Autore Topic: Presentazione!  (Letto 30995 volte)

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Offline enricosc

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Presentazione!
« il: Marzo 24, 2012, 11:16:16 am »
Ciao, mi chiamo Enrico. A conti fatti immagino di essere uno di quelli che chiamate maschio-pentiti (ecc...), non sono sicuro che mi sia permesso stare nel forum; ad ogni modo io ho voluto iscrivermi perché ho letto il forum e l'ho trovato interessante e mi sarebbe piaciuto partecipare alla discussione, interloquire, entrare in relazione con qualcuno di voi. Non se se ne abbiate il desiderio e se sia nei vostri interessi, ditemi voi! 

Molti dei temi che affrontate io non li conosco effettivamente e quindi a mano a mano leggerò sul forum, ma questa discussione mi interessa particolarmente.

Il punto di Beta - "è in corso la rieducazione maschile. molti uomini ci cadono. riconosciamo questo come un problema? se si allora forse possiamo fare qualcosa per questi uomini" - come ho detto lo trovo interessante anche perché penso che mi riguardi.

Ad un certo punto della discussione si è arrivati a chiedersi quale via sembra migliore/più praticabile per gli obiettivi di un movimento maschile, in questo senso: a) stabilire un'etica prescrittiva che obblighi le donne a rinunciare ai loro privilegi; b) far capire agli uomini cos'è il femminismo e dove lì sta portando (immagino: a quali danni).

Ecco a me piacerebbe confrontarmi con qualcuno di voi su questo tema, personalmente. Io - ma lo dico qui senza nessuna intenzione di provocare, ma solo, eventualmente e se lo credete opportuno e interessante - credo che l'incontro con il femminismo nella mia vita abbia valso molto sopratutto per quanto riguarda le mie relazioni e con donne e con uomini.

Sono disponibile a confrontarci anche ma non solo sulle questioni teoriche, certamente importanti, quali le questioni dei diritti, della legge e delle tutele o non tutele per i padri ecc... - in particolare mi interessa un confronto a livello personale. Non so, ditemi voi che ne pensate!

Offline Fazer

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Re: Presentazione!
« Risposta #1 il: Marzo 24, 2012, 11:17:29 am »
Ciao Enrico, benvenuto.  :)


Offline Cassiodoro

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Re: Presentazione!
« Risposta #2 il: Marzo 24, 2012, 11:27:25 am »
Benvenuto Enrico, quanti hai hai? Cosa fai nella vita? Spopratutto, spiega il tuo "incontro con il femminismo", quel "molto" che ti ha dato.

Sei uno che ha "incontrato" il femminsmo negli anni 60/70 o sei nato negli anni dopo e ci sei "cresciuto dentro"?

Questa domanda serve solo per capire quali sono le possibili risposte "a livello personale".

Grazie
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline poisonmind

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Re: Presentazione!
« Risposta #3 il: Marzo 24, 2012, 11:37:50 am »
Memento Audere Semper (Gabriele D'Annunzio)

Offline enricosc

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Re: Presentazione!
« Risposta #4 il: Marzo 24, 2012, 11:44:00 am »
Allora, no non ho incontrato il femminismo negli anni 60-70, sono nato negli anni '80, sono mezzo pischello ancora!!  :) immagino quindi di poter dire di essere cresciuto nel femminismo, o comunque in una società post-femminista.

Ho incontrato il femminismo nel senso che ho letto testi femministi (sia degli anni 60-70, sia degli anni 90), che ho conosciuto donne femministe, che faccio politica di movimento all'università in un gruppo misto, ma le relazioni politiche di maggior rilievo per me - quelle che mi hanno più stimolato, fatto capire come gira la politica all'università, che mi hanno aiutato o non so, poi le relazioni sono cose anche a pelle!! - sono state con ragazze e donne femministe.

Diciamo che il femminismo che ho imparato a conoscere e ad apprezzare anche e sopratutto come pratica politica è il cosiddetto femminismo della differenza sessuale (es. Luisa Muraro e la Libreria delle donne di Milano).

eheheeh... sì in effetti ha ragione poisonmind...si tratta di incontri del 3° tipo!!

Quando dico che l'incontro con il femminismo mi ha dato molto parlo appunto dell'occasione - che io credo mi abbiano dato le relazioni con queste ragazze e donne femministe - di recuperare una relazionalità, un'apertura all'ascolto, all'attenzione alla voce, al parlare, all'esporsi dell'altro - sia esso di sesso maschile o femminile, che invece la socializzazione primaria diciamo (infanzia, scuola, liceo, gruppo di amici/amiche...) non mi aveva ancora dischiuso.

Offline Ethans

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Re: Presentazione!
« Risposta #5 il: Marzo 24, 2012, 13:13:19 pm »
Ciao benvenuto Enrico.

... di recuperare una relazionalità, un'apertura all'ascolto, all'attenzione alla voce, al parlare, all'esporsi dell'altro...

Puoi ampliare questo punto? Se ti va, sia chiaro...

 ;)

Online Massimo

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Re: Presentazione!
« Risposta #6 il: Marzo 24, 2012, 13:38:12 pm »
Allora, no non ho incontrato il femminismo negli anni 60-70, sono nato negli anni '80, sono mezzo pischello ancora!!  :) immagino quindi di poter dire di essere cresciuto nel femminismo, o comunque in una società post-femminista.

Ho incontrato il femminismo nel senso che ho letto testi femministi (sia degli anni 60-70, sia degli anni 90), che ho conosciuto donne femministe, che faccio politica di movimento all'università in un gruppo misto, ma le relazioni politiche di maggior rilievo per me - quelle che mi hanno più stimolato, fatto capire come gira la politica all'università, che mi hanno aiutato o non so, poi le relazioni sono cose anche a pelle!! - sono state con ragazze e donne femministe.

Diciamo che il femminismo che ho imparato a conoscere e ad apprezzare anche e sopratutto come pratica politica è il cosiddetto femminismo della differenza sessuale (es. Luisa Muraro e la Libreria delle donne di Milano).

eheheeh... sì in effetti ha ragione poisonmind...si tratta di incontri del 3° tipo!!

Quando dico che l'incontro con il femminismo mi ha dato molto parlo appunto dell'occasione - che io credo mi abbiano dato le relazioni con queste ragazze e donne femministe - di recuperare una relazionalità, un'apertura all'ascolto, all'attenzione alla voce, al parlare, all'esporsi dell'altro - sia esso di sesso maschile o femminile, che invece la socializzazione primaria diciamo (infanzia, scuola, liceo, gruppo di amici/amiche...) non mi aveva ancora dischiuso.


Secondo me, tu confondi le femministe con il femminismo: mentre le prime possono anche essere in buona fede (non molte, ma ci sono) il femminismo ha OGGI (e in fondo anche prima
ma allora c'era da ottenere la "parità" con il maschio come obiettivo prioritario e ciò rendeva
tale movimento simpatico) l'obiettivo di acquisire PRIVILEGI per le donne e di imporli alla società
E se questo obiettivo è adesso perseguibile e alla portata è proprio grazie appunto al fenomeno
del maschiopentitismo, cioè all'autoflagellazione che tanti maschi si infliggono come i penitenti
nella festa del patrono in tanti paesi del Meridione, per scontare il peccato mortale di essere
nati maschi. E lo fanno con una tale foga stile Macumba da imbarazzare spesso le stesse donne
che devono spesso intervenire per far loro abbassare i toni dell'autodenigrazione e per far loro
capire che stanno esagerando ("per favore, esaltateci un pò meno").E' contro questa condotta
a dir poco demenziale e autolesionistica di tanti, troppi maschi, QUI SI COMBATTE. E' chiaro?
Ti sei definito "maschio pentito", ma in che termini? Se lo sei al punto di doverti scusare con le
donne di essere nato maschio e dover dare sempre loro ragione, allora sei DAVVERO uno zerbino
e mi spiace questo non è il posto per te. Se vuoi, ti puoi accomodare altrove, dove c'è posto.
E veniamo al femminismo: ti sei mai posto il quesito come mai questo movimento SE DAVVERO
mirava alla parità e basta non si è chiamato PARITARISMO? Perchè il nome "femminismo"?
Perchè mettere un genere al centro delle rivendicazioni, di una visione del mondo e della vita,
al punto di pensare che ciò che va bene per questo genere deve andare bene anche all'altro?
Se non te la sei fatta prima, questa domanda te la propongo io ADESSO! Hai mai notato, caro
amico, che nessuna femminista si è mai preoccupata dei tanti lavori di merda che gli uomini
fanno nella vita, spesso rimettendoci la pelle e neanche del fatto, banalissimo, che fino a poco
tempo fa, tutti noi maschi DOVEVAMO fare il servizio militare, anche contro la nostra volontà?
Hai mai notato che le femministe si preoccupano delle donne e basta? Lo sai che alcune di loro
hanno definito la lotta di classe "un conflitto privato tra maschi"? Saremo "maschilisti" ma come
mai queste scoperte le abbiamo fatte e le stiamo facendo solo noi? Sbaglierò, ma se ti sei ora
iscritto è perchè anche tu hai capito che qualcosa non quadra nel rivendicazionismo femminile
e che se questo forum esiste, è perchè qualcosa ne giustifica l'esistenza. Correggimi se sbaglio.
Ma se non sbaglio, come ne ho il sospetto, allora buona illuminazione e buona permanenza su
questo forum: vedrai che hai tantissime cose da scoprire e da imparare. Buona erudizione!

Offline enricosc

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Re: Presentazione!
« Risposta #7 il: Marzo 24, 2012, 14:09:54 pm »
Caro Massimo, proverò a rispondere alle numerose cose che mi hai detto e suggerito!

può senz'altro darsi che io confonda femminismo e femministe. la mia conoscenza del femminismo come ho detto deriva da libri femministi e da relazioni con donne femministe.

sulla questione del maschio-pentito. Ho capito a quale fenomeno ti riferisci e condivido il giudizio negativo su un tale fenomeno: magari arriviamo diversamente a questo giudizio e altrettanto diversamente ci muoviamo dopo aver formulato questo giudizio, ma io senz'altro credo che le passioni tristi dei maschi che si sentono in colpa per essere stati maschi non aiutino né i maschi né le femmine e in generale non siano di guadagno per nessun*.

In questo senso non mi considero un maschio-pentito. Ripeto, ho usato quest'espressione per presentarmi a voi in modo chiaro, per non dare l'impressione sbagliata di me, per mettere subito in chiaro che sono una persona che vede favorevolmente il femminismo e che tuttavia voleva confrontarsi con voi serenamente e nella speranza di trarne (io e voi) guadagno d'esperienza.
Però no, io non mi sento in colpa nell'essere maschio! Non ho problemi in questo senso con la mia maschilità, semmai ho problemi con la maschilità sociale ovvero con le modalità culturali e tradizionali di socializzazione primaria tra maschi - cosa si fa tra maschi, quali piaceri, giochi e divertimenti si condividono assieme, quali modalità di relazione si stabiliscono tendenzialmente tra maschi. Ecco in quel settore ho sempre avuto problemi: ho sempre avuto difficoltà a farmi amici maschi.

e qui arrivo alla questione della relazionalità: la situazione mi sembra migliorata proprio da quando ho incontrato il femminismo. intendo la mia capacità di entrare in relazione con altri maschi, per quanto sempre da una posizione eccentrica (parlo riferendomi a standard medi, ovviamente poi le singole persone sono sempre diverse; però come posso dire, non condivido i più stereotipici gusti maschili: sport, macchine, cameratismo, reticenza ad esprimere le proprie emozioni ecc...)

Tu Massimo mi chiedi della parità tra i sessi. Perché chiamarsi 'femminismo' se l'obiettivo è la parità, ovvero non sarà che dietro il falso obiettivo della parità si nasconde l'intenzione di una supremazia, un controllo ecc...?

Io a questo ti rispondo dicendo che in base alla mia esperienza sia interpersonale sia di letture femministe posso dire che il femminismo che conosco io, quello della differenza, non è a favore della parità, non ha come obiettivo la parità. In questo senso allora non c'è incoerenza nelle intenzioni di questo tipo di femminismo. Al contempo però il fatto di non volere la parità non ha voluto dire, secondo il femminismo di Carla Lonzi ad esempio (mi rifaccio al libro 'Sputiamo su Hegel' recentemente ripubblicato), lottare per il potere sugli uomini, lottare per la supremazia in termini economici, giuridici ecc... mi rendo conto che questo sia in profonda contraddizione con l'esperienza di cui voi parlate - l'esperienza di un mondo che tutela molto le donne a sfavore dei padri ad esempio.

Tuttavia proprio in virtù di questo rifiuto da parte del femminismo di Carla Lonzi - e in generale della differenza - dell'egemonia e del potere posso dirti che contrariamente a quanto tu hai detto in un punto, proprio Carla Lonzi negli anni '70, parlando del controllo sociale dei padri (parlava della generazione dei padri del '68 diciamo) sui figli, ha suggerito l'idea che i giovani, i giovani maschi dovessero ribellarsi al servizio di leva obbligatorio (se non lo desideravano) come in generale ai diktat sociali sulla maschilità che eventualmente trovassero stretti e normativi. Quindi proprio una femminista degli anni '70 si sarebbe preoccupata della spinosa questione della leva obbligatoria e della costrizione maschile nell'economia simbolica della società. Lo dico, così, sperando possa esserti utile e di interesse.

Quindi come dire, sebbene io riconosca quello di cui parlate - il discorso mediatico politically correct, le tutele e le garanzie non egualmente distribuite ecc... - trovo che l'esperienza che io ho del femminismo (della differenza) sia diversa e non in contraddizione con tutto questo. Si tratta di un femminismo che si è interessato della differenza maschile, che non ha lottato per il potere e l'egemonia, che è scettico nei confronti dei poteri istituzionali, che è molto più vicino alla politica di movimento ecc...

Prendete comunque le mie idee con il beneficio di inventario. Sono aperto alla discussione e a riconoscere i miei errori.  :)

Offline beta

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Re: Presentazione!
« Risposta #8 il: Marzo 24, 2012, 14:42:50 pm »
non condivido i più stereotipici gusti maschili: sport, macchine, cameratismo, reticenza ad esprimere le proprie emozioni ecc...)
(citazione di enricosc)

le passioni maschili sono insindacabili, condividerle o non condividerle è una scelta personale. se agli uomini piacciono macchine e sport non vedo quale sia il problema. le femministe della differenza criticano forse le passioni per borse e scarpe? il cameratismo è un esigenza maschile piu o meno sentita da individuo a individuo che deriva dal bisogno di spazi propri. gli spazi che il femminismo ha attaccato descrivendoli come covi di misogenia. il femminismo della differenza ha forse attaccato gli spazi femminili? le esigenze comunicative tipiche femminili (tipo il gossip)?
sull'esprimere le emozioni il discorso è un po piu complesso, (anche sugli spazi è complesso). ma chi decide quanto vadano espresse le emozioni, se un maschilismo della differenza decidesse che le donne esprimono troppo le loro emozioni tu lo appoggeresti?

Online Massimo

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Re: Presentazione!
« Risposta #9 il: Marzo 24, 2012, 14:55:22 pm »
Caro amico,
                   che esista un femminismo "buono" che non aspira (per il momento) al suprematismo, che riconosce le differenze tra i generi, che mostra una qualche "apertura" verso il mondo maschile
e che dice (il problema è che "dice" e poi non fa) di attivarsi anche per gli uomini e delle loro varie
"problematiche" è fuori dubbio: altrimenti come si spiegherebbe la sudditanza psicologica e l'ampia
simpatia che tanti uomini hanno per il femminismo? E' chiaro che tale movimento deve mostrare al
genere maschile una faccia accomodante, accattivante, per indurre gli uomini ad acconsentire alle
rivendicazioni femminili e ad abbassare la guardia. Il gioco riesce appunto perchè tanti uomini non
chiedono di meglio che essere ingannati, convinti di ottenere il favore femminile con lo zerbinaggio.
Lo vedi anche tu però che il calcolo è errato, ma tanti fessi sono convinti che al singolare e nel
contingente procurerà a loro dei vantaggi. Il problema è che, al dunque, nelle manifestazioni di
piazza e nelle iniziative "positive" è il femminismo misandrico e radicale a prevalere mentre quello
"moderato" chissa perchè si scioglie sempre come neve al sole. Nell'ultima manifestazione di Roma
una simpaticona ha scritto su un muro "Uomo morto non stupra". Ebbene, nessuna femminista lo
ha impedito, nessuna si è dissociata da questo gesto, nessuna ha cancellato questa scritta da
quel muro. Infatti quella scritta è ancora lì che campeggia esaltante e gloriosa senza che nessuno
abbia fretta e voglia di toglierla. Immagina cosa sarebbe successo se qualcuno di noi scrivesse:
"Donna morta non si prostituisce" oppure "Donna morta non spilla soldi": gli articoli di Repubblica, i
talk-show, gli approfondimenti sociologici si sprecherebbero. E in men che non si dica su quel muro
arriverebbero, prontamente inviati da qualsiasi comune, anche indebitato fino al collo, degli operai
che lestamente cancellerebbero quella scritta che incita all'"odio di genere" (solo a quello femminile
però). Noi che non abbiamo le fette di salame sugli occhi queste cose le vediamo ed invitiamo tutti
i maschi ad uscire dal coma irreversibile dell'acquiescienza al femminismo. Tu cosa pensi di fare?

Offline Guit

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Re: Presentazione!
« Risposta #10 il: Marzo 24, 2012, 14:59:30 pm »
...
sulla questione del maschio-pentito. Ho capito a quale fenomeno ti riferisci e condivido il giudizio negativo su un tale fenomeno: magari arriviamo diversamente a questo giudizio e altrettanto diversamente ci muoviamo dopo aver formulato questo giudizio, ma io senz'altro credo che le passioni tristi dei maschi che si sentono in colpa per essere stati maschi non aiutino né i maschi né le femmine e in generale non siano di guadagno per nessun*.
...

Enrico. Ti posso chiedere un favore personale? un dettaglio, roba di poco conto sia chiaro, che però urta molto la mia sensibilità: puoi evitare di usare la forma asterisco per rendere neutrale l'espressione? Si può dire 'per nessuno'. Altrimenti noi ci mettiamo a fare polemica sul "dare del lei", come violazione sessista della dignità maschile. E ti saluto.

Comunque benvenuto.
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Offline Animus

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Re: Presentazione!
« Risposta #11 il: Marzo 24, 2012, 15:11:37 pm »
Caro Massimo, proverò a rispondere alle numerose cose che mi hai detto e suggerito!

può senz'altro darsi che io confonda femminismo e femministe. la mia conoscenza del femminismo come ho detto deriva da libri femministi e da relazioni con donne femministe.

sulla questione del maschio-pentito. Ho capito a quale fenomeno ti riferisci e condivido il giudizio negativo su un tale fenomeno: magari arriviamo diversamente a questo giudizio e altrettanto diversamente ci muoviamo dopo aver formulato questo giudizio, ma io senz'altro credo che le passioni tristi dei maschi che si sentono in colpa per essere stati maschi non aiutino né i maschi né le femmine e in generale non siano di guadagno per nessun*.

In questo senso non mi considero un maschio-pentito. Ripeto, ho usato quest'espressione per presentarmi a voi in modo chiaro, per non dare l'impressione sbagliata di me, per mettere subito in chiaro che sono una persona che vede favorevolmente il femminismo e che tuttavia voleva confrontarsi con voi serenamente e nella speranza di trarne (io e voi) guadagno d'esperienza.
Però no, io non mi sento in colpa nell'essere maschio! Non ho problemi in questo senso con la mia maschilità, semmai ho problemi con la maschilità sociale ovvero con le modalità culturali e tradizionali di socializzazione primaria tra maschi - cosa si fa tra maschi, quali piaceri, giochi e divertimenti si condividono assieme, quali modalità di relazione si stabiliscono tendenzialmente tra maschi. Ecco in quel settore ho sempre avuto problemi: ho sempre avuto difficoltà a farmi amici maschi.

e qui arrivo alla questione della relazionalità: la situazione mi sembra migliorata proprio da quando ho incontrato il femminismo. intendo la mia capacità di entrare in relazione con altri maschi, per quanto sempre da una posizione eccentrica (parlo riferendomi a standard medi, ovviamente poi le singole persone sono sempre diverse; però come posso dire, non condivido i più stereotipici gusti maschili: sport, macchine, cameratismo, reticenza ad esprimere le proprie emozioni ecc...)

Tu Massimo mi chiedi della parità tra i sessi. Perché chiamarsi 'femminismo' se l'obiettivo è la parità, ovvero non sarà che dietro il falso obiettivo della parità si nasconde l'intenzione di una supremazia, un controllo ecc...?

Io a questo ti rispondo dicendo che in base alla mia esperienza sia interpersonale sia di letture femministe posso dire che il femminismo che conosco io, quello della differenza, non è a favore della parità, non ha come obiettivo la parità. In questo senso allora non c'è incoerenza nelle intenzioni di questo tipo di femminismo. Al contempo però il fatto di non volere la parità non ha voluto dire, secondo il femminismo di Carla Lonzi ad esempio (mi rifaccio al libro 'Sputiamo su Hegel' recentemente ripubblicato), lottare per il potere sugli uomini, lottare per la supremazia in termini economici, giuridici ecc... mi rendo conto che questo sia in profonda contraddizione con l'esperienza di cui voi parlate - l'esperienza di un mondo che tutela molto le donne a sfavore dei padri ad esempio.

Tuttavia proprio in virtù di questo rifiuto da parte del femminismo di Carla Lonzi - e in generale della differenza - dell'egemonia e del potere posso dirti che contrariamente a quanto tu hai detto in un punto, proprio Carla Lonzi negli anni '70, parlando del controllo sociale dei padri (parlava della generazione dei padri del '68 diciamo) sui figli, ha suggerito l'idea che i giovani, i giovani maschi dovessero ribellarsi al servizio di leva obbligatorio (se non lo desideravano) come in generale ai diktat sociali sulla maschilità che eventualmente trovassero stretti e normativi. Quindi proprio una femminista degli anni '70 si sarebbe preoccupata della spinosa questione della leva obbligatoria e della costrizione maschile nell'economia simbolica della società. Lo dico, così, sperando possa esserti utile e di interesse.

Quindi come dire, sebbene io riconosca quello di cui parlate - il discorso mediatico politically correct, le tutele e le garanzie non egualmente distribuite ecc... - trovo che l'esperienza che io ho del femminismo (della differenza) sia diversa e non in contraddizione con tutto questo. Si tratta di un femminismo che si è interessato della differenza maschile, che non ha lottato per il potere e l'egemonia, che è scettico nei confronti dei poteri istituzionali, che è molto più vicino alla politica di movimento ecc...

Prendete comunque le mie idee con il beneficio di inventario. Sono aperto alla discussione e a riconoscere i miei errori.  :)

enricosc, potresti essere un po' più sintetico, dire gli stessi 4 concetti che so, in 10 righe (invece che in 50).
Altrimenti, almeno per quanto mi riguarda, non ti riesco a "leggerti".

Enrico. Ti posso chiedere un favore personale? un dettaglio, roba di poco conto sia chiaro, che però urta molto la mia sensibilità: puoi evitare di usare la forma asterisco per rendere neutrale l'espressione? Si può dire 'per nessuno'. Altrimenti noi ci mettiamo a fare polemica sul "dare del lei", come violazione sessista della dignità maschile. E ti saluto.

Comunque benvenuto.


Già.
Si parla di pensiero della differenza, ma qui, evidentemente la si nega.
Ecco una cosa interessante sulla quale ci potresti delucidare, ovvero, dove e quando il femminismo della differenza. .... nega le differenze, e dove invece ... le riconosce?

Ecco, questa è una cosa che davvero ci interessa: Parlaci un po' sulla specificità del maschile (diritti maschili ad es.) che viene riconosciuta all'interno del pensiero della differenza.
Perché all'interno di un pensiero "differenziale", deve esistere per forza una specificità maschile, una sacralità della sfera maschile che non è accessibile al femminile...giusto?

Buona fortuna... :D

« Ultima modifica: Marzo 24, 2012, 15:50:07 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline Guit

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Re: Presentazione!
« Risposta #12 il: Marzo 24, 2012, 15:35:21 pm »
Comunque, l'instaurarsi di relazioni personali avviene anche in carcere. Anzi, lì sono più forti che altrove perché rappresentano un appiglio di sopravvivenza psichica e non solo. Leggere positivo un pensiero politico, fondamentalmente sessista, come il femminismo della differenza, in virtù di un'esperienza umana di dialogo, equivale a spostare l'oggetto della critica dal dato essenziale al dato di contorno. Equivale a sostenere che in carcere si sta bene perché ti sei fatto nuovi amici, coi quali hai parlato di tutto, di ciò che avevi fatto, dei tuoi pentimenti, di ciò che vorrai fare una volta uscito.

La differenza non doveva scoprirla il femminismo, sta scritta in natura, e sta anche nella complementarità di genere dell'antropologia che precede questa fase tecnocratica e neo-borghese, nelle esigenze riproduttive umane e nella distribuzione di mansioni e compiti che si modella partendo da tali esigenze.

Il femminismo della differenza è uno strumento di giustificazione della modellazione tecnocratica dell'individuo, che non si basa più sull'idea di uguaglianza, che pur se astratta rivela almeno una buona fede, bensì su una differenza rimodellata a proprio piacimento da quella naturale, quindi di una differenza scientista e "di regime".


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Offline Guit

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Re: Presentazione!
« Risposta #13 il: Marzo 24, 2012, 16:15:46 pm »
...
e qui arrivo alla questione della relazionalità: la situazione mi sembra migliorata proprio da quando ho incontrato il femminismo. intendo la mia capacità di entrare in relazione con altri maschi, per quanto sempre da una posizione eccentrica (parlo riferendomi a standard medi, ovviamente poi le singole persone sono sempre diverse; però come posso dire, non condivido i più stereotipici gusti maschili: sport, macchine, cameratismo, reticenza ad esprimere le proprie emozioni ecc...)
...

Non c'è dubbio che gli uomini femministi lo siano in virtù di problemi di integrazione col proprio sesso. Ma dovrebbe essere proprio questo a suscitare la rivendicazione di spazi maschili autonomi. Cosa c'è di dignitoso in un gruppo sociale che deve "imparare a vivere" da un altro? Già solo questo dovrebbe darti la misura dell'abuso psichico (psicostupro) che questa cultura opera nei confronti degli uomini. L'umanità maschile storicamente non si descrive come sport-macchine-cameratismo-reticenza. Quella è una tua percezione relazionale con gli uomini, che non può essere una premessa per teorizzare la loro marginalizzazione sociale. Ti stanno semplicemente usando, ti stanno sfamando psichicamente per cooptare il tuo consenso, e asservirti alla loro ideologia, che non ti darà mai nessuno spazio maschile come lo desideri tu, perché l'invasione identitaria, la "conquista" di ogni spazio maschile fattuale e simbolico, è uno dei principali obiettivi d'azione del femminismo.






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Offline Warlordmaniac

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Re: Presentazione!
« Risposta #14 il: Marzo 24, 2012, 16:48:00 pm »

Però no, io non mi sento in colpa nell'essere maschio! Non ho problemi in questo senso con la mia maschilità, semmai ho problemi con la maschilità sociale ovvero con le modalità culturali e tradizionali di socializzazione primaria tra maschi - cosa si fa tra maschi, quali piaceri, giochi e divertimenti si condividono assieme, quali modalità di relazione si stabiliscono tendenzialmente tra maschi. Ecco in quel settore ho sempre avuto problemi: ho sempre avuto difficoltà a farmi amici maschi.


Sei introverso?