Autore Topic: rotto il fronte femminista  (Letto 7640 volte)

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Offline COSMOS1

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rotto il fronte femminista
« il: Marzo 10, 2012, 21:31:44 pm »
mentre su FAS fikasicula discute con Massimo e Claudio (Rino che l'ha conosciuta aveva ragione, questa fikasicula tiene materia grigia), fass (che pena questi nick, sintomo del coraggio femminista!) attacca!
Ma chi attacca? o meglio chi difende?

GLI ZERBINI!  :w00t: SI, PROPRIO COSÌ, SE NON CI CREDETE RIPORTO QUI SOTTO IL POST  :lol: (ovviamente non perdo tempo a commentarlo, come ha fatto la paucineuronica con il nostro sito, mi basta che capiate che è proprio così)

quale migliore dimostrazione che i maschipentiti sono la feccia della feccia? non sanno neppure difendersi, mandano avanti le donne (?  :hmm: )

poi è comica l'ignoranza della signorina, non sa nulla di Risè, di Rino, del nostro filone culturale, non sa nulla di nulla (per fare un solo esempio: poteva citare Nietzsche visto che ha parlato dello squadrismo fascista, sarebbe stato più appropriato, se ne sapesse qualcosa, o, meglio ancora, Cioran )

ma spara, ad alzo zero, e spera di colpire qualcuno  :D

mi spiace tanto miss fass, hai mancato del tutto il bersaglio

ma se vai a vedere qualche caduto per il fuoco amico, sul tuo campo è rimasto  :lol:

Citazione
Lessico antifemminista. Approfondimento su: Maschiopentiti, zerbini e dormienti!

Gli antifemministi, dicevamo, il cui Lessico completo potete leggere QUI. Un lessico attraverso il quale piegano la realtà a loro uso e consumo per autoassolversi e per non rimettersi in discussione o per non aprire al confronto quasi mai. Sostengono che le donne sono al potere, che gli uomini vorrebbero la parità e che bisogna fermare la società che secondo loro è tutta femminista, dominata dalle femministe, con un governo femminista, tribunali femministi, media femministi. Questione è, secondo il loro punto di vista, che noi femministe dominiamo il mondo, lo Stato, l’informazione, l’economia, i tribunali e dunque siamo nemiche. La mia percezione mi suggerisce che è come se i bianchi dicessero che è in atto una colonizzazione dei neri. Come se gli omofobi dicessero che al potere ci sono i gay. Come se i fascisti dicessero che sono gli antifascisti a censurare. Come se i revisionisti dicessero che ogni movimento progressista e ogni manifestante che rivendica i propri diritti sta calpestando la “democrazia”. Come se gli uomini – appunto – dicessero che sono le donne ad opprimerli. Lo percepisco come odio finalizzato. Di discriminazione pura indirizzata da uomini contro le donne e contro chi le “aiuta” e le “collabora”. Dunque noi nemiche in assoluto. Da sconfiggere. Da abbattere. Gli uomini che con noi fanno un pezzo di strada, che condividono le nostre opinioni o che semplicemente non condividono le loro sono ritenuti collaborazionisti e traditori della causa. Per loro esiste una terminologia precisa che andrò a illustrarvi.

La comunicazione attraverso la quale l’antifemminismo diffonde il proprio dogma e la propria ideologia parrebbe tipica del revisionismo del terzo millennio. Quello in cui le vittime sono carnefici e i carnefici diventano vittime. Come per la Lega che dice che gli italiani sarebbero colonizzati dagli stranieri per gli antifemministi gli uomini sarebbero tutti in balia di quell’enorme pericolo che sarebbe rappresentato dalle donne. I toni sono spesso apocalittici, di devastazione prossima imminente e la demonizzazione nei confronti delle femministe (non a caso chiamate nazifemministe) non permette che ci vedano come persone, dotate di intelletto, sentimenti, passioni, differenti, certo, ma essenzialmente umane.

Gli uomini considerati collaborazionisti e traditori – quelli che noi chiamiamo Disertori del patriarcato e che costituiscono un grosso gruppo che inventa, vive, caratterizza e anima Femminismo a Sud – vengono suddivisi in maschiopentiti, zerbini e dormienti. Ma partiamo dal principio. Intorno al 2002 vengono diffuse delle pubblicazioni di intellettuali, antropologi e psicologi che discutono di mascolinità a partire dalla teoria che sostiene che l’uomo dovrebbe recuperare la parte grezza, quella machista, quella dura, virile, selvatica di se’. Tra questi testi (su questa scia Franco La Cecla scriverà Modi Bruschi) c’è quello di Claudio Risè dal titolo “Il Maschio selvatico – come ritrovare la forza vitale dell’istinto”. Un testo affascinante, che discute delle paure degli uomini, della presunta femminilizzazione del maschio, della religione e dei miti sociali che paralizzano l’azione maschile, la censurano, che incutono timore alla sua morale e via via si scopre un ricettario di recupero del “selvaggio che è in te” fino ad arrivare all’apologia dell’incontro con il lato scuro del maschile (pag 115/116 paragrafo “l’incontro con gli squadristi”) “col suo fondo di violenza e rozzezza, prende forma, preparato dall’irruzione dei fascisti nello scenario compito dell’adolescenza di Clemente. Il ragazzo, appena li sente avvicinare, si toglie il distintivo dell’Azione Cattolica, e solo quando sono passati riprende a correre verso il mare (…). L’incontro con gli squadristi (…) ci costringe a non evadere la domanda: cosa c’entra la selvatichezza con lo squadrismo? C’è un lato “fascista” nell’uomo naturale? E’ una questione importante, perchè l’orientamento politico non è solo ideologico nel senso più sovrastrutturale e mentale, ma coinvolge tutta la personalità di un individuo. (…) Come facevano i fascisti che ritenevano di dover imporre una medicina, una Cura: l’olio di ricino ai sospettati di antifascismo. L’idea della Cura, della trasformazione, era dunque presente, come in ogni incontro con la selvatichezza, anche nel movimento fascista.”

Dopodiché riassumo. Sostanzialmente dice che siccome erano un po’ primitivi volgevano la Cura verso l’avversario politico in senso punitivo invece che verso se stessi. Perché chiamasse le torture “Cura” mi sfugge abbastanza, devo dire, ma conclude dicendo che “Quando il lato non civilizzato, oscuro, violento, è stato per troppo tempo del tutto negato nella vita dell’uomo, allora può irrompere in una forma collettiva e distruttiva, come appunto lo squadrismo fascista. Ciò che è stato a lungo represso nell’inconscio, ne esce contaminato da tutta la distruttività e il caos che lì è confinato. (…) Si passa cioè da una educazione troppo ipocrita ad una naturalezza troppo brutale. Quando si corre verso la selvatichezza, fuori da una maglia di regole troppo strette e sottili, ci si avvia verso una grande responsabilità, un peso non indifferente. Ciò che prima era regolato e vietato ora rientra nella nostra sfera delle responsabilità.” Ed evidentemente i nostri antifemministi sono in questa fase di riappropriazione della selvatichezza perché hanno l’orgoglio, a volte, di questa naturalezza un po’ brutale. Infine un lungo capitolo sulla questione del figlio senza il padre, colui che sarebbe, secondo Risè, l’iniziatore al maschile, e qui mi vengono in mente quei meravigliosi iniziatori che portavano i figlioli a puttane, o quelli che gli insegnavano a fare a botte, o comunque questi padri selvaticissimi che educavano i figli ad essere selvaggi altrettanto e di selvaggitudine in selvaggitudine Risè si conforta del fatto che solo così, con un figlio munito di padre, in assenza del quale sarebbe il nulla, questo fanciullo potrebbe diventare uomo non femminilizzato. Un uomo al quadrato, di quelli con la voce rauca e profonda e il testosterone attivo 24 ore su 24. Deve essere stato un grande cruccio questo per Risè al punto tale che fu promotore in seguito del Manifesto per il padre, coofirmato da antifemministi e gruppi di padri separati di tutta l’italia, con i quali ci pare sia sulla stessa lunghezza d’onda, e la sua teoria sui maschi selvatici divenne un sito antifemminista, a partire dal quale si librarono nel web il Forum Maschile quasi all’unisono con l’altro mondo di Uomini3000. Dei siti antifemministi per come li avevamo capiti oramai tanti anni fa – facendo qualche errore di associazione, perché erano e sono realtà diversissime tra loro, potete leggere QUI. Ora sono molti di più rispetto a quando noi cominciammo a dare vita al nostro osservatorio ma da lì partiamo.

Nella sua magnanimità Risè lascia dunque un testamento teorico ai suoi prosecutori e questo testamento consiste nella ridefinizione di ciò che viene considerato come “il nuovo missionario del verbo femminista” ovvero il maschiopentito.

“Il maschio pentito è il maschio politicamente corretto e cioè addomesticato, o meglio l’uomo della rinuncia. Rinuncia ad una presenza significativa in famiglia, rinuncia all’educazione affettiva alla vita del figlio che si è concepito, rinuncia alla propria storia.” dice spronando i rinunciatari a farsi forza ed esigere ciò che spetterebbe di diritto.

Poi parla di una sorta di “processo al maschio” che si compirebbe attraverso i media, promosso e gestito da uomini (addomesticati) e donne. L’uomo verrebbe processato in quanto maschio. E ogni uomo porterebbe con se la vergogna della propria identità ad espiare la colpa di un intero genere. Pare che debba subire la dichiarazione di superiorità morale da parte delle donne e solo a seguito di una presunta espiazione il maschio otterrebbe l’ammissione nei consessi a presenza femminile e via via proseguendo si pone ancora il tema dei media e deve esserne stato segnato, Risè, per aver immaginato un tale scempio o forse si riferisce ad un’epoca in cui la televisione non era controllata dal pensiero discriminatorio e sessista che ci parrebbe di scorgere adesso. Questione di punti di vista.

Insomma il maschioselvatico, l’uomo con le foglie di fico addosso e la clava in mano, non si deve scusare di niente, e fin qui ci siamo, deve riappropriarsi dell’orgoglio di essere uomo, padre, rivendicare con forza il proprio posto nella storia e nella società, alla conquista del pianeta Giove, volendo, e a sottrarre potere alle donne che avrebbero occupato ogni cosa assieme ai loro servi e amichetti maschiopentiti. Questo sarebbe il quadro. Che non tiene conto di tutta la filosofia post gender, queer, che non ammette la presenza di altri generi a parte quella di donne e uomini assolutamente etero. Un quadro in cui l’uomo può essere solo maschio selvatico e padre o essere, appunto, maschiopentito, zerbino o dormiente.

Da Risè in poi ovviamente la questione si è evoluta di tratti spesso contraddittori e paradossali che a questo punto farò spiegare agli stessi che ne discutono. Prendiamo spunto da una serie di post e articoli pubblicati ultimamente in cui si invitavano gli uomini a discutere di violenza sulle donne, poi analizziamo la discussione degli antifemministi a seguito della pubblicazione, sul nostro blog, di un post con l’opinione di Marco, un padre e separato che ha dichiarato di non voler essere un padreseparato strumentalizzato contro le donne, e tanto è bastato per meritarsi una serie di appellativi infelici e per essere stato stimolo per una discussione di cui vedremo in contenuti.

Fatto salvo che ciascuno dei forum o dei siti maschilisti ha una propria sezione dedicata ai MaschioPentiti e agli Zerbini ecco qui, qui, qui, qui e qui i post contestati e qui, qui, qui le discussioni conseguenti durante le quali confermavano di essere intervenuti sovente presso i suddetti post per inserire in quelle discussioni temi in linea con la loro ideologia. Da considerare che i commenti sono sfottenti, da dileggio e denigrazione nei confronti delle femministe ma durissimi e di scontro ipotetico nei confronti di quelli che sono considerati traditori. Volendo passare oltre le denigrazioni però vale la pena dire che quello che di quei post non è piaciuto, credo, sia il fatto di interpellare gli uomini puntando il dito su di loro, come intero genere, affinché rompessero gli indugi e rivelassero un segreto. Cosa, questa, che è stata letta e percepita come fosse stata attribuita una colpa ad un intero genere, quello maschile.

A noi interessa capire, comunque, cosa sia un maschipentito, uno zerbino o un dormiente secondo l’antifemminista pensiero. Ed ecco:

Su un blog gestito da antifemministi si dice che i maschi pentiti siano uomini che denigrano il proprio genere. Sul Forum dell’Antifeminist Journal alla sezione Maschi femministi sono compresi: Maschi-pentiti, femministielli, maschietti, castrati mentali, maschi da cortile, zerbini, etc etc. Se apri la sezione viene fuori che ci sono thread nominati per la scelta del “Maschietto del mese”, l’annuncio del sito “Zerbini” dedicato ai maschietti femministi, una sezione in cui si fa riferimento alla “legge del branco” e via così. Sul thread dedicato alla “legge del branco” un antifemminista dice (in sintesi) “questi poveri idioti praticamente sono degli sfigati che si fanno comandare, prendere per il culo e umiliare dalle donne o che non scopano mai. La categoria più diffusa è quella degli zerbini schiavi della moglie, della fidanzata o delle donne in generale.”

Anche il Forum Maschile ha una sezione dedicata ai “Femministi”. La loro definizione è “I Maschiopentiti, pentiti di essere quel che sono, nati con un difetto tra le gambe da correggere, cresciuti con una colpa nella testa da espiare.” Lì puoi trovare una sezione dedicata agli Zerbini femministi, un grande thread dedicato a “Maschile Plurale” che come sapete è un gruppo di uomini che parlano di mascolinità ma sono totalmente sul fronte opposto, dunque nemici, e tra le altre cose è proprio lì che hanno condotto il thread su Marco, colui che ha pubblicato il post in cui diceva di essere un padre e separato ma di non voler essere strumentalizzato contro le donne.

Il Thread si riconosce per tatto e per spessore. Il titolo è già di per se’ eloquente: “Marco il deficiente“. E l’insulto iniziale non è incoraggiante per la lettura. In ogni caso parte uno degli antifemministi, e da qui in poi provo a riassumere la discussione con brevi citazioni.

Innanzitutto il rammarico: “C’è gente che ritiene scontata la solidarietà di Marco, ma lui la nega, e se ne vanta pure, assurdo! Sarei tanto contento se mi passasse tra le mani in un momento di bisogno: lo guarderei affogare nella melma, o agonizzare per una emorraggia, o crepare di freddo (…)”

Risponde un’altro sostenendo che “il processo di rincretinimento del genere maschile è avviato.”

Ancora uno che scrive: “I nostri veri nemici sono questi! Questi sono i nostri traditori!” e poi “Vorrei che fossero costretti a vedersela con noi. Dobbiamo accusare questi uomini di tradimento. Perché la vera responsabilità dei rischi che corriamo nella nostra vita è la loro. Eppoi se durante una manifestazione arrivi alle mani, almeno non ti accusano di violenza sulle donne. Se ce la prendiamo con loro gli togliemo la principale arma di ritorsione morale, (…) traditore schifoso.”

Spero allora di cogliere a quali gravi rischi Marco abbia esposto queste persone. Deve essere molto grave, dico a me stessa, e continuo a leggere: “questi sono talmente vigliacchi che per poterci accusare metterebbero le donne in prima linea. Sono sicuro che se fossimo mille contro mille, le loro amichette gli ordinerebbero di farsi dietro per stare muso a muso con noi e loro le lascerebbero  lì a rischiare. Per pura convenienza. Come hanno sempre fatto. E dopo direbbero come quando si scopano la tua donna: l’ha voluto lei!”

Continuo a pensare e ripensare al libro di Risè che mi sono letta apposta per capire, un po’ palloso certo, ma non mi aspettavo una simile evoluzione. Questi maschi selvatici hanno inselvatichito pure il cervello. E’ tutto molto selvaggio. Siamo alla fase in cui dovrei cogliere l’essenza di una guerra in cui di colpo Marco diventa uno che ovviamente non è virile abbastanza da stare in prima linea e poi diventa pure uno che si scopa la tua donna.

Arriva quello che la sa lunga e avverte: “Potrebbe essere pure un fake. Se non lo è farebbe schifo pure a me.” Dire che non è un uomo e non è un padre e un separato allontana il momento in cui dovranno accettare la dura realtà. Poi arriva la metafora umanitaria: “Quest’uomo in pratica come uno Stato Occidentale che guarda crepare di fame uno dell’Africa Nera, e lo attacca quando un africano si lamenta della sua condizione. E’ tutto!” – conclude secco. Si, stanno sempre parlando di Marco che ha osato scrivere questa cosa QUA.

Un furbo dice: “Il solito uomo contro uomo, mentre la donna se la ride“. Ribadisce un altro: “Si, sono loro i nostri nemici, e anche se Marco fosse un fake di acefali così in giro ce ne sono… io credo che si possa discutere anche con le femministe, in fin dei conti con loro qualcuna in buona fede c’è, ma con questi acefali non si può discutere per definizione,  come non si discuterebbe con una pietra o un pazzo. Si possono solo bastonare. le donne se la sono sempre risa quando gli uomini si menavano tra loro. Che novità sarebbe? Così la storia è andata avanti, eliminando le mele marce!”

E qualcuno avverte: “L’equità non potrà essere mai perfetta perchè abbiamo i traditori. Il problema non sono più le femministe.” (pfiuuuu).

Il sindacalista del gruppo ha le idee chiare: “MoMas (leggi movimento maschile) dovrebbe prendere le distanze dai padri separati… traditori (una specie di nuovi crumiri)“. Quindi se sei padre e separato o sei come loro o niente.

Arrivano le metafore calcistiche: “Se i tuoi compagni di squadra si sono venduti la partita per interessi personali tu che fai, accusi gli avversari di aver segnato? e ti dico di più: la polemica contro i traditori è possibile solo dopo aver fatto una critica al femminismo, sennò nemmeno li riconosci. Sembrano uomini giusti che combattono  per i diritti e l’uguaglianza.”

Insistono: “Per me l’esempio corretto è che la squadra avversaria ha pagato i miei compagni per vendersi la partita, e me la prendo con entrambi. ” E dire che pensavo l’avremmo sfangata invece hanno capito tutto. Siamo noi che assoldiamo i tanti Marco e li paghiamo con i grossi capitali che arrivano dall’estero. Chiaro, si.

Il saggio del gruppo torna e avverte: “I maschipentiti poi ricorda, le donne e anche le femministe li schifano“. Ed è chiaro che se non aggiungono a corredo il mito dell’uomo macho che dovrebbe piacerci tanto non c’è gusto. Più appeal all’antifemminista che se non piace è perchè è un incompreso. Ovvio.

Parte la bordata storica. Mi metto pronta alla lettura pensando che potrebbe essere il momento di capirci qualcosa:

“Perché esiste un processo storico. Gli uomini hanno iniziato nel ’68 facendo gli zerbini. Nella prima fase hanno appoggiato il femminismo in preda al miraggio dell’amore libero della donna sessualmente liberata, sicuri di infiniti orizzonti di amore e sesso. Cioè hanno iniziato ad appoggiare le donne semplicemente per averne di più. Hanno tradito gli altri uomini riducendo la competizione leale per avere una femmina a un gioco al massacro. A questo punto le donne, cedendo ciò che riuscivano a fare per avere la fica, hanno iniziato a disprezzarli, come si deve al traditore. Erano talmente tanti, ma soprattutto erano talmente visibili, moderni e sponsorizzati, che il disprezzo verso di loro s’è generalizzato a disprezzo verso tutti gli uomini. Questa cosa ha preso piede nella cultura di massa. I disprezzati non possono difendersi perché dovrebbero ammettere il loro tradimento, per cui preferiscono continuare a fare i disprezzati. E così si arriva alla perdita di autostima e allo zerbinaggio. Molto sinteticamente e in parole semplici è così. Questo è il motivo per cui ancora oggi non sono tutti zerbini. Perché gli uomini si dividono in leali e traditori.” Si. Chiarissimo. Sostanzialmente è tutta una questione di fica. Non vi stupite se a questo punto della lettura le mie pupille volgono entrambe verso il centro.

Un altro intervento fa:

“Il momas non è un movimento che usa tutti i mezzi (leciti ed illeciti) per dominare le donne” (pfiuuuu!) – continua – “Le teorie sullo stupro punitivo ad esempio sono state giustamente stroncate sul nascere dal MoMas stesso.” Giustamente. Che culo! – conclude – “Ti sei stufato del buonismo rivolto agli uomini. Io sono per il buonismo. Non uso mezzi sleali e mi incaxxo con chi li usa. se non devo più incaxxarmi e vale tutto… allora che valga tutto. ma secondo me è una strada che non può funzionare.” Non ho capito. S’è ripristinato lo stupro punitivo o si parla ancora della partita di calcio?

Lo storico chiarisce: “C’è il corrotto e il corruttore. Posso accusare le femministe di essere delle corruttrici, ma il corrotto, che mi ha tradito, lo considero ancora più in basso. ” Capito Marco? Ce la giochiamo pari e patta ma tu hai perso punti. Vediamo se la partita si ripiglia.

Arriva la risposta: “Che il corrotto ti possa fare più schifo del corruttore ci sta. Ma entrambi sono da “punire“.” Vedi Marco? Abbi fede e saremo di nuovo allo stesso livello. E poi tiene a fare una precisazione fondamentale su cosa sia il maschiopentito e cosa lo zerbino. Finalmente: “Secondo me ci sarebbe da fare una distinzione fra maschi pentiti e zerbini. Il maschio pentito, è un personaggio visibile (politico, giornalista) corrotto e vomitevole. Lo zerbino è un uomo qualunque convinto che stare dalla parte delle donne sia l’unico modo per accoppiarsi (e naturalmente rimane a bocca asciutta). Entrambi disprezzabili  ma il maschio pentito è sempre in malafede, lo zerbino può essere in alcuni casi recuperabile, (può essere cresciuto ad esempio con la sola madre, a pane e femminismo) e in alcuni casi può essere svegliato. I maschi pentiti non possono svegliarsi perché sono quasi invariabilmente in malafede, e la loro malafede non riguarda solo il femminismo, ma la pubblica amministrazione (pubblica informazione etc) … sarebbero spesso vomitevoli a prescindere dal femminismo.” – ecco mi era sfuggito il dettaglio dei “Risvegli”. Sono curiosa di sapere chi sono i dormienti, tipo bombe a tempo, e in quanti si sono risvegliati.

Lo sbrigativo fa: “E vi ponete problemi di recupero dei zerbini? Bisogna semplicemente mandarli al diavolo, rendersi conto che nella loro (misera) vita privata (squallida) non porterà loro alcun vantaggio lo zerbinismo. Che se ne accorgano da soli!”

Si comincia con il calcolo dei risvegli: “A me è capitato di portare dalla nostra uno zerbino. Ho fatto un errore?”

E l’altro risponde: “Hai fatto un’azione inutile: se sei riuscito delle due l’una: o non era uno zerbino (era solamente un addormentato) o ha fatto finta di passare dalla nostra parte diventando un infiltrato e un informatore delle femministe.” Oibo’, c’è pure il maxi spionaggio. Lo 007 Risvegliato.

Il risvegliatore rassicura: “Era un addormentato che però pendeva dalla bocca delle donne. E se lui è spia io sono il dalai lama.” – grande recupero.

L’altro: “Fortunatamente non era ancora arrivato al livello anzi all’abisso dello zerbinismo. Ergo, recuperabile.”

Il ritardatario dice la sua: “perché pensi che esistano i maschi pentiti? Sarà cinismo e calcolo, il loro, in parte, ma quello che veramente li sospinge è l’odio verso gli altri uomini. Di solito non hanno neanche amici, sono troppo competitivi. Ridere un po’ di chi striscia va bene, indignarsi per chi con cinismo cerca di buttarsi sul carro del vincitore è sacrosanto, ma da qui a dire *i principali nemici sono loro* ce ne corre, i principali nemici sono quelli, anzi, quelle per cui lavorano, se non ci fosse dietro un potere forte non ci sarebbero, se vivessimo in un mondo iper maschilista sarebbero iper maschilisti, se ci fosse il nazismo sarebbero nazisti… gentaglia sicuramente” – fondamentalmente dunque i maschi pentiti sarebbero quelli che parteggiano per il potere, tipo banderuole.

Intervento chiarificatore: “Non si può scendere in piazza contro le donne, si può fare solo contro gli uomini. Il mio discorso è a valle della critica al femminismo e alle femministe. Dire che hanno diritto di esistere non va confuso col dire che hanno ragione. Voi state all’inizio, io sto alla fine. Infatti, quello che mi ferisce di più e che ci fa più male non sono le parole delle FaS ma quelle di Marco il deficiente. Che loro hanno istigato e sedotto con il loro essere *femmine*, e che lui usa per recare danno ai propri simili. Che i separati in disperazione inizino a svegliarsi e a vedere in questi Marco il loro più vigliacco nemico, l’uomo che mentre soffrono se la spassa alle loro spalle.” – Il suo discorso è a valle, appunto. qualunque cosa voglia dire. Temo serva la Gialappa’s band.

E’ l’ora dell’interrogativo shakeasperiano: “Comunque la domanda è: che risposta dare al maschiopentitismo per poterlo disinnescare senza scivolare in una guerra fratricida tra uomini ad uso e consumo del femminismo? perché è indubbia la pericolosità insita nei maschiopentiti, penso che su questo siamo tutti d’accordo.”  - bella domanda, si. E’ indubbia la pericolosità, certo.

Torna nella hit parade delle ragioni la questione di fica: “I zerbini strisciano per avere un po’ di f..a: non hanno nessun ideale paritario ecc. Lo zerbino non è in grado di competere da maschio con gli altri maschi: allora si inventa una sensibilità diversa, un anelito di giustizia, ma l’unica cosa che gli interessa è prendere ciò che non potrebbe per le sue qualità intrinseche. Un mezzo uomo. Sul fatto che loro sono i nostri principali, o addirittura unici nemici, la mia idea è questa: i zerbini sono responsabilmente, alla pari delle femministe, i nemici della maschilità. I kapò ebrei nei lager erano tutti nemici dei loro correligionari, ma ciò non emendava i nazisti dall’essere anch’essi nemici mortali degli ebrei. Quindi, zerbini e femministe tutte nello stesso sacco (zavorrato con piombo e gettato in mare). Ps: la maschilità deve essere recuperata come valore, altro che stare sempre a dire… non sono maschilista.” – è chiaro Marco? Dobbiamo imparare a nuotare zavorrati. E tu perdi pezzi perché sei diventato un mezzo uomo.

Lo storico del gruppo riassume: “La guerra fratricida è già in corso, non so se ve ne siete accorti, da circa mezzo secolo. La nostra risposta ai traditori è una legittima difesa. Dovete imparare a puntare il dito e contro-accusare: tu sei colui che sta mettendo in pericolo la mia incolumità, la mia dignità e la mia libertà. Puntare all’eliminazione del femminismo è più lungo, più difficile da ottenere, illiberale, e per nulla necessario ai fini della questione maschile. E’ sufficiente contrastare il femminismo. Più veloce, liberale, facile da ottenere (in parte già avviene). In quest’ottica il maschio-traditore è il peggior nemico.” – chiaro Marco? e tutto questo perché hai detto che non volevi fare guerra alle donne e che te la vivi in modo pacifico con la tua ex.

E ancora, lo stratega: “Il femminismo sarebbe distrutto in un attimo se non ci fossero i maschi pentiti. Contro gli uomini decisi e determinati le donne battono in ritirata. Sempre. Ricordiamocelo. Il problema è che noi non siamo consapevoli della nostra forza. Peggio, la mettiamo al servizio delle donne. E si vede!” – ecco si. Macchiavelli in confronto gli fa un baffo.

Lo scettico: “Dunque la soluzione è fare la guerra agli uomini. Sarà… ma non mi pare tanto vincente.”

Il fedele alla causa: “Cosa? Il femminismo è stata una delle cause della decadenza della società. Perciò va trattato come un tumore maligno. Altro che inutile ai fini della questione maschile!!!” – deve essere quello che immagina che la caduta dell’impero romano sia stata causata dalle femministe, notoriamente presenti a quell’epoca.

Storicizza e illustra: “Non la guerra agli uomini ma la guerra ai traditori. E poi sempre di guerra di opinione si tratta. Quando le istituzioni e i parlamenti fanno cose anti-uomo, invece di prendervela con le femministe, chiedete conto ai traditori presenti sul perchè le hanno fatte passare senza proferire parola.” – ecco, prendetevela con loro giacché gli uomini in parlamento costituiscono la stramaggioranza e poi però diteci quali sarebbero le leggi anti/uomo. Quella sullo stalking? Quella sulla violenza sessuale? Il diritto di famiglia?

Il dubbioso: “Che differenza c’è ad esempio fra contrastare il femminismo e cercare di eliminarlo? A me sembra che lo abbiamo sempre contrastato.”

E lo storico ha sempre la verità in pugno: “Nessun uomo è stato difesa da alcun uomo. E quella magistratura che è il principale obiettivo della lotta dei padri separati, è attualmente l’unico baluardo contro l’abbattimento dello Stato di diritto nei nostri confronti. La nostra libertà individuale e la nostra incolumità fisica e psichica sono sotto attacco, e ci sono uomini che ricoprono posizioni di potere che non difendendoci ci espongono totalmente a ogni iniziativa contro di noi, senza proferire parola. Questi traditori stanno attentando alla nostra sicurezza. In democrazia c’è bisogno di rappresentanza. La categoria degli uomini non è rappresentata, perché ci sono uomini al potere che ci tradiscono. Totalmente, radicalmente. Svendono tutto per fare gli amici delle donne. Inizio a pensare che non abbiano paura di passare per maschilisti, che non sia quello a bloccarli, ma che sfruttino, da posizioni di potere, un’occasione per togliersi di mezzo la maggior parte dei *concorrenti* e per poter così elemosinare con maggior facilità qualche favore sessuale. Un politico che si muove con spirito filantropico direbbe qualcosa di tutto ciò. Quindi c’è dell’altro: semplice interesse privato di ordine sessuale.” – che gli uomini non fossero rappresentati non me ne ero accorta, giuro. E io che pensavo che fossero le donne a non essere rappresentate. Comunque il fatto che gli uomini si considerino “sotto attacco” è notevole, lo devo dire. Una lettura distensiva da fare prima di un buon sonno affinché diventi un incubo.

Il duro e puro: “La vena compassionevole le femministe se la possono scordare. La vena compassionevole riguarda la massa degli uomini, perchè senza gli uomini abbiamo già perso. Ora questa massa critica dal mio punto di vista va considerata addormentata, non nemica. Va considerata una risorsa. Ci sono un sacco di uomini là fuori che stanno cercando il MoMas (movimento maschile) e noi dobbiamo farci trovare.” – sono tutti là fuori, si e loro devono farsi trovare, dissero i soldati nel film di Salvatores Mediterraneo, fermi in Grecia mentre la guerra finiva.

La chiusa al facilitatore: “La categoria maschile è comunque l’unica componente sociale priva di rappresentanza. Agiscono per l’interesse sessuale privato. E se di corruzione si sta parlando, allora oltre che come traditori siano additati come corrotti. Il MoMas deve iniziare a registrare nomi e cognomi degli uomini che lavorano per l’apartheid maschile. Quando e se subiranno loro stessi le conseguenze di ciò che hanno fatto, dovrà essere negato ogni aiuto da parte nostra. Nessun attivista dovrà muoversi per divulgare la loro storia, nessuna pressione, sit-in, rimostranza, supporto legale. Niente di niente. Silenzio assoluto e marcire in carcere da innocenti. Ignorati.”

Lo dicevo io. Resta tutta una questione di fica.

E amen!


Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Ethans

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #1 il: Marzo 10, 2012, 21:45:38 pm »
Mi dai il link alla discussione che ci dò un occhio?

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #2 il: Marzo 10, 2012, 22:03:34 pm »
ma non faceva prima a linkare i 3d e farli leggere direttamente ai suoi lettori invece di colmare il proprio post di citazioni?

un dubbio: ma quanti qui dentro fanno riferimento  a Risè e al maschio selvatico?  mi sa pochissimi.
non è che ha letto la discussione in cui cosmos citava Risè e si è creata un film ?
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
http://maschileindividuale.wordpress.com/

Offline Guit

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #3 il: Marzo 11, 2012, 00:16:33 am »
un dubbio: ma quanti qui dentro fanno riferimento  a Risè e al maschio selvatico?  mi sa pochissimi.

Io non mi riferisco mai esplicitamente a quel libro né a "Il padre l'assente inaccettabile". Ma devo dire che una volta letti "lavorano dentro" e sono sempre presenti sullo sfondo, nella valutazione delle cose.

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #4 il: Marzo 11, 2012, 00:33:23 am »
Io non mi riferisco mai esplicitamente a quel libro né a "Il padre l'assente inaccettabile". Ma devo dire che una volta letti "lavorano dentro" e sono sempre presenti sullo sfondo, nella valutazione delle cose.

Ho letto il libro di Risè "Il padre l'assente inaccettabile" e mi è piaciuto, ma il libro che mi ha veramente illuminato è stato QMDT di Rino. Trovo che ci siano spunti interessanti anche in "Le donne una rivoluzione mai nata" di Marchi.

QMDT resta cmq, a mio parere, l'Everest della Questione Maschile, il punto di riferimento principe da cui sviscerare tutta la nostra riflessione sulla QM.

Altri libri non ho letto, mi piacerebbe molto leggere "Il mito del potere maschile" di Farrel, cercherò di sopperire alla mancanza.

Poi ci sono i forum, "Metro Maschile" e anche "Uomini Beta". Mi sono iscritto a questo forum perchè sono rimasto folgorato dagli scritti di Guit (ma anche di WYK che da Guit è stato bannato, di Harmonica e di altri di cui al momento mi sono scordato i nik). Inoltre gli scritti di Armando, di Fabrizio e dello stesso Rino su "Uomini Beta" hanno ulteriormente raffinato la mia riflessione e non passa giorno in cui io non mi nutro dei loro post.

Non seguo "Maschi Selvatici" per mancanza di tempo (visto che seguo anche altri forum al di fuori di quelli citati), ma mi sa che presto sopperirò anche a questa ennesima mancanza.

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #5 il: Marzo 11, 2012, 01:19:26 am »
Poi ci sono i forum, "Metro Maschile" e anche "Uomini Beta". Mi sono iscritto a questo forum perchè sono rimasto folgorato dagli scritti di Guit (ma anche di WYK che da Guit è stato bannato, di Harmonica e di altri di cui al momento mi sono scordato i nik). Inoltre gli scritti di Armando, di Fabrizio e dello stesso Rino su "Uomini Beta" hanno ulteriormente raffinato la mia riflessione e non passa giorno in cui io non mi nutro dei loro post.

a me piaceva s.a.
e il suo avatar, che dava le testate nel monitor

 :P

Offline Guit

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #6 il: Marzo 11, 2012, 01:33:57 am »
Io sarei "lo storico", è ironico ovvio, ed è giusto che sia ironico perché io storico non lo sono.

Sapevo che la polemica con gli uomini sottomessi all'ideologia femminista avrebbe destato reazioni di questo tipo, perché so che il continuo incessante grido di allarme del femdominismo moderno, è finalizzato all'aizzare uomini compiacenti contro altri uomini, istigando violenza da uomo a uomo (veniamo uccisi quattro volte di più delle donne, da altri uomini).

Confermo che gli uomini che ne hanno la possibilità e non dedicano una sola parola in difesa di padri e uomini discriminati, sono dei traditori.

Confermo la mia idea che siano quelli i principali nemici. E lo fanno per la fica, sono loro che fanno questo, non noi.

Io non tradirei mai un amico per scoparmi la sua donna, perché voglio essere onesto, anche se costa una gran fatica.

Sapevo che la cosa che avrebbe urtato di più la cultura femdominista imperante, è il patto di lealtà tra uomini. Perché gli uomini leali sono meno manipolabili.

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #7 il: Marzo 11, 2012, 02:09:49 am »
Sono d'accordo Guit, però questi zerbini o maschiopentiti o chiamateli come volete devono essere assorbiti all'interno del Momas (chiaro che ci sono gli irriducibili e su questi c'è ben poco da fare), perchè secondo me, il più delle volte, questi uomini sono solo impauriti e non hanno alcun riferimento per poter razionalizzare il loro disagio. Noi del Momas abbiamo il dovere di fornirgli un appiglio per far sì che possano dar voce a quello che gli rode nell'animo.

Siamo la loro unica ancora di salvezza, la sola ciambella di salvataggio.

Lanciamogliela.

Anch'io non tradirei mai un amico per scopargli la donna. Ma sono un caso più unico che raro, infatti ci sono "amici" che senza farsi tanti scrupoli si sono scopati "le mie".

Offline Guit

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #8 il: Marzo 11, 2012, 02:25:00 am »
Sono d'accordo Guit, però questi zerbini o maschiopentiti o chiamateli come volete devono essere assorbiti all'interno del Momas (chiaro che ci sono gli irriducibili e su questi c'è ben poco da fare), perchè secondo me, il più delle volte, questi uomini sono solo impauriti e non hanno alcun riferimento per poter razionalizzare il loro disagio. Noi del Momas abbiamo il dovere di fornirgli un appiglio per far sì che possano dar voce a quello che gli rode nell'animo.

Siamo la loro unica ancora di salvezza, la sola ciambella di salvataggio.

Lanciamogliela.

Anch'io non tradirei mai un amico per scopargli la donna. Ma sono un caso più unico che raro, infatti ci sono "amici" che senza farsi tanti scrupoli si sono scopati "le mie".

Capisco cosa vuoi dire ma il Momas non esiste, è solo un movimento d'opinione, e mi pare presuntuoso pormi nella posizione di onniscienza e di colui che, capita la verità, lancia ciambelle di salvataggio ai dormienti.

Ognuno si regoli come crede, io voglio solo la libertà di raccontare e denunciare ciò che trovo ingiusto dal mio punto di vista.

Basta che non mi raccontano menzogne passandomi per fesso. E il silenzio assordante dei poteri verso i separati, unito al gran baccano per le donne manager, mi dà l'idea di qualcuno che vuole farmi fesso.



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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #9 il: Marzo 11, 2012, 02:41:01 am »
Capisco cosa vuoi dire ma il Momas non esiste, è solo un movimento d'opinione...

Ecco allora cerchiamo di far si che queste opinioni arrivino a più uomini possibili, dopo da movimento di opinione potremmo anche iniziare a pensare a una strategia politica, un ambiente in cui contano i numeri e solo quelli, come tu certamente saprai.

e mi pare presuntuoso pormi nella posizione di onniscienza e di colui che, capita la verità, lancia ciambelle di salvataggio ai dormienti.

Nessuno vuole giocare a fare Dio, si sta cercando solo di dare informazione agli uomini. Poi se vogliono afferrare questa ciambella o meno è un problema loro.

Io penso che il problema principale non siano le femministe. E penso anche che cercare lo scontro con gli uomini che non la pensano come noi anzichè cercare di fargli capire come stanno le cose sia assolutamente poco igienico.

Offline Guit

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #10 il: Marzo 11, 2012, 02:54:19 am »
Ethans, la redattrice dell'articolo in oggetto fa giustamente notare che il parlamento è composto in larga maggioranza di uomini, e si chiede come sia possibile accusarlo di essere contro gli uomini.

Dietro questa osservazione si nasconde praticamente tutta la QM.

La seconda domanda è: perché questo stesso parlamento tace davanti allo scempio del diritto di famiglia che colpisce soprattutto uomini?

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #11 il: Marzo 11, 2012, 03:01:23 am »
In ultima analisi il femminismo consiste nel negare che dietro quel silenzio dei parlamentari c'è un potere non visibile.

Il potere è solo quello visibile, quindi è solo quello maschile. Questo è il femminismo.

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #12 il: Marzo 11, 2012, 03:13:57 am »

E così la mozione sessuale dell'uomo verso la donna è stata ridefinita: potere.

La mozione sessuale della donna verso l'uomo invece è rimasta com'era: seduzione.

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Offline Guit

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #13 il: Marzo 11, 2012, 08:50:34 am »
Un frammento di un mio messaggio come riportato nell'articolo:

“... Quando e se subiranno loro stessi le conseguenze di ciò che hanno fatto, dovrà essere negato ogni aiuto da parte nostra. Nessun attivista dovrà muoversi per divulgare la loro storia, nessuna pressione, sit-in, rimostranza, supporto legale. Niente di niente. Silenzio assoluto e marcire in carcere da innocenti. Ignorati.”

E l'originale:

"... Quando e se subiranno loro stessi le conseguenze di ciò che hanno fatto, dovrà esser loro negato ogni aiuto da parte nostra. Nessun attivista dovrà muoversi per divulgare la loro storia, nessuna pressione, sit-in, rimostranza, supporto legale. Niente di niente. Silenzio assoluto e marcire in carcere da innocenti. Ignorati. Come hanno fatto loro con Carlo Parlanti."

Mi domando perché la redattrice abbia sentito la necessità di rimuovere il riferimento a Parlanti, che invece nel contesto dell'accusa agli uomini muti, è fondamentale.

Non c'è stato nessun uomo che abbia parlato di lui (non proprio nessuno, solo noi e un deputato di AN di cui non ricordo adesso il nome che lo andò anche a visitare negli Stati Uniti). L'hanno lasciato anni e anni a marcire in carcere. Se ne sono occupate praticamente solo donne, quelle poche che se ne sono occupate. E questo è uno scandalo tutto maschile.

Sollevare il caso Parlanti avrebbe comportato il dover sollevare la questione di quel processo farsa per stupro che ha subito, cioè della fine che fanno i "DSK" non milionari, quando incorrono nell'inquisizione anti-fallo moderna.

Se a uno di questi uomini muti dovesse capitare la stessa cosa, io mi opporrò all'apertura sul forum di una sezione che tratti il suo caso, come è stato invece fatto per Carlo. So che questa qui dentro è una cosa controversa, e capisco che la mia è anche una provocazione. Ma secondo me è ora che qualche responsabilità in questo campo qualcuno inizi a prendersela.

Chissà cosa ne pensa Marco ...

« Ultima modifica: Marzo 11, 2012, 09:24:55 am da Guit »
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Online Jason

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Re: rotto il fronte femminista
« Risposta #14 il: Marzo 11, 2012, 10:16:17 am »
Ho letto il libro di Risè "Il padre l'assente inaccettabile" e mi è piaciuto, ma il libro che mi ha veramente illuminato è stato QMDT di Rino. Trovo che ci siano spunti interessanti anche in "Le donne una rivoluzione mai nata" di Marchi.

QMDT resta cmq, a mio parere, l'Everest della Questione Maschile, il punto di riferimento principe da cui sviscerare tutta la nostra riflessione sulla QM.

Altri libri non ho letto, mi piacerebbe molto leggere "Il mito del potere maschile" di Farrel, cercherò di sopperire alla mancanza.

Poi ci sono i forum, "Metro Maschile" e anche "Uomini Beta". Mi sono iscritto a questo forum perchè sono rimasto folgorato dagli scritti di Guit (ma anche di WYK che da Guit è stato bannato, di Harmonica e di altri di cui al momento mi sono scordato i nik). Inoltre gli scritti di Armando, di Fabrizio e dello stesso Rino su "Uomini Beta" hanno ulteriormente raffinato la mia riflessione e non passa giorno in cui io non mi nutro dei loro post.

Non seguo "Maschi Selvatici" per mancanza di tempo (visto che seguo anche altri forum al di fuori di quelli citati), ma mi sa che presto sopperirò anche a questa ennesima mancanza.

Molto buono anche il forum "antifeminist" e alcuni blog, tra cui quello di Saigon e "Il Volo di Dedalo".
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America