ok.. santa pazienza, allora riformuliamo, hanno sentito che la loro sopravvivenza futura poteva essere in pericolo..
Bah, a te risulta una cosa simile?
A me no, non ho mai sentito dire da nessuna una cosa simile. Non mi sembra che vi sia stata nessuna ricerca né sul ruolo tradizionale né sulla necessità di cambiarlo o di capirne gli eventi perché si è sviluppato in questo modo, e infatti le uniche che poi hanno fatto un minimo di autocoscienza sul proprio ruolo hanno concluso che son stati gli uomini a metterle in casa per impedire loro di far altro.
Secondo me quelli che noi chiamiamo ruoli e suddivisione dei compiti tra uomo e donna sono più "sentiti" oggi che in passato, intendo dire che oggi sono più sentiti in senso politico. In passato semplicemente ci si arrangiava e ci si adattava con quello che la vita e le occasioni ti concedevano, perché l'unica suddivisione dei ruoli e delle possibilità che cambiava il tuo ruolo sociale, più o meno soddisfacente era la differenza di estrazione sociale a far la differenza. L'unica differenza vera che ha sempre parcato delle differenze importanti era quella tra ricco e povero, quelle tra uomo e donna sono diventate importanti quando la lotta di classe ha cominciato a rendere meno marcate queste differenze.
insomma una maschilizzazione preventiva, tanto siamo in troppi non serve far figli, etc. etc. oh.. se non mi ritaglio un altro ruolo qui finisce che divento superflua, esodata ante-litteram.
No, non penso non credo ci fosse tutta questa consapevolezza né che vi stata una cultura sull'utilità, ma semmai appena c'è è stata un espansione del benessere si è lasciato in parte il bene collettivo per mettere al centro il bene personale e individuale.
E comunque non sono così d'accordo sul fatto che solo i milionari sentano il bisogno di contribuire per aiutare la società. Chi più chi meno ..alla fine anche i vecchi, se, quando e laddove sono privati del ruolo sociale di saggi dispensatori, sentono l'inutilità anche se li si fa sopravvivere e non devono più lavorare per necessità. Anzi forse la sentono di più
Se tu dai per avere in cambio altro, si entra in un gioco di collaborazione di opportunità, non di utilità, non di cosa posso fare per essere utile io e basta. aiuti, ti offri per avere uno scambio, e credo che lo si faccia in senso molto schematico. E' come quando vai a scuola da piccola e ti chiedono cosa farai da grande, lo sai che devi far qualcosa e non pensi all'alternativa di non far nulla, perché nessuno mai ti ha detto che può essere possibile anche questa scelta.
Uno che diventa ricco, può decidere di non far nulla per campare. Ecco mi son sempre chiesta se ad un certo punto ci si possa sentire inutili, vuoti, annoiati, il non avere peso, responsabilità, pensieri...
Non vedo l'ora di raccontarvelo un giorno laugh
Io non credo che le donne abbiano pensato all'inutilità, proprio nell'era del progresso, della rivoluzione industriale o nella espansione economica che ha dato loro altri ruoli oltre a quella della massaia mantenuta dal marito stile anni 50, ma hanno colto l'occasione di avere il latte senza avere la mucca, cioè hanno visto possibile avere direttamente soldi in mano con un lavoro e non dietro mantenimento del marito, capendo che chi decide è chi ha i soldi, tant'è che pure FS parla sempre di INDIPENDENZA ECONOMICA, avere soldi propri in tasca, no avere soldi per mantenere il marito ed essere UTILI in modo diverso dalla casalinga. Si è sentito il sapore dell'indipendenza economica per se stessi e i propri desideri di relizzazione che il sistema capitalista ha permesso, non il dare alla società un altro ruolo e un altra immagine di se stesse. E' per questo a mio avviso che il femminismo è tanto irritante per molti e non solo uomini, perché pensa a sé e basta, fosse utile alla società ci fosse in sé il bisogno di essere utili agli altri, non solo a se stessi, poteva essere un alternativa accettabile.