Preferisco il burqadi Massimo Fini - 26/10/2009Sono d'accordo con l'appello pubblicato da Repubblica ("Quell'uomo ci offende, fermiamolo") lanciato da Michela Marzano, Barbara Spinelli, Nadia Urbinati contro l'uso che Silvio Berlusconi fa del corpo della donna e della donna stessa. E come non esserlo? Ma Marzano and company sorvolano pudicamente sul "lato B" della questione. Che ha due aspetti. Il primo è che non ci sarebbero corruttori se non ci fosse chi è disposto a farsi corrompere. Il secondo trascende lo squallore di Berlusconi e delle sue girls ed è più generale. In questi decenni il femminismo ha battuto sempre e solo il chiodo del ricatto maschile sui luoghi di lavoro, che c'è, naturalmente, ma non si è mai occupato di quello che nel mio "Dizionario erotico" ho chiamato il "Fica Power", cioè del potere di cui molte donne (che nelle relazioni sessuali, a parità di condizioni, si trovano in una posizione di grande vantaggio perché il maschio, per ragioni antropologiche poi diventate culturali, si trova dalla parte della domanda) fanno uso, strumentalizzando il proprio corpo, per fare carriera e ottenere altri inammissibili vantaggi, nelle aziende, nello spettacolo, in TV, nel giornalismo e in ogni luogo di lavoro (forse solo il teatro fa eccezione, perché in teatro la prima attrice può essere anche l'amante del regista ma se è una cagna le sale sono vuote). Ma del "Fica Power" non si può parlare. È il tabù dei tabù. Un'intollerabile offesa all'immagine della donna che nel nostro mondo è ridiventata, come nell'Ottocento ma per motivi diversi, un essere angelicato, mondo da ogni zuzzura. La donna è sempre vittima. Invece è anche carnefice. E quelle che utilizzano il "Fica Power" lo sono innanzitutto nei conforonti di tutte le altre donne che sui luoghi di lavoro si comportano con correttezza, perché ne ledono i diritti (alle pari opportunità) e ne mortificano le legittime ambizioni.
Le professioniste del "Fica Power" sono di gran lunga peggiori delle prostitute da strada e persino delle escort. Perché mentre queste sono dichiarate e si assumono la responsabilità di essere ciò che sono, le prime, oltre a trarre vantaggi ben più consistenti di 300 o 1000 euro, agiscono in modo occulto, subdolo, indimostrabile. Sono puttane che non possono nemmeno essere chiamate tali.
Infine "l'uso del corpo della donna" non l'ha inventato Berlusconi. Sono decenni che in Occidente noi vendiamo questo corpo a pezzi e bocconi, come quarti di bue in macelleria, nelle nostre pubblicità, nei nostri giornali, nei nostri film. E su questo aspetto, care Marzano, Spinelli, Urbinati, non ho sentito da parte vostra e più in generale del femminismo che qualche vagito. Business is business.
E abbiamo anche l'improntitudine di indignarci, di scandalizzarci, di fare il ponte isterico, di gridare alla lesa democrazia quando, presso altri popoli, di cultura diversa dalla nostra, che hanno un'altra concezione della dignità della donna, si vietano show che strumentalizzano il corpo femminile. Preferisco il burqa.
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