Osservando che la mia tesi,pur proposta più volte,ha trovato questa volta un certo seguito in questo topic,colgo la palla al balzo (anche se in ritardo),per riavviare la discussione sul sentiero in cui avevo cercato di instradarla.
Qui non è questione,di uomini più o meno femminilizzati,ma DI UN BLOCCO FRA LE 2 PARTI COSTITUTIVE DELL'ESSERE UMANO,CHE IO HO MATERIALMENTE CHIAMATO CERVELLO DESTRO E CERVELLO SINISTRO,PARTE MASCHILE E PARTE FEMMINILE.
Non è questione di essere più o meno educati,o più o meno muscolosi,è questione di come funziona il tuo cervello.
Premettendo che la psicanalisi,di cervello,capisce poco o nulla,se si vuole capire qualcosa,bisogna retrocedere di qualche millennio,e vedere quello che dicono le tradizioni iniziatiche,almeno quello che RIMANE di loro.
Il Tao si sa è vecchio,come e più di Lao Tsu,esprime una saggezza arcaica,ma qui voglio introdurre un'altra tradizione ulteriore,con la quale il Tao,sembra non aver a che fare,o forse non ha nulla a che fare:quella della Cabala ebraica.
Il primo ad avere dei dubbi sulla mia tesi era e sono io stesso,senonchè sono incappato in questo passaggio di ''introduzione alla Cabala'' di Naadav Crivelli,in cui spiegava così le interazioni emisferiche:
(Avevo già proposto questo brano,ma era caduto nel vuoto,eppure contiene alcune frasi che sono parecchie significative,anche se poi l'autore non le approfondisce,e ci lascia con la sensazione di essere davanti QUALCHE COSA DI IMPORTANTE,DI ENORME SIGNIFICATO PER LA RAZZA UMANA,SENZA PERO' POTERVI PENETRARE ALL'INTERNO)
Attenzione alle parti sottolineate.
''Il Cervello Umano
I due emisferi cerebrali dell'essere umano non solo soltanto due parti di un medesimo organo, ma le sedi di due ben distinti modi di pensare, capaci di interpretare la realtà secondo modelli quasi opposti. Tale fatto, scoperto dalla neurologia soltanto qualche decina di anni fa', era ben noto ai Saggi dello Zohar e degli altri testi di mistica ebraica. Non a caso essi chiamano il cervello col nome "mochin", lett. "i cervelli", quindi più di uno. Nella terminologia della Cabalà si tratta di Chokhmà (Sapienza) e Binà (Intelligenza). La prima ha sede nell'emisfero destro, ed è la capacità di concepire idee complesse ed elevate, racchiuse in un singolo lampo di genio, in un piccolo punto di intuizione. Si tratta di una facoltà al di sopra della logica, una facoltà per la quale il simbolo, il mito, il paradosso, l'enigma, il lato artistico e romantico di una data situazione, sono pane quotidiano. La seconda facoltà, Binà, risiede a sinistra, e costituisce la capacità di afferrare il lampo di Chokhmà (che altrimenti lascerebbe rapidamente la consapevolezza) e di dargli forma e concretezza, spiegandolo ed analizzandolo secondo concetti logici. Grazie a Binà, le rivelazioni di Chokhmà vengono assimilate dall'intelletto, trasmesse e comunicate, trasformate in progetti pratici e concreti. Binà è raziocinio, linguaggio, rigorosità e senso pratico. Per quanto il Creatore ci abbia fatto in modo tale da poter usarle entrambe, ogni essere umano è più incline ad utilizzare una o l'altra delle due facoltà descritte. Inoltre, l'intera società moderna occidentale ha una spiccata preferenza per le funzioni tipiche dell'emisfero sinistro.
La stessa Torà possiede una struttura duplice, simile a quella descritta prima. Ed è questo uno dei motivi per cui viene data su due tavolette, una a destra e l'altra a sinistra. Nel campo della Torà le due funzioni precedenti operano come segue. Chi possiede più Binà è attratto soprattutto dalla parte rivelata della Torà, il niglè, gli insegnamenti dell'Halakhà, le discussioni della Ghemarà, le riflessioni sulla filosofia ebraica. Viceversa, chi è incline più verso Chokhmà si rivolge in particolare alle haggadot e ai midrashim, agli insegnamenti misteriosi della Cabalà (nistar), a volte così apparentemente contraddittori, alle vette superne del Chasidut. "Torat Ha-Shem temimà", dice il Salmo, "meshivat nafesh". "La Torà di Ha-Shem è completa, fa rivivere l'anima". Spiegano i Maestri del Chasidut che soltanto quanto la Torà è completa di entrambi gli aspetti citati è in grado di "far ritornare l'anima", di farci rivivere, di farci fare una teshuvà completa.
Abbiamo così parlato dei due cervelli noti nel corpo fisico come "emisfero destro ed emisfero sinistro", e della necessità di sviluppare ed utilizzare entrambe le funzioni che vi hanno sede. Si tratta però di un compito alquanto difficile, per effettuare il quale è indispensabile l'opera riconciliatrice di un terzo "cervello", posto a metà strada tra i due. La consapevolezza che vi risiede ha il compito di mostrare come i loro due modi di percepire il mondo non siano affatto contradditori e mutuamente esclusivi, ma complementari e reciprocamente necessari. La scienza non è ancora in grado di identificare un organo fisico, posto nella parte mediana del cervello, in grado di svolgere un ruolo del genere. La Cabalà invece già da lungo tempo ci parla di un terzo cervello, chiamato Da'at, o Conoscenza unificante. Si tratta della sede di un'intensa attività spirituale, che rimane però misteriosa ed elusiva se espressa nei termini della consapevolezza quotidiana. È la percezione del sottile legame che unifica le varie situazioni ed eventi della vita, è la capacità di sentirsi un tutt'uno con quanto capiamo e conosciamo con la mente. A livello psicologico, Da'at è quella potenza dell'anima grazie alla quale è possibile unificare pensiero ed emozione, cuore e cervello.
Tra tutte le facoltà dell'intelletto, Da'at è quella che ha subito la menomazione più grave come risultato del peccato di Adam, dell'essersi cibato dell'albero della conoscenza (etz ha-da'at), un "peccato" che ripetiamo ogni qualvolta preferiamo l'intelligenza umana e naturale alla sapienza della Torà, che è chiamata etz ha-chaim, l'Albero della Vita. Un atteggiamento particolarmente utile per riportare Da'at alla sua integrità primaria è quello di dare la massima priorità al Shalom Bait, all'armonia famigliare, cioè al portare un maggior senso di unione tra marito e moglie, in tutti i campi e in tutti i momenti possibili. Ecco il senso del versetto;
"ve-Adam yad'a et Chava ishto",
"e Adamo conobbe Eva sua moglie",intepretato dal Chasidut come il momento in cui Adamo fece teshuvà dal peccato dell'albero. A livello di società e di storia, la rettificazione finale di Da'at verrà operata dal Mashiach, come dice il verso:
"va-imale ha-aretz de'a et Ha-Shem",
"e la terra si riempirà
della conoscenza di Dio".[/u]
Ecco,se noi ribaltiamo l'ultima osservazione,ovvero ''per ripristinare Daat,ovvero l'integrazione fra i 2 cervelli,bisogna rispettare l'armonia familiare tra uomo e donna'',in ''se manca Daat,l'integrazione fra i 2 cervelli,il rapporto fra uomo e donna diventa disarmonico'',otteniamo qualcosa di molto simile alla tesi poc'anzi presentata,con il pregio che questa volta esce fuori da una tradizione iniziatica come la Cabala.
''E Adamo conobbe sua moglie''
non mi è chiaro il significato di questo passo,ma è significativo che il Crivelli metta in relazione la sessualità vera e propria,con la comunicazione inter-emisferica.
E a questo punto arriviamo al punto che avevo domandato retoricamente la volta scorsa:
''L'uomo moderno,conosce sua moglie?''
A giudicare da come siamo messi,non tanto.
Urge ripristinare lo strumento di questa conoscenza.
Qui ovviamente ci troviamo davanti qualcosa di misterioso,però,la tesi rimane inalterata,rifiutando il razionalismo,il rapporto fra i 2 cervelli potrebbe migliorare,e forse chi lo sa,anche quello fra i 2 sessi?