Autore Topic: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?  (Letto 8523 volte)

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Offline Rita

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Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« il: Marzo 09, 2012, 20:38:36 pm »



http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/abbiamounregalodafare.aspx

Ieri mattina appena sveglia una dei miei quattro figli, Livia, che ha 5 anni e comincia a cercare di capire qualcosa del calendario, mi ha chiesto che giorno fosse. Con uno sforzo titanico, raccogliendo le forze, ho recuperato alcune coordinate (chi sono, perché vivo, che mese è): «È l’8, giovedì. È la festa della donna». «Bene, che regalo facciamo al babbo e ai fratelli?», ha chiesto la saggia ragazza, avviandosi all’asilo.

Effettivamente, se la logica non la inganna, come succede a Natale, che è la festa di Gesù, è il festeggiato a dare qualcosa agli altri. «Regaleremo noi stesse», ho risposto, più che altro un po’ terrorizzata all’idea di passare un pomeriggio a cercare qualcosa per mio marito, soggetto difficilissimo e amante della tecnologia, materia a me ostile (se entro in una stanza i computer smettono di funzionare e ho anche l’impressione che ridano di me). Bene, se alla mia bambina avessi insegnato solo questo in cinque anni mi riterrei soddisfatta. Spero che lei e la sua sorellina appartengano finalmente alla generazione di donne pacificata con gli uomini, desiderose di onorarli, piene di stima e rispetto nei loro confronti, consapevoli di avere bisogno di loro, del loro sguardo sul mondo, della loro virilità, che è essenzialmente capacità di dare la vita per la sposa, i figli, e quelli di cui si fanno carico. Sarà che hanno un padre di poche parole ma di molta sostanza, generoso e presente ma autorevole e anche autoritario all’occorrenza. Sarà che non leggono giornali né guardano televisione, e quindi non vedono nessuna discriminazione in casa o fuori. Sarà che sanno che maschi e femmine sono diversi, e questa cosa a noi tre donne di famiglia piace moltissimo. E non si dica che è così perché il nostro è un uomo eccezionale: è meraviglioso, è vero, ma per il resto è un perfetto esemplare del modello base dell’essere umano. Anche lui chiede come stai e poi esce dalla stanza nel momento in cui comincio a rispondere. Anche io, se lui mi guarda ammirato, mi giro a controllare se per caso c’è uno schermo che trasmette un dribbling di Totti o un piano sequenza di Scorsese (di solito sì, c’è). Anche lui perde liste della spesa, chiavi e ricevute, anche lui trova difficoltà a fare due cose insieme, pure se le due cose non sono guidare e scrivere al computer, ma guardare l’orologio e rispondere a domande basic (tipo che ora è).

Parlare male dei maschi è il nuovo nero, va bene su tutto, ma forse è ora di smettere: altro che 8 marzo e quote rosa, quella che sta vivendo la virilità ai nostri giorni è una crisi inedita nella storia dell’umanità. Se c’è qualcuno a essere sotto scacco sono gli uomini, indotti dalla pressione sociale e dalla ideologia unica e monocorde, quella del 'gender', a diventare più femminili, sentimentali, a indossare gli abiti del servizio e a deporre quelli dell’autorevolezza, ormai quasi sinonimo di barbarie. Sarà che autorevole viene da augeo, accresco, porto verso l’alto, e dell’Alto, invece, si è persa memoria, senso, direzione. Si parla così male dei maschi perché si dimentica che Dio ha creato l’uomo, enigma teologico per eccellenza, maschio e femmina. A sua immagine e somiglianza, maschio e femmina. La tensione tra maschile e femminile deve essere una dinamica di accrescimento reciproco, che rievoca quella di Dio, di cui è immagine. Dio Trinità: tre persone diverse e unite. Siamo diversi, e per questo non occupiamo gli stessi posti nella società, non per una congiura dei maschi. È perché diverse sono le cose che davvero ci realizzano nel profondo.

Che regalo fare, dunque, ai maschi, per cogliere il suggerimento di mia figlia Livia anche dopo l’8 marzo? Uno sguardo accogliente, leale, pieno di sincera approvazione. Propongo a tutte le donne di schiacciare la propria lingua, di solito sempre pronta a brontolare, fare battutine, sottolineare il male. Propongo che da oggi, dunque, ogni donna, rasserenata e pacificata, rimandi al suo uomo un’immagine di sé profondamente bella. L’uomo non è sensibile alle manifestazioni di piazza, mentre non resiste a una donna leale, che abbia uno sguardo pronto a vedere in lui la parte migliore.



Costanza Miriano
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline yamamax

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #1 il: Marzo 09, 2012, 21:03:36 pm »
...... Uno sguardo accogliente, leale, pieno di sincera approvazione. Propongo a tutte le donne di schiacciare la propria lingua, di solito sempre pronta a brontolare, fare battutine, sottolineare il male. Propongo che da oggi, dunque, ogni donna, rasserenata e pacificata, rimandi al suo uomo un’immagine di sé profondamente bella.

.... cioè un film di fantascienza ?! No perchè ho perso le tracce da tempo di tutto ciò. L' unico regalo ricevuto ieri è stato il "solito" kazziatone acido della collegA che  mi ha rimproverato di non aver portato la mimosa, purtroppo non se la ripone che non sbavo e zerbino..... azzi suoi !

Offline Guit

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #2 il: Marzo 09, 2012, 21:06:04 pm »

Trovo questo articolo bellissimo e soprattutto scritto bene, che di questi tempi non è poco.

Take the red pill

Offline Number10

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #3 il: Marzo 09, 2012, 21:34:46 pm »
Non l'hanno ancora minacciata di morte? Non le hanno ancora ucciso il cane/gatto? Non l'hanno ancora rapita? Solitamente le donne che difendono gli uomini, fanno questa fine.
Ex Andrea

Hitler scopre che le femministe copiano il nazismo:


Offline Fazer

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #4 il: Marzo 09, 2012, 21:40:45 pm »
Trovo questo articolo bellissimo e soprattutto scritto bene, che di questi tempi non è poco.

Vero, a parte questo:

Anche lui perde liste della spesa, chiavi e ricevute, anche lui trova difficoltà a fare due cose insieme, pure se le due cose non sono guidare e scrivere al computer, ma guardare l’'orologio e rispondere a domande basic (tipo che ora è).

Ovvero, ti amo, idiota... :doh:
Accontentiamoci và, che di questi tempi...

Offline Guit

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #5 il: Marzo 09, 2012, 21:44:06 pm »
Hai ragione Fazer. Anche perché la questione del cervello singletask/multitask pare sia l'ennesima bugia della pseudo-scienza misandrica.

Smentita da recenti ricerche scientifiche (vere) sul cervello umano. Ora non ho i link sotto mano.

Take the red pill

Offline Fazer

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #6 il: Marzo 09, 2012, 21:50:20 pm »
Ora non ho i link sotto mano.

Non ce n'è affatto bisogno, Guit. La storia è stata fatta da uomini che nei momenti cruciali pensavano a ben più di due cose contemporaneamente. E non si trattava di cose tipo stirare con una mano e girare il sugo con l'altra... ;)

Online Jason

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #7 il: Marzo 09, 2012, 21:52:10 pm »
Ha scritto sull'Avvenire , il che significa tutto .

E' inutile girarci intorno...i cattolici come quella signora...sono un cambiamento positivo.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Fazer

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #8 il: Marzo 09, 2012, 22:00:37 pm »
...indotti dalla pressione sociale e dalla ideologia unica e monocorde, quella del 'gender', a diventare più femminili, sentimentali, a indossare gli abiti del servizio e a deporre quelli dell’autorevolezza...

Questo passaggio è importante.
Perchè?

http://27esimaora.corriere.it/
Mamma ma perché ti arrabbi sempre?, mi ha chiesto mio figlio Alessandro stamattina mentre entravamo in ascensore dopo l’ennesimo strillo per convincerlo a mettersi il cappello. Che poi non era nemmno uno strillo vero, piuttosto un imperioso: “Mettiti il cappello che oggi fa freddo”. Però mi ha colpito al cuore. Quando voglio essere ubbidita, devo cambiare tono e assumere un’inflessione dura, severa.
Non è sempre così, Alessandro, ha 4 anni e mezzo e in genere mi guarda quando gli parlo, insomma sembra prestare attenzione alle mie parole, ma poi è riluttante a fare quello che gli dico. Così talvolta convincerlo a cambiarsi o a farsi cambiare per andare a scuola, a lavarsi le mani e a mettersi le pantofoline appena si ritorna da fuori (i miei figli vivrebbero sempre scalzi), a venirsi a sedere a tavola, tutto diventa una battaglia verbale. E se si prolunga per troppo tempo, finisce che comincio a gridare.
L’urlo rimette le cose a posto: la mamma è arrabbiata, meglio assecondarla. Alessandro si placa e ubbidicse. Invece Chiara, che ha 2 anni e 8 mesi, quando urlo, si mette a piangere spaventata e, soprattutto, offesa. E allora mi rendo conto di sbagliare, l’abbraccio e cerco di calmarla. E il mio tono d’incanto ritorna dolce e amorevole.
Ma perché devo sempre urlare?
Mi dico che un grido è meglio di una sberla. Ma non è bello strillare, sta diventando una brutta abitudine. E anche i miei bambini, quando vogliono ottenere qualcosa, hanno cominciato a urlare, con aria di sfida. La vendetta perfetta.
Mi sono preoccupata quando l’altro giorno ho urlato perfino con la tata, per zittirla e rimetterla in riga. Come risposta, la signora ha minacciato di licenziarsi,dopo quasi quattro anni. Ed è subito calato il silenzio.
Mi rendo conto che probabilmente sto sbagliando qualcosa. Vorrei trovare un modo diverso per essere ascoltata, soprattutto dai miei figli, che sono adorabili e vivaci come tutti i bambini della loro età, ma che hanno bisogno anche di regole e di disciplina, oltre a tutto l’amore che provo per loro.
Chi conosce il metodo giusto?


Lo conosco io il metodo giusto: consiste nel chiedere a tuo marito come si fa, se già non lo hai castrato. E piantala di urlare inutilmente!  :doh:

Offline Rita

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #9 il: Marzo 09, 2012, 22:13:12 pm »
anche a me Fazer ha colpito il richiamo all'autorevolezza maschile (e paterna)  :)

Mi ha ricordato un passaggio citato in "Terroni" di Pino Aprile, che probabilmente ho già riportato, a proposito della cultura mafiosa sviluppatasi nel Meridione.

In famiglia e in società, i padri sono la legge, i custodi delle regole uguali per tutti; le madri sono l'amore, il motore dell'eccezione a favore dei propri figli, e questo le rende più disposte a porne le richieste al di sopra di tutto, <<anche quando esse sono contrarie alla legge e ai principi>> scrive Mario Alcaro. Il padre deve garantire la società pure a spese della sua casa; la madre deve garantire la sua casa anche a spese della società. Questa distinzione è alla base della nostra civiltà patriarcale. Lo apprendo, sintetizzando, soprattutto dal mai troppo lodato libro di Luigi Zoja sulla paternità, "Il gesto di Ettore". Se l'autorità dei padri s'indebolisce, il sistema delle regole che regge la comunità si sfilaccia, perché viene a mancare il guardiano dei limiti di comportamento (civile, per la civiltà data, sia quella dei cavalieri mongoli o dei pescatori di perle del Pacifico). Quindi: <<Ogni perdita di paternità è perdita di civiltà>> dice Zoja. E' vero persino oggi, con padri presenti, ma ruolo affievolito; figurarsi in una società che vede abbattuti da un invasore i suoi riferimenti istituzionali, legali, familiari e vede i suoi padri sbagliare sia se si oppongono, sia se si adeguano; e poi per un secolo, i padri manco li vede perché se ne vanno (emigrazione).
L'emorragia fu così violenta che sorse il serio problema demografico: il Meridione divenne un popolo a prevalenza femminile. E il sistema delle regole virò verso quello matriarcale: è giusto, se a favore dei miei figli, pur se a danno della comunità (in questo si vede una ragione del successo della mafia, la cui radice è femminile: a dispetto del suo machismo, il mafioso è figlio dell'eccezione materna non della legge paterna).


pur tuttavia, pur parlando dell'uomo padre, è raro  (per quanto mi riguarda è la prima volta che lo vedo) che ci si richiami alla perdita di virilità prima ancora che alla perdita della paternità. Come a dire che le funzioni paterne necessitano della virilità.
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Offline Fazer

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #10 il: Marzo 09, 2012, 22:24:36 pm »
Si Rita, l'avevi già postato, ma hai fatto bene a riproporlo: è un pezzo che mi colpì molto:

...Se l'autorità dei padri s'indebolisce, il sistema delle regole che regge la comunità si sfilaccia, perché viene a mancare il guardiano dei limiti di comportamento...

 :ok:

P.S (Semi-OT).
Mio padre è morto che ero bambinissimo. Mia madre mi dice sempre che mentre le sue urla mi facevano solo piangere, a lui bastava uno sguardo per indurmi ad obbedire, senza che mostrassi paura. Mi...convinceva... :huh:
Il maestro che ebbi alle elementari non alzò mai la voce, in tutti e cinque gli anni. Era nostro padre, era il capobranco, cazzo!!!
Eravamo la classe più motivata e felice dell'istituto...  :)




Offline Guit

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #11 il: Marzo 09, 2012, 22:31:25 pm »
...
Mio padre è morto che ero bambinissimo. Mia madre mi dice sempre che mentre le sue urla mi facevano solo piangere, a lui bastava uno sguardo per indurmi ad obbedire, senza che mostrassi paura. Mi...convinceva... :huh:
Il maestro che ebbi alle elementari non alzò mai la voce, in tutti e cinque gli anni. Era nostro padre, era il capobranco, cazzo!!!
Eravamo la classe più motivata e felice dell'istituto...  :)

Non ho perso mio padre ma per il resto stesse identiche esperienze.

Pensa che lui, erano tempi duri dopo la guerra, rimase orfano di padre, con mamma casalinga e tre sorelle più piccole. Aveva solo 14 anni e dovette lasciare gli studi per mantenere tutta la famiglia.

Ho avuto una adolescenza difficile in un quartiere difficile, e se non ci fosse stato lui probabilmente avrei preso un'altra strada.

Nei libri del femminismo secondo me manca una parte consistente di storia.

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Offline Fazer

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #12 il: Marzo 09, 2012, 22:41:57 pm »
Pensa che lui, erano tempi duri dopo la guerra, rimase orfano di padre, con mamma casalinga e tre sorelle più piccole. Aveva solo 14 anni e dovette lasciare gli studi per mantenere tutta la famiglia.

 :cry:

Il mio invece morì a soli 39 anni, dopo essersi "consumato" in miniera da quando era ragazzo.
Silicosi...
A quei tempi la sicurezza sul lavoro era fantascienza...

Nei libri del femminismo secondo me manca una parte consistente di storia.

Certo: hanno stracciato le pagine "scomode"...

Offline beta

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #13 il: Marzo 09, 2012, 23:09:56 pm »
Che regalo fare, dunque, ai maschi, per cogliere il suggerimento di mia figlia Livia anche dopo l’8 marzo? Uno sguardo accogliente, leale, pieno di sincera approvazione. Propongo a tutte le donne di schiacciare la propria lingua, di solito sempre pronta a brontolare, fare battutine, sottolineare il male. Propongo che da oggi, dunque, ogni donna, rasserenata e pacificata, rimandi al suo uomo un’immagine di sé profondamente bella. L’uomo non è sensibile alle manifestazioni di piazza, mentre non resiste a una donna leale, che abbia uno sguardo pronto a vedere in lui la parte migliore.

la parola "leale" ripetuta 2 volte. basta poco per rendersi conto di cosa manca.

@ rita: a proposito di regali, hai postato 2 perle  :)

Offline Ethans

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Re: Quale regalo agli uomini per la festa della donna?
« Risposta #14 il: Marzo 10, 2012, 01:43:02 am »
Belli i due interventi di Rita, anch'io però, come Fazer, sono rimasto un pò perplesso quando si sottolinea l'incapacità dell'uomo a fare due cose contemporaneamente.