiere".

Prima di gridare allo scandalo e allo schifo, rammentiamo che esistono moltissimi (esagero? Forse basta "molti", o persino solo "alcuni") uomini che lavorano quasi per hobby, vantano possedimenti su tutto il suolo nazionale e poi, mai e poi mai, vivrebbero esclusivamente con il loro stipendio. La Cassazione ha sottolineato proprio la differenza tra restare senza posto di lavoro ed essere indigente; in mezzo ci può essere un bel patrimonio, o esserci un'altra o più fonti si reddito.

Questo pare essere il caso del signor F.R., padre marchigiano separato (non necessariamente in quest'ordine, ndr), che si è ritrovato in Cassazione per tentare di annullare la decisione del tribunale di Ancona. Tribunale che, nel lontano 2002, gli aveva imposto il pagamento di alimenti al figlio minore. Sulla base di tutto ciò che è stato precedentemente detto e riportato, la Sesta sezione penale della Suprema Corte ha convalidato la condanna per violazione degli obblighi di assistenza familiare nei confronti del signor F. R., dopo che era stato regolarmente denunciato dalla ex moglie per non aver corrisposto gli alimenti al figlio minorenne, nel periodo tra il giugno del 2003 e il maggio del 2008. Ben cinque anni scarsi, o sessanta mesi (fate vobis!), di nulla totale.

La Suprema Corte ha precisato che la Corte d'appello di Ancona, con sentenza del giugno 2010, aveva di fatto constatato che il signor F. R "lavorava e percepiva un regolare stipendio fino a quando ha convissuto con la moglie". E su questa base ha stabilito l'inammissibilità del ricorso.

Due considerazioni sorgono spontanee, dritte dritte dal cuore: Se vi sposate cercate sempre di avere un doppio impiego; Se non vi sposate è meglio!


Fonte: Cassazione: padre separato e disoccupato? Non basta per non pagare gli alimenti.
(StudioCataldi.it)

In calce all'articolo: "Se non vi sposate è meglio!"

Massimo:
Adesso le donne ridono di questa situazione. Un giorno piangeranno. E sarà un giorno assai vicino.
Per il momento si lamentano le loro figlie che non trovano un marito disposto a diventare il fesso di
turno. Per far cambiare le cose bisogna infliggere alle donne le conseguenze delle cose da cambiare.
Non c'è altra strada o altro mezzo. Si sta cominciando ora. A Milano ci sono stati nel 2010  meno
matrimoni che nel 1944 durante la guerra. Avanti tutta così. Solo quando le donne prenderanno nel
culo quello che non entra loro nella testa capiranno che dovranno cambiare registro. Ma sarà tardi.
Come ho già detto in un'altra occasione, vogliono farci piangere? Noi le faremo piangere di più.

ilmarmocchio:

--- Citazione da: Massimo - Ottobre 25, 2012, 12:48:41 pm ---Adesso le donne ridono di questa situazione. Un giorno piangeranno. E sarà un giorno assai vicino.
Per il momento si lamentano le loro figlie che non trovano un marito disposto a diventare il fesso di
turno. Per far cambiare le cose bisogna infliggere alle donne le conseguenze delle cose da cambiare.
Non c'è altra strada o altro mezzo. Si sta cominciando ora. A Milano ci sono stati nel 2010  meno
matrimoni che nel 1944 durante la guerra. Avanti tutta così. Solo quando le donne prenderanno nel
culo quello che non entra loro nella testa capiranno che dovranno cambiare registro. Ma sarà tardi.
Come ho già detto in un'altra occasione, vogliono farci piangere? Noi le faremo piangere di più.

--- Termina citazione ---

quoto al 100%.
NO assoluto al matrimonio.
SEMPRE

Eric Lauder:

--- Citazione da: Massimo - Ottobre 25, 2012, 12:48:41 pm ---Adesso le donne ridono di questa situazione. Un giorno piangeranno. E sarà un giorno assai vicino.
Per il momento si lamentano le loro figlie che non trovano un marito disposto a diventare il fesso di
turno. Per far cambiare le cose bisogna infliggere alle donne le conseguenze delle cose da cambiare.
Non c'è altra strada o altro mezzo. Si sta cominciando ora. A Milano ci sono stati nel 2010  meno
matrimoni che nel 1944 durante la guerra. Avanti tutta così. Solo quando le donne prenderanno nel
culo quello che non entra loro nella testa capiranno che dovranno cambiare registro. Ma sarà tardi.
Come ho già detto in un'altra occasione, vogliono farci piangere? Noi le faremo piangere di più.

--- Termina citazione ---

Scusate se riesumo questo post, ma vorrei dire una cosa.
E' un'ottima idea, ma per fare questo bisogna che i ragazzi studino e abbiano buoni stipendi: alle donne non frega nulla di un uomo che guadagna meno di loro - sono loro che non lo sposerebbero. Se invece lei guadagna 1000 euro e lui 2000 euro, la cosa cambia radicalmente  :D
E dico che bisogna darsi da fare perche oggi come oggi dalle università escono molte più laureate che laureati. Se vogliamo che piangano dobbiamo PRIMA avere più soldi di loro e DOPO rifiutarci di sposarle. Altrimenti saranno loro a non considerare neppure uomini che guadagnano meno.

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