L'articolo di Sofri è un concentrato di malafede, ipocrisia e falsa coscienza.
Primo. I maschi morti di morte violenta sono molti di più delle femmine, e non credo che per loro faccia differenza se sono stati assassinati da un uomo piuttosto che da una donna. Sofri introduce, non per primo, una differenza inaccettabile fra morti femminili e maschili, che sfiora il razzismo.
Secondo. Trascura il fatto che in altri paesi (Usa e GB) esistono statistiche ufficiali che evidenziano che la violenza al femminile esiste eccome, assai vicina quantitativamente a quella maschile. statistiche simili non esistono in Italia, dove si stima comunque che circa un terzo dei delitti maturati in famiglia sia opera femminile. Non dirlo è malafede.
Terzo. Quando dice che alcuni o molti uomini concepiscono la donna come un proprio possesso, dice una cosa vera, riconosciamolo. Ma: a) quegli uomini sono solo dei deboli, uomini fragili e a tal punto dipendendenti dal femminile da uscire di testa quando sono abbandonati. Tutto ciò al netto di altri motivi possibili per quegli omicidi che non sono mai indagati (ad esempio l'essere mandati in rovina economica o aver perduto ogni rapporto coi figli). b) A proposito di concezione dell'altro come proprietà trascura il fenomeno primario, quello del senso di propietà materna, quindi femminile, verso i figli. Gli infanticidi sono tutti opera delle madri, e questo dovrebbe far riflettere a fondo, anzichè far parlare di infanticidi per "eccesso d'amore". Abbiamo sentito anche questo. Non solo, alla domanda che rivolgo spesso alle donne sul perchè si preferisce abortire un figlio che non si vuole o non si può crescere anzichè farlo nascere per poi lasciarlo ai servizi sociali, la risposta ricorrente è " O con me o con nessuno"; segue la solita litania sul fatto che un maschio non puà capire etc, etc. E se non è senso di possesso questo ditemi voi cosa è. Ma Sofri e i suoi sodali tacciono rigorosamente.
armando