Autore Topic: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?  (Letto 32350 volte)

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Offline Guit

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #135 il: Marzo 22, 2012, 15:47:03 pm »
Io sono d'accordo sul fatto che il femminismo nasce dall'evoluzione tecno-scientifica. Non sono d'accordo sulle conclusioni che ne trai: che la macchina in un lontano futuro non avrà più bisogno dell'umano. Come puoi dire una cosa del genere? Perchè di fatto il tuo ragionamento porta a questo.

Dove l'ho detto?

Citazione
Come fai a dire che la tecno-riproduzione non ha bisogno dell'uomo? Come fa una macchina a riprodursi senza l'intervento umano? Come fa una macchina a sviluppare una sua autonomia?

Stai mischiando tutto e non si capisce niente. Cosa intendi per uomo? Umano? Dove ho scritto che la riproduzione non necessita dell'umano? Maschio? La partenogenesi e la possibilità di contruire artificialmente spermatozoi è già all'orizzonte e già esiste anche in natura.

Citazione
Come vedi, gira e rigira, siamo sempre al punto di partenza. Dici che da un punto di vista evolutivo quello che non serve più viene prima marginalizzato e poi eliminato. Ne consegue che il maschio sta subendo questo processo e quindi verrà eliminato. Va da sè che anche le femmine, successivamente, subiranno tale processo di eliminazione. Ne consegue dunque che l'umano sparirà per arrivare a un mondo governato da sole macchine.

No. Non ho detto questo, ho detto che in potenza c'è la possibilità che l'umano abbandoni la forma sessuata perché non più necessaria alla riproduzione.


Citazione
E' questo che vuoi dire si o no?

Appunto: leggi le precisazioni sopra.

Take the red pill

Offline Guit

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #136 il: Marzo 22, 2012, 17:33:26 pm »
...
Il punto è che se si condanna l'ideologia della tecnica,lo scientismo,che è stato pensato da 4 scimuniti,ed è l'ideologia di piero angela e paolo attivissimo siamo d'accordo.
Di meno se si condanna la tecnica in sè,e si valuta l'attuale stato culturale,come un prodotto del sistema in cui viviamo,tecnica compresa,tale concetto,che prende origine nel Marxismo,è il concetto di sovrastruttura.
Dire che il femminismo è una sovrastruttura della civiltà della tecnica,è esprimere un concetto marxista,più fedeli alla linea,gli uomini beta,ritengono che il femminismo sia un prodotto del capitalismo,e Rino stesso si interroga,''se possa esistere una civiltà della tecnica,non capitalista''.
Lungi da me respingere in toto i filosofemi marxisti,ma io non li appoggio.
Io ribalto la questione:se siamo arrivati a questo punto con la civiltà della tecnica,è per colpa,o merito di una certa ''weltanschauung' del mondo.
Più che darwinista il tuo concettoè marxista,perchè qui non si tratta di un fenotipo che viene sottoposto a una selezione(se è per questo l'uomo occidenteale non sta passando la selezione naturale e verrà sostituito),quanto piuttosto di ritenere una filosofia il frutto della realtà contingente (anche nell'insieme delle possibilità).

Quello mio sarebbe quindi un determinismo tecnologico, ma non è esatto, perché io finora ho solo descritto la potenzialità della tecnica di determinare, o concorrere a determinare, la modificazione cognitiva e fisico-biologica dell'umano, secondo uno schema evoluzionista.

In sostanza concordo con te: il principale attore è la posizione acritica dell'occidente nei confronti del divenire tecnico, quando assume aprioristicamente come giusto e auspicabile tutto ciò che la tecnica rende possibile. Secondo il nostro modo di pensare ogni nuova scoperta, invenzione e avanzamento è stato fatto per essere usato, quindi è giusto usarlo, e non esistono altri valori coi quali mediare questo utilitarismo. Inoltre, abbiamo sullo sfondo l'idea che sarà ancora la tecnica a procurarci gli strumenti di riparazione dei danni causati dal suo stesso utilizzo. E questo, unito alla bioetica, ci fa sentire protetti.

Ed è qui che secondo me si amplifica l'intervento della tecno-natura sull'umano: scardinando cognitivamente ogni autodifesa, ogni vigilanza, filtraggio, contromisura, rispetto agli effetti collaterali della cosa.

Evidentemente la bioetica sta fallendo nell'integrare la condizione maschile tra i problemi posti dall'uso smodato e acritico della tecnologia, soprattutto in campo riproduttivo.

Questa "dimenticanza" mi colpisce molto. Potrebbe essere disvelatrice di altro.



« Ultima modifica: Marzo 22, 2012, 17:45:24 pm da Guit »
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Offline Animus

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #137 il: Marzo 22, 2012, 18:27:43 pm »
ma poi pensandoci bene, anche chi non crede in Dio, deve ammettere che comunque c'è l' "idea" di Dio. E questa idea è un prodotto umano. Prodotto che c'avrà un perchè?  :unsure: Un'aspirazione? Un sogno? Un'utopia?


L'idea di Dio è un prodotto umano.
Ah,ah, questa si che è bella, ma come t'è venuta?  :D
Oggi c'ho le p....e girate, e sei riuscita a farmi ... sorridere.

Ti rileggo l'Inno al Logos (so che lo conosci, ma una ripassata, non fa male)

In principio era il Logos
e il Logos era presso Dio
e Dio era il Logos
Questi era in principio verso Dio.

Tutto è venuto ad essere per mezzo di Lui,
e senza di Lui nulla è venuto ad essere di ciò che esiste.



Tè capì?
Non è l'idea di Dio, un prodotto "umano".
E' l'uomo, un prodotto di Dio. (cioè del Logos)

Certo, nicce, pone la questione in termini inversi ("è l'uomo soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo"), ma ha un significato - sottile - che ora non è il caso di affrontare.

Citazione
non è differenziato in maschio/femmina o meglio li contiene entrambi.

Forse quello cristiano/cattolico, che è già un dio decaduto ...
Su quello Ebraico, il Padre, avrei qualche riserva. :cool:
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline GIUSTIZIALISTA

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #138 il: Marzo 22, 2012, 18:54:22 pm »
Secondo me, quando si parla di riproduzione eterologa, intendendo con ciò l'uso di macchine et artifici vari, si deve sempre tenere conto di due fattori:

1- la scarsissima praticità della cosa
2- la profonda innaturalità della cosa

questi due fattori fanno si (secondo me) che quelle tecniche on possano mai e poi mai attecchire a livello di massa, e restino ancora per secoli soltanto degli episodi sporadici, utili per riempire qualche pagina dei settimanali.

Insomma: non è in quel modo che si riprodurranno nè i nostri nipoti nè i nostri pro-nipoti.

Già per citare quel famoso economista che diceva "nel lungo periodo saremo tutti morti".
Sic transit gloria mundi.

Offline falseaccuse

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #139 il: Marzo 22, 2012, 21:50:27 pm »
Qui alla lunga ci siamo allontanati dall'obiettivo del discorso. Il problema è capire, se le cose stanno come dice Guit, perchè la tecnica dovrebbe selezionare il genere femminile rispetto a quello maschile. E' qualcosa di razionalmente legato alla sua sopravvivenza? Non mi pare. Secondo me, l'errore che fa Guit è assumere che esista una intrinseca predilezione da parte della tecno-società per il genere femminile, in funzione della quale si svilupperebbe una presa di coscienza dell'inutilità del maschio (da un punto di vista riproduttivo) e conseguentemente il suo scarto come sovrappiù. Se la tecno-scienza fosse composta solo da donne (per cui si spiega questa predilezione) potrebbe essere questa una tesi valida: ma non è così. Deve esserci al limite qualcosa di altro alla base, qualcosa di non razionale e che quindi non può far parte della tecno-scienza per sua stessa costituzione. L'etica? Forse. Si potrebbe ipotizzare che la femmina sia più etica del maschio: meno propensa alla lotta, alla competizione (la competizione ad esempio sta alla base del libero mercato) etc. Forse è qui che si innesta il femminismo.

Giubizza, ti faccio notare che il Darwinismo è strettamente correlato con questi discorsi: ti rimando alle ultime battute che ho fatto con la fikasicula (che si è dimostrata molto più aperta al dialogo rispetto a quanto avvenuto in precedenza) a proposito dell'evoluzione dell'uomo e del perchè la donna abbia partecipato così poco allo sviluppo culturale e sociale http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/03/13/viaggio-allinferno-e-ritorno/#comments fra parentesi segnalo che lei sarebbe disponibile a intervenire qui perchè è interessata allo studio dei casi di bullismo e di violenza da parte delle donne, se siete d'accordo...

Salar, è vero che le maggiori innovazioni sono maschili, ma questo si spiega se si tengono presente le condizioni iniziali: donna partoriente e uomo cacciatore. Poi tutto è evoluto in maniera apparentemente antientropica, visto che la tecnica ha preso il posto della natura nella selezione e nello sviluppo biologico, culturale, sociale etc. Ma questo non significa che la mente della donna sia intrinsecamente antiscientifica: semplicemente, ha avuto meno possibilità di esprimersi ed è stata per questo penalizzata dall'evoluzione.

Offline Guit

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #140 il: Marzo 22, 2012, 22:22:14 pm »
Qui alla lunga ci siamo allontanati dall'obiettivo del discorso. Il problema è capire, se le cose stanno come dice Guit, perchè la tecnica dovrebbe selezionare il genere femminile rispetto a quello maschile. E' qualcosa di razionalmente legato alla sua sopravvivenza? Non mi pare. Secondo me, l'errore che fa Guit è assumere che esista una intrinseca predilezione da parte della tecno-società per il genere femminile, in funzione della quale si svilupperebbe una presa di coscienza dell'inutilità del maschio (da un punto di vista riproduttivo) e conseguentemente il suo scarto come sovrappiù. Se la tecno-scienza fosse composta solo da donne (per cui si spiega questa predilezione) potrebbe essere questa una tesi valida: ma non è così. Deve esserci al limite qualcosa di altro alla base, qualcosa di non razionale e che quindi non può far parte della tecno-scienza per sua stessa costituzione. L'etica? Forse. Si potrebbe ipotizzare che la femmina sia più etica del maschio: meno propensa alla lotta, alla competizione (la competizione ad esempio sta alla base del libero mercato) etc. Forse è qui che si innesta il femminismo.

Ho un'opinione.

L'etica occidentale moderna procede su due binari principali: acriticità rispetto al divenire tecnico e consumismo. Due binari paralleli e interdipendenti. Entrambi questi domini condividono il mito della novità-innovazione-originalità.
Tracce di questo mito se ne vedono ovunque: valori di giudizio delle opere d'arte che sopravvalutano la novità e l'originalità penalizzando la perizia, la manualità e l'interpretazione, tale per cui oggi reinterpretare qualcosa di già noto viene quasi trattato alla stregua del plagio. Il giovanilismo politico, per cui un giovane in quanto tale sarebbe più utile alla gestione della cosa pubblica di un vecchio la cui saggezza non è più valorizzata. L'enorme ricorso alla medicina estetica per rimanere giovani. L'abbigliamento, il trend, la moda e via dicendo.
Il movimento femminista, "il futuro è rosa", è iper-valorizzato secondo me anche grazie a questo immaginario, in quanto istanza sociale di rottura, di novità, che solo per questo risulta positiva rispetto a tutto ciò che è pregresso (maschile, paterno, maturo).
Inoltre la tecnologia ha messo a punto macchine in grado di sostituire prima l'apparato riproduttivo maschile, rispetto a quello femminile. Banche del seme, sperimentazioni partogenetiche, fecondazione assistita, si basano sulla sistematica sostituzione della funzione biologica paterna per favorire la gravidanza in utero, quindi tendono a escludere, per il momento, solo uno dei due attori naturali.
La riduzione, grazie alla forza e al lavoro delle macchine, della necessarietà della forza fisica maschile, sia nella produzione che nella potenzialità militare delle nazioni.
Tutto ciò, se introdotto in un'antropologia come la nostra, dove non è vero che la donna non aveva potere anzi, dove essa era depositaria quasi unica del giudizio sentimentale, etosfera, del senso del bene e del male, non filtrato dal giudizio razioncinante, basta già, anche se sicuramente non è completo, a giustificare lo sbilanciamento sessista anti-uomo al quale assistiamo.

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Offline Rita

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #141 il: Marzo 22, 2012, 22:26:00 pm »
L'idea di Dio è un prodotto umano.
Ah,ah, questa si che è bella, ma come t'è venuta?  :D
Oggi c'ho le p....e girate, e sei riuscita a farmi ... sorridere.

Tè capì?
Non è l'idea di Dio, un prodotto "umano".
E' l'uomo, un prodotto di Dio. (cioè del Logos)



ciao Animus  :bye: per me la questione è molto semplice: o credi in una dimensione spirituale al di fuori della mente umana (Dio/Logos/coscienza collettiva) oppure credi alla scienza, al materialismo e allora la dimensione spirituale non è nient'altro che un prodotto della mente umana: nell'ottica di Teilhard de Chardin la freccia dell'evoluzione va verso il punto omega perchè.. così è stabilito dall'inizio dei tempi dal Logos, nell'ottica materialista però mi pare che anche la tecnica e la scienza tendono ad andare verso il punto omega, perchè essere come Dio piace evidentemente  :rolleyes:


Citazione
Forse quello cristiano/cattolico, che è già un dio decaduto ...
Su quello Ebraico, il Padre, avrei qualche riserva. :cool:

ma neanche quello ebraico ha bisogno della natura per riprodursi. L'ha fatta lui la natura e la puo' modificare a piacere  :) Tuttalpiù se prendi come riferimento il Dio ebraico (ma non intendevo riferirmi a un Dio particolare, ma proprio all'idea dell'onnipotenza e dell'onniscienza) si puo' considerare un incidente di percorso il fatto che il primo ad esser reso inutile da processo evolutivo tecno-scientifico sia stato il maschio e non la femmina. Ma  non c'entra molto con l'idea della freccia evolutiva di Teilhard de Chardin che ha come punta il fenomeno umano ma va (anzi si potrebbe dire che torna) verso il Logos
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Ethans

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #142 il: Marzo 23, 2012, 01:06:12 am »
Dove l'ho detto?

Qui ad esempio:

Con questa logica la forma vivente umana cesserà di esistere per come la conosciamo e sarà un'altra cosa. Sempre ammettendo che sarà.

Qui invece teorizzi il simbionte (anche sopra lo teorizzi cmq):

Citazione da: Guit
Se la tecnologia danneggia lo spermatozoo ma non la specie umana che grazie a quella stessa tecnologia può continuare a esistere in una diversa forma.

Ma andiamo pure avanti:

Citazione da: Guit
Stai mischiando tutto e non si capisce niente.

Altamente probabile, mi spiego meglio allora:

Citazione da: Guit
Cosa intendi per uomo? Umano?

Esatto umano inteso come maschio e femmina.

Citazione da: Guit
Dove ho scritto che la riproduzione non necessita dell'umano?

Da nessuna parte infatti io mi riferivo alla tecno-riproduzione e non alla riproduzione naturale.

Citazione da: Guit
credo veramente che il declino della fertilità maschile abbia anche un significato metafisico, e che la tecno-riproduzione non ha bisogno dell'uomo

Come fa la Tecnica a riprodurre la vita senza un umano che la governi? Intendi uomo in senso di umano o uomo in senso di maschio? Volevi forse dire che anche senza spermatozooi si può figliare ugualmente (partenogenesi)?

Piccolo inciso: io penso che la Tecnica sia Natura al 100%, come penso che stia contribuendo non poco all'evoluzione della specie umana. Inoltre a mio modo di vedere l'eterna diatriba tra Natura e Cultura non esiste: la Cultura è Natura. Dico questo così magari si può inquadrare un pò meglio la mia posizione all'interno di questo post.

Inoltre leggendo con più calma tutti gli interventi di Guit ho un quadro più chiaro di quello che intende. In effetti la sua ipotesi non è poi così fantascientifica come a una lettura superficiale può sembrare. Anche la terminologia può trarre d'inganno e rileggendo più volte alcuni suoi passaggi mi sono reso conto che li avevo mal interpretati (colpa anche dell'antico pregiudizio che ho inerente a un vecchio post in cui si parlava dell'Autonomia della Macchina).

Una cosa è lampante cmq: Guit non è certo una lettura da spiaggia.

Offline Ethans

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #143 il: Marzo 23, 2012, 01:55:43 am »
Citazione da: Guit
Ed è qui che secondo me si amplifica l'intervento della tecno-natura sull'umano: scardinando cognitivamente ogni autodifesa, ogni vigilanza, filtraggio, contromisura, rispetto agli effetti collaterali della cosa.

Capito niente, puoi rispiegare questo punto?

Con comodo, eh?


Offline Guit

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #144 il: Marzo 23, 2012, 02:21:36 am »
Capito niente, puoi rispiegare questo punto?

Con comodo, eh?



Rileggendolo capisco cosa intendo io ma capisco anche che scritto così è incomprensibile. In sostanza non credo che la tecnologia sia un male, credo che il problema sia nella acriticità scientista dell'occidente moderno, che non è in grado di gestire i suoi "effetti collaterali". Un parallelo: una centrale nucleare non si può dire inutile e non si può non considerare che anche fukushima prima di cedere ha dato energia a milioni di persone, però conteneva in sé anche una nocività latente, che a un certo punto per una serie di ragioni accidentali s'è liberata, e che l'uomo a quel punto non era più in grado di gestire.
La moratoria contro le centrali nucleari non è portata avanti da chi vuole vivere al buio, bensì da gente che sostiene che se non si è in grado di gestire un danno collaterale ingente come quello, allora non si deve nemmeno usare quella tecnologia. L'occidente, rispetto alle sessualità, ragiona in generale come i pro-nucleare rispetto all'ambiente. Fare, fare, fare, incuranti di ciò che può comportare.
Ci teniamo tanto all'ecosistema e denunciamo lo scempio di natura del dopo chernobyl o quelli causati dalle petroliere, ma siamo insensibili di fronte alla possibile perdita di diversità sessuale nell'umano. E sullo stesso quotidiano di sinistra dove il giorno prima hai trovato la foto denuncia di pesci morti sporchi di petrolio, il giorno dopo, a fronte di un dispaccio d'agenzia che dà per quasi completata la partenogenesi, trovi scritto un esultante e liberatorio: "Siete intuili!". Riferito agli uomini. Non ai pesci.

Va bene è ovvio, una donna se proprio deve vedere uno come nemico è più probabile che lo veda nell'uomo che non nel pesce, del resto, non si separano né possono essere tradite da un tonno. Però questo astio proviene anche dalla storiografia femminista, che le ha educate a vedere tutti gli uomini come nemici, gli uomini in quanto categoria storicamente abusante e oppressiva. Ma quella storiografia origina in un movimento di donne che chiedevano un nuovo ruolo, in realtà solo dopo che la tecnica aveva dato loro modo di liberarsi di buona parte del lavoro di maternità. Per cui, di nuovo all'origine del fenomeno, che poi dovrà scadere in un odio accidentale e latente, come le radiazioni, troviamo ancora la tecnica. In una relazione causale travisata e dissimulata nella narrazione storica, e proprio per questo ancora più intrigante.


« Ultima modifica: Marzo 23, 2012, 02:56:54 am da Guit »
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Offline Salar de Uyuni

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #145 il: Marzo 23, 2012, 11:46:09 am »
Citazione
Salar, è vero che le maggiori innovazioni sono maschili, ma questo si spiega se si tengono presente le condizioni iniziali: donna partoriente e uomo cacciatore. Poi tutto è evoluto in maniera apparentemente antientropica, visto che la tecnica ha preso il posto della natura nella selezione e nello sviluppo biologico, culturale, sociale etc. Ma questo non significa che la mente della donna sia intrinsecamente antiscientifica: semplicemente, ha avuto meno possibilità di esprimersi ed è stata per questo penalizzata dall'evoluzione.

Io non credo che si spieghi così.
E' vero che suona brutto dirlo,e che non andrebbe detto troppo forte,perchè qualcuno può interpretare quanto dico,come una presa di posizione di ''superiorità'' dell'uomo,ma questo è un discorso che dipende dalla scala ''valoriale'' che ognuno prende come metro di giudizio.
Dire che il cervello femminile è meno scientifico dell'uomo,e soprattutto meno tecnico, è constatare  l'evidenza,anche adesso,in epoca di quota rosa,di borse rosa,di femminilizzazione della scuola,le scuole tecniche rimangono di interesse quasi esclusivamente maschile,e la maggior parte di persone che lavorano nel mondo della tecnica è in modo  strabordante,composto da maschi,e questo succede in un momento in cui la figura impiegatizia sempre più richiesta è quella femminile.
Tutto questo può essere riassunto nell'espressione che un amica coniò,per definire la sua incomprensione per coloro i quali si interessano di elettronica:''è solo una scatola''.
Esistono studi che dimostrano che mostrando ai neonati maschi e femmine figure geometriche,o volti umani,i maschi mostravano più interessi per le prime,le femmine per le seconde.
Ma non mi piace dover citare quegli ''studi scientifici'',che scoprono l'acqua calda,perchè queste sono cose di per sè autoevidenti,e il dialogo dei qemmisti deve partire da un territorio condiviso di constatazioni banali autoevidenti,per i quali non è necessario tirare in ballo ''la scienza'',questa nuova religione moderna.
E' parte della grande bugia,sostenere,che queste differenze,rispondano a fattori di ordine culturale,e ciascuno nel suo piccolo,lo può tranquillamente vedere,i bambini maschi giocano col meccano,guardano ufo-robot,le femmine giocano con le bambole.
Tutti i tentativi,ideologici fino alla malattia,di educarli in modo omogeneo,per mostrare che vengano su ''uguali'',sono miseramente falliti,le preferenze di genere,non vengono alterate.
Sono argomenti classici,fin banali.
Se le femminste non accettano questi dati di fatto elementari,però non è strettamente un problema loro,ma un problema DELLA SCALA DI VALORI DELLA SOCIETA' DELLA TECNO-SCIENZA POSITIVISTA.
Ovvero,dire che una donna non ha una mente scientifica,nè ha capacità tecniche equivale a dire che è inferiore,in una società che mette queste abilità cerebrali,al di sopra di altre.
Ed è qui,che il mio discorso si discosta in modo marcato da quello di Guit,io vedo che il femminismo è una forma di reazione,al pensiero razionalista,di reazione mal posta,mal compresa,anche dalle femministe stesse.
Esse parlano di discriminazione della femmina,e ne parlano anche al giorno oggi,in cui è palese che non esiste alcuna discriminazione della femmina,ma ciò che vorrebbero dire,è che esiste una discriminazione del ''femminile'',inteso come principio yin,cervello destro.
L'odio per il maschio,è quasi ciò che psicologicamente viene definito,un sintomo di ''conversione'',ovvero di manifestazione teatrale,di un conflitto interiore.
Questo conflitto,non riguarda ovviamente,solo le femministe,ma è trasversale all'intera società,per cui ne sono vittime anche i maschi,anche se le femministe data la loro natura ''isterica'',lo manifestano in maniera ''teatrale''.
Quindi anch'io identifico come Guit,il responsabile,nel razionalismo positivista,ma non attribuisco al razionalismo positivista,la volontà,di selezionare il femminile,semmai l'opposto.
Il problema è per me una questione di ''sbilanciamento'',del cervello sinistro,rispetto a quello destro.
Le civiltà della tecnica,che non rigettano il contributo non strettamente razionale del passato,(vedi per esempio la Cina,che si dota di moderni ospedali,ma non smette di curarsi con la sua medicina tradizionale)non sono femministe perchè esse,non hanno espulso la loro componente femminile, yin.
Il medioevo,il passato,per loro,non è un'epoca buia,ma un'epoca ''classica''.
Ho espresso quest'opinione in più post vecchi.
Non sono le donne ad essere adirate con il maschio,è il principio femminile,di cui è costituito l'antropos,che si sta ribellando.
« Ultima modifica: Marzo 24, 2012, 12:24:44 pm da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #146 il: Marzo 23, 2012, 11:51:06 am »
Mio vecchio post,lo riposto,perchè chiarisce come vedo io,il rapporto fra femminismo e tecno-scienza.


La skiline di Shangai

In genere,quando si compiono analisi retrospettive per comprendere l'inconprensibile origine di questa strana deriva femminista occidentale,si ricorre in genere a 3 tipi di analisi,in sintesi vengono identificati tre responsabili:il capitalismo(Fabrizio Marchi),il cristianesimo(Animus)e la tecnologia (Rino).
Io non nego che questi fattori abbiano avuto un qualche ruolo,ma osservo,che di per sè stessi,ognuno di questi fattori da solo,non dà origine al femminismo.
La Cina è diventata tecnologica e capitalista,ma non è diventata femministahttp://www.metromaschile.it/forum/off-topic/in-cina-le-studentesse-che-''la-danno''-per-ottenere-favori-vengono-espulse/,l'Armenia per contro è rimasta cristiana,ma a giudicare da come parlano le donne di quel posto,sembra molto lontana dal femminismo http://www.comunicazionedigenere.it/2010/07/14/come-una-mamma-straniera-vede-molte-non-tutte-le-mamme-italiane/.
Io ritengo questi elementi come ''causa necessaria e non sufficiente'',nel senso che senza la tecnologia,il cristianesimo e il capitalismo l'ideologia femminista non si sarebbe potuta generare,io tuttavia non ritengo il femminismo come la semplice sommatoria di questi tre elementi caratteristici,ma non unici,della civiltà occidentale.
Per contro io intendo condurre un'analisi ''a modo mio'',ovvero non basata su uno schema razionale-verbale,ma su uno schema ''grafico-intuitivo'',ovvero,meditando sul significato delle immagini.
Per me la q.m. non è un problema di per sè stesso,ma si inserisce in un quadro più ampio di,schizofrenia,tipica dell'occidente moderno,che io ho definito: ''asimmetria emisferica culturale''.
C'è infatti un quarto elemento pressochè quasi esclusivo dell'occidente che non viene mai analizzato...
L'occidente è razionalista e scientista,rifiuta per principio ogni scopo e teleologia,rifiuta qualsiasi possibilità di analisi intuitiva,ha una fede cieca nella scienza,che viene fatta progredire in senso sempre più settoriale,con un accumulo mostruoso di dati,studi,pubblicazioni,senza che questi però si coagulino in una forma organica,complessiva,olistica.
In sostanza sembra che l'occidente funzioni solo col cervello sinistro,razionale,ed abbia dei profondi deficit di quello destro,il quale invece permette di cogliere l'insieme di ciò che si osserva.
Per così dire,il problema della cultura occidentale è quello di essere un'occhio che rileva ogni singolo pixel di uno schermo,ma che proprio per questo è incapace di fornirsi un'immagine complessiva.
In senso lato,non c'è da stupirsi se il maschile e il femminile oggi sono in attrito,l'essere umano moderno è afflitto da una vera e propria schizofrenia,ovvero letteralmente ''divisione della mente'',per cui la sua parte destra,tendenzialmente connettiva,olistica,sintetica e irrazionale,e la sua parte sinistra razionale,analitica,specifica,individuante confliggono...
con la parte destra che è per così dire ''dispregiata'' dalla cultura ufficiale degli eco,dawkins,odifreddi e consimili,che vengono presentati dai media come ''maestri''...
Per far notare questo eccesso di razionalismo,io faccio sempre osservare l'architettura moderna:
basta vedere New York,o una qualsiasi città americana per vedere letteralmente ''edifici parallelepido'',ovvero un eccesso di geometrizzazione e di astrazione (il vetro),con l'espulsione totale della linea curva dal mondo occidentale moderno americanizzato:


Persino il parco centrale,Central Park è un rettangolo tirato con il righello



Non che lo trovi bruttissimo,c'è di peggio,per carità,in fin dei conti è uno stile semplice ed economico,ma è troppo razionale,per rispecchiare la natura dell'essere umano.
Nemmeno nel classicismo più classico si ricorreva ad un'architettura esclusivamente geometrica e lineare,la fredda ragione geometrica era pur sempre temperata dall'estetica delle curve.
Lo stesso capitalismo può essere interpretato come un'analisi quantitativa sinistra,piuttosto che qualitativa destra della realtà,per cui l'uomo occidentale,identifica la felicità e il bene,in un aumento quantitativo dei fattori vitali,piuttosto che qualitativo(si vive di più,ma come?),persino l'imponderabile ''amicizia'',viene quantificata nel mondo occidentale moderno come ''numero di contatti facebook'',e il primo parametro che si usa per giudicare un rapporto sessuale è ''quanto dura'',manco fosse il record d'apnea...
Nell'architettura occidentale moderna stile ''bauhaus'',si ha una vera e propria espulsione della curva,ed io collego l'espulsione della linea curva a un'espulsione del principio femminile in sè e per sè,ovvero quello yin,che è per sua natura correlato alla curva e alla sinusoide,mentre quello maschile è più rettilineo,''schietto'',''lineare'',l'americanizzazione è quindi indspensabile per la diffusione del femminismo,ma chi cerca nel filone del ''capitalismo'',e del ''cristianesimo'',rischia di perdere di vista questo aspetto,che secondo me è il preminente.
Per quanto possa sembrare paradossale il femminismo sembra originarsi dalla perdita del principio yin femminile,può stupire chi non abbia presente ciò,che per esempio società cosiddette ''maschiliste''(maschilista è una parola che non significa nulla di per sè,le società maschiliste sarebbero meglio definite come società dove esistono ancora donne,femminili,dunque),come quella araba o cinese,incorporano nella loro cultura il principio femminile, addirittura,lo esaltino,basti pensare al Tao Te Ching,che insegna testualmente:''ad essere femmina'',o ''ad essere come l'acqua(tipico principio femmile)''.
Questo si riflette nell'architettura:
anche se moderna,Shangai conserva le linee curve,e i grattacieli recentemente costruiti,sebbene lontanissimi da un'architettura classica,e costruiti secondo canoni futuristici,incorporano comunque la linea curva,dando sembianze strane,per certi versi aliene,ma comunque particolari,ed esteticamente apprezzabili,per essere un'architettura moderna.
Quella cinese sembra essere una modernità,''non asimmetrica''





La società occidentale è caratterizzata da un'esaltazione continua della femmina,non del principio femminile,che anzi viene negata dalle femministe stesse,le quali vedono la donna come ''vero sesso forte'',dunque più maschile dello stesso,maschio,dunque,mentre la,morbidezza e la cedevolezza,principi yin femminili,esaltati dalla cultura cinese ''maschilista'',sono invece disprezzati dalle femministe,in quanto per loro,una donna ''cedevole'',è una donna oppressa,per così dire la femminilità è ''oppressione'' tout court.
Tutto ciò nasce da un modo di vedere la realtà che privilegia,il visibile all'invisibile,il pieno al vuoto(basti guardare un americano medio quanto è ''pieno''),il lineare al curvilineo,il pieno al vuoto,lo yang rispetto allo yin,in sostanza e last but not least,il maschile al femminile.
Se ci si pensa,poi,in fin dei conti,non è così strano che in Cina abbiano introdotto una norma che sanziona le studentesse che fanno le troie,e non i professori che si fanno adescare come da noi,è necessario una mente più curvilinea per vedere ciò che sta dietro l'orizzonte immediato:
nell'occidente si è creata la q.m. per una carenza del nostro modo di pensare.
Sostenere che la studentessa è vittima,e il professore carnefice,è come sostenere che la terra è piatta,perchè l'orizzonte che vedi è una linea retta,soltanto una mente più curvilinea,sa che con lo sguardo,devi cercare qualcosa al di là di quello che vedi.
Le linee rette infatti,si suol dire,MENTONO SEMPRE.
New York,grattacieli:






Volendo riassumere tutto questo in un unica frase io direi che la q.m. consiste nel fatto che ''non ci sono più le donne di una volta'',ovvero la cultura americanizzante,volendo dare un'educazione maschile alle femmine,le ha rese dei mostri,che in primo luogo non accettano sè stesse in quanto femmine(perdita della curva,anoressia),e che invidiano e odiano l'uomo in quanto è il maschio che loro avrevebbero dovuto essere.

Shangai world financial center e Shangai tower




« Ultima modifica: Marzo 23, 2012, 12:07:46 pm da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #147 il: Marzo 23, 2012, 12:01:01 pm »
Citazione
In sostanza concordo con te: il principale attore è la posizione acritica dell'occidente nei confronti del divenire tecnico, quando assume aprioristicamente come giusto e auspicabile tutto ciò che la tecnica rende possibile. Secondo il nostro modo di pensare ogni nuova scoperta, invenzione e avanzamento è stato fatto per essere usato, quindi è giusto usarlo, e non esistono altri valori coi quali mediare questo utilitarismo. Inoltre, abbiamo sullo sfondo l'idea che sarà ancora la tecnica a procurarci gli strumenti di riparazione dei danni causati dal suo stesso utilizzo. E questo, unito alla bioetica, ci fa sentire protetti.

Ed è qui che secondo me si amplifica l'intervento della tecno-natura sull'umano: scardinando cognitivamente ogni autodifesa, ogni vigilanza, filtraggio, contromisura, rispetto agli effetti collaterali della cosa.

Evidentemente la bioetica sta fallendo nell'integrare la condizione maschile tra i problemi posti dall'uso smodato e acritico della tecnologia, soprattutto in campo riproduttivo.

Questa "dimenticanza" mi colpisce molto. Potrebbe essere disvelatrice di altro.

E anch'io sono d'accordo su questo,però ho una visione diversa del rapporto fra la civiltà tecnica e il femminismo,io li pongo in relazione come te,ma li pongo in relazione in maniera diversa.
La mia tesi sintetizzata però coincide,almeno programmaticamente con la tua,banalizzando(ma neanche tanto):
Il femminismo perderà aggressività nel momento in cui Piero Angela e il cicap smetteranno di sostenere che ''non esistono fenomeni paranormali'',e in cui il buon Piero spiegherà a reti unificate,che la felicità umana e il progresso,tecnologico e non,sono 2 cose diverse e separate(il che non vuole però dire che siano antitetiche).
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #148 il: Marzo 23, 2012, 13:13:49 pm »
a me sta tesi di salar mi sembra sensatissima. uno dei pochi punti di vista originali introdotti nella qm negli ultimi tempi.

Offline TheDarkSider

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Re: Il femminismo è uno strumento o un "virus"?
« Risposta #149 il: Marzo 23, 2012, 13:14:35 pm »
Sposo in toto la tesi di Salar, che mi pare basata su fatti incontrovertibili:

1) l'unica zona del mondo dove non c'è il femminismo misandrico è l'Asia meridionale e orientale

2) in questa parte del mondo, non sono femministi né paesi in via di sviluppo né paesi ricchi come Giappone o Corea del Sud

3) viceversa, in Occidente sono femministi sia paesi ricchi (  USA ) che paesi in via di sviluppo ( Brasile )

4) infine, chiunque ha vissuto o vive in Asia si accorge subito che le donne MA ANCHE GLI UOMINI sono molto più femminili che da noi, nel senso che possiedono molto più quel principio femminile-yin di cui parla Salar: le donne, anche se attive e con un lavoro impegnato, sono rispettose e accoglienti verso il loro compagno, e gli uomini sono più educati e meno aggressivi, e anche fisicamente hanno meno muscoli e meno peli corporei

Tutti questi fatti combaciano con la tesi di Salar.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina