Tante, tante, troppe questioni. Accolgo definitivamente il suggerimento di
Cosmos1 e sposto le discussioni più spinose in un post specifico.
Intanto rispondo qui solo ad alcune questioni che rientrano nel topic 'presentazione'.
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Fazer: certamente di queste questioni parlo costantemente con le femministe con cui faccio politica, ma non ho volantini su questi temi da far circolare. ho volantini sulla notav ecc... però posso mettere in condivisione i contenuti dei nostri confronti. Probabilmente ho sbagliato categoria, infatti avevo scritto 'immagino che...' nel senso che non ero sicuro di quello che dicevo, non conoscendo bene il vostro linguaggio (maschio-pentito, dormiente ecc...).
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Poisonmind: a proposito dello sputare su Hegel. Il libro di Carla Lonzi,
Sputiamo su Hegel secondo me è molto interessante e assolutamente da tenere presente. senz'altro è molto teorico, ma è altrettanto utile a capire il rifiuto del femminismo della logica della lotta per il potere e il dominio. Assieme anche a Diotima,
Potere e politica non sono la stessa cosa.
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Guit (o per chiunque altro
): mi puoi spiegare l'aspetto negativo del congedo di paternità obbligatorio? non è una domanda polemica, faccio fatica a volte a capire i nessi rimasti impliciti. Il problema sta nel fatto che non dovrebbe essere un obbligo? se sì, perché?
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Cosmos1: mi hai fatto tre domande sul mio rapporto con la sfera maschile; sono domande importanti e complesse e comincio a rispondere qui: 1) con mio padre ho un rapporto medio. non abbiamo conflitti aperti, ma non abbiamo neanche molto dialogo. mio padre è una persona molto affettuosa, che non mi ha mai fatto mancare la sua presenza, ma non è proprio il massimo con le parole; non è il tipo che ascolta e non è il tipo a cui interessa condividere gioie, paure, impressioni, vissuti o esperienze; è una persona molto pratica, va subito al sodo delle cose, come si dice. Ovviamente io vorrei un confronto più profondo, più concreto, la cosa mi pesa; ma sarebbe scorretto dire che tra noi c'è un conflitto aperto. il clima a casa è sempre stato molto molto sereno; 2) ho un fratello che adesso vive fuori dall'Italia, con cui ho un buon rapporto, ma è molto simile a mio padre e anche lui con le parole non è proprio il massimo. non si apre molto; 3) quando penso ad un progetto politico ho senz'altro più difficoltà a coinvolgere maschi che femmine. non solo, ma con i maschi ho anche difficoltà a progettare - quindi una fase precedente rispetto al coinvolgere - mentre con le donne mi trovo molto bene a progettare, pensare, ideare ecc...
Un esempio piccolo e semplice: quando sono entrato nella rete politica dentro l'università si stava pensando un'iniziativa. in mailinglist girava una bozza di volantino che avremmo dovuto integrare, modificare, se lo desideravamo. io avanzai delle critiche. secondo me era scritto in modo troppo chiuso. il linguaggio era troppo 'politico' e lo avrebbe capito solo chi già sapeva, chi già stava addentro a certe questioni del movimento. invece l'università è zeppa di persone che la politica di movimento non la conosce e non sa se gli interessa o meno. feci una bozza di volantino alternativa con un linguaggio secondo me più aperto, più chiaro, più fruibile. Fui molto contestato dai ragazzi del gruppo politico mentre trovai una sponda nelle ragazze femministe: loro in parte - non del tutto - concordavano sul mio linguaggio, ma sopratutto sostenevano che era importante contare su forze e teste nuove e che la rete non si sarebbe dovuta chiudere all'apporto di persone nuove (come in quel caso me).
Le tante questioni poste da Guit, Animus, Salar ecc... le rimando a post specifici! Grazie