Autore Topic: Vecchio articolo di Repubblica  (Letto 1420 volte)

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Offline Guit

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Vecchio articolo di Repubblica
« il: Febbraio 28, 2012, 18:26:41 pm »
http://d.repubblica.it/dmemory/2003/12/13/attualita/attualita/049gru38049.html

<<... Ma che ne penseranno queste donne di simili rimostranze? (si riferisce alle associazioni di Barnart, Ermini, insomma a noi ndr). Lo abbiamo chiesto alla "moglie di Ferrara", Anselma Dall'Olio, femminista militante negli anni '70. "Non sanno davvero che inventarsi", sbotta. "È evidente che, lì dove c'è il potere, non abbiamo rappresentanti: in Parlamento siamo meno del 10%, e qualcosa di analogo avviene ai vertici delle aziende". Gli uomini sono davvero discriminati per l'affidamento dei bambini in caso di separazione? "Ma se loro, i figli, non li vogliono! Non sanno cosa farsene! Se un giudice glieli desse in affidamento, dopo un po' li rimanderebbero indietro". E sulle classi separate? Selma sghignazza. "È curioso: nel '68 noi femministe chiedevamo lo stesso. Pensavamo che, in presenza dei compagni maschi, per timidezza le ragazze brillassero meno. È evidente che siamo state smentite dai fatti! Comunque si tratta di proteste frivole, che mostrano il risentimento di pochi. Sono destinate a morire". I movimenti degli uomini rilanciano, pensando addirittura a una rappresentanza politica. Ma con chi? "La destra non va", riflette Barnart, "perché ha troppi scheletri nell'armadio: l'immagine del macho e della donna angelo del focolare. La sinistra, invece, sta perdendo una grande occasione rifiutando di occuparsi di diritti maschili". E se i due schieramenti si rivelano ugualmente inadeguati, chissà che, alle prossime elezioni, il movimento non abbia un partito tutto suo. Quale sarà il simbolo? ...>>

Destinati a morire? Proteste frivole? Cara signora mi dispiace per lei ma dopo quasi dieci anni dala sua profezia siamo più attuali, numerosi e seri che mai.

Contestualmente riporto l'immagine che metaforum ha allegato alla pubblicazione più recente (2009) di questo articolo, secondo loro noi siamo così.



Lo trovate qui. http://www.metaforum.it/archivio/2009/showthread8a70.html?t=9789

Il lettore medio potrà farsi un'idea del livello di rispetto verso le idee altrui che hanno queste persone.

Siamo padri che rimandano indietro i figli o semplici cavernicoli destinati a morire ... Grazie. Ma temo per loro che invece si trovano davanti a gente che sa pensare e scrivere, e che non si beve le loro teorie sociali con troppa facilità. Quindi in guardia penna in mano, perché ne riparleremo.



Take the red pill

Offline Guit

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #1 il: Febbraio 28, 2012, 18:41:07 pm »

Per gli iscritti di metaforum stasera ho pronta una sorpresina. Nei commenti di quell'articolo c'è chi ha usato il Gender Gap Index del World Economic Forum, per smentirci.

Poi vi spiego come funziona la redazione di quel documento internazionale. Cose che nessuno vi dirà mai, tranne i quemmisti.

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Offline Giuseppe83

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #2 il: Febbraio 28, 2012, 18:43:04 pm »
La Repubblica è il peggiore tra tutti i (pessimi) giornali in circolazione.
Tra l'altro aspirano sempre ad un'invasione straniera (tanto per dire che senso della patria hanno) e poi ricordiamo che il proprietario è quello che ha distrutto l'ottimo settore informatico italiano proprio alla vigilia del boom informatico. Traditori per natura.

Offline Stealth

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #3 il: Febbraio 28, 2012, 20:14:50 pm »
E' un articolo del lontano 2003. Credo proprio che oggi non si permetterebbero più di scrivere cose del genere. O perlomeno le scriverebbero in modo molto più edulcorato.

Offline Guit

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #4 il: Febbraio 28, 2012, 22:46:53 pm »
Su metaforum, nella discussione che prende il via dall'articolo di repubblica, citata in apertura, è stata copiaincollata una pagina di QMDT di Rino, alla quale una utente ha reagito citando il Gender Gap Index del WEF, come documento autorevole di smentita alle teorie e alle denunce quemmiste di quella pagina.

L'autorevolezza delle indagini atlantiste, ammantate del carattere liberale della liberazione dal nazismo e ancora creditrici di quei fatti storici malgrado non ne tengano più conto, sono spesso usate come verità inconfutabile. Spesso oggi le organizzazioni che le promulgano sono monopolizzate dal pensiero femminista radicale, da una rete di associazioni e organizzazioni non governative apparentemente neutrali e di progresso, ma che in realtà sono strumento per la diffusione di un'antropologia laica con precisi connotati ideologici e dogmatici, come è quella neo-malthusiana e tecnocratica.

Gli intellettuali più o meno tali di tipo organico si rivolgono per il loro debunking agli studi prodotti da queste istituzioni, la cui attenta analisi di numeri, metodologie e presupposti politici invece ne rivela il carattere manipolatorio e falsificante della realtà sociali, per fini apparentemente occulti.

Uno di questi esempi è il GGI del WEF, che si propone di misurare in un campione vasto di paesi la discriminazione su basi sessuali.

Lo so che è difficile da credere, ma nella metodologia di questa mega inchiesta internazionale super finanziata, c'è praticamente scritto che se in un paese, ipoteticamente, ci fossero solo donne che lavorano e non uomini, solo donne al governo e non uomini, solo donne che studiano e non uomini, l'indice prodotto darebbe un risultato di perfetta parità tra i sessi.

Lo so. Siamo bombardati noi occidentali da notizie su tg e stampa che riportano la verità di quello studio, ma quello studio in realtà si basa sul principio che vi ho appena detto. Difficile da credere. Eppure è così.

La parità, secondo l'organizzazione atlantica, non riguarda gli uomini ma solo le donne. Siamo vittime di una mistificazione planetaria, dove viene usato un concetto, quello di parità, per identificare una prassi che non è di parità, ma che sulla carta, può preludere a ogni tipo di discriminazione. Basta che sia contro i maschi, e la cosa non verrà nemmeno misurata. Così come basta che in Spagna l'omicidio di genere sia solo contro uomini, e il governo non pubblicherà nemmeno i dati. Strane coincidenze di un pensiero neo-razzista che si estende dalle coste della California ai confini dell'Eurasia.

Questa analisi dei metodi WEF fu scritta da tale mik, utente di questo forum, sul mio invito di fare le pulci a quello studio. Vi consiglio di leggere attentamente, se vi va pure tutto il thread.

http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/classifica-gender-gap-del-wef/

Uomini ma anche donne. Uscite dall'incantesimo.



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Offline beta

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #5 il: Febbraio 29, 2012, 00:10:10 am »
mi permetto di suggerire che quel topic venga messo in evidenza. veramente emblematico.

Offline ilmarmocchio

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #6 il: Febbraio 29, 2012, 22:02:11 pm »
quoto Beta. Il lavoro di Myk è stato eccellente.
E' paradigmatico e non va dimenticato

Offline Guit

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #7 il: Febbraio 29, 2012, 22:36:22 pm »
Se Cosimo è d'accordo potrebbe andare nei documenti.

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Offline Rita

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Re: Vecchio articolo di Repubblica
« Risposta #8 il: Marzo 05, 2012, 23:02:31 pm »
 ;) http://www.noidonne.org/blog.php?ID=01066&fb_source=message

..e la cosa curiosa è che non è una fonte così autorevolmente da prendere per oro colato nemmeno per un'organizzazione di stampo femminista..

(segnalatomi da un'amica)
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli